15/02/19

L'Antieditoriale…!


La Voce della Polvere
Num. : 007 / 2019        
Titolo : L’Antieditoriale …   
(M. Nove)
Titolo : Pubblicità …
Titolo : Pubblicità 2 …
Titolo : No/Si … TAV …
Titolo : Mare nostrum …

   In pubblicità tutto è lecito … basta solo attirare l’attenzione e colpire la fantasia del consumatore. Ci può anche stare questo assioma, ma … c’è sempre un ma o per lo meno ci dovrebbe sempre essere. Il ma riguarda la veridicità o per lo meno la realtà di quello che si reclamizza. L’unica cosa che si controlla è che il prodotto sia inserito in un ambito di sua competenza. Esempio, se uno prodotto serve per lavare i piatti non va inserito nel contesto di pulizia del water. Però se il lavapiatti trasforma le posate in oro massiccio, questo è una esagerazione accettata perché colpirebbe l’immaginario di una casalinga depressa che con questo prodotto potrebbe diventare qualcos’altro. Esagerazione e falsificazione del prodotto. Eppure se si guardano le pubblicità che scorrono in Tv e molte volte anche in internet sembra che le esagerazioni siano all’ordine del giorno. Per di più accettate. Prendiamo per esempio la pubblicità di uno spray nasale. Lo spot dice che con il naso chiuso si prendono virus e batteri a migliaia ogni minuti di respiro, ma basta inalare per liberare il naso e non prendere più sti cazzo di virus e
batteri. Magari. Se i “cattivi” entrano con il naso otturato chissà cosa fanno con le narici libere. Poi scientificamente è provato che ogni nostro respiro comporta questa assunzione di batteri e virus. Alcuni buoni e buona parte cattivi. Il nostro organismo sa come difendersi e reagire. Quando non lo fa ci si ammala. Naso chiuso o libero. Altro esempio è la pubblicità di un lievito base per fare pane e pizze. Qui l’inganno è più subdolo. Nello spot insegnano come usarlo. Solo che un ingrediente è in più, lo zucchero. Il pane di solito è salato cosa c’entra lo zucchero? Lo so state dicendo che serve per amalgamare meglio gli ingredienti.  D’accordo. Allora come mai nel passato non lo si usava? Sospetto che l’aggiunto dello zucchero sia per quel grado di assuefazione, della mente e della pancia, che accompagna i dolci in genere. Così come siamo tentati di comprare i dolci, basta passare davanti a una pasticceria per capire cosa voglio dire, così siamo tentati di comprare il pane, l’impulso è uguale. Prodotti che in ogni caso compreremo oppure realizzeremo, in casa, assuefazione o non assuefazione. Scegliendo in libertà.
   Avete fatto caso alle pubblicità delle auto? Belle, sono nuove e vorrei vedere, in un contesto da favola metropolitana oppure da panorama ameno. Per uomini che vanno ovunque, tranne che al lavoro o a prendere i figli, e in posti che non hanno mai visto una macchina, neanche in fotografia. E ancora corse in strade deserte, solo qua c’è sempre traffico? Auto che si trasformano scivolando su muri di città sconosciute. Slittamenti su piste innevate e d’alta montagna. Corsa nei deserti più aridi e polverosi. Gente che si inchina alla maestosità della forma roboante. Stili di vita che senza un auto sotto il culo non sussistono. Famiglie che appena entrano in macchine già devono scendere, non perché si è sfasciata la macchina, ma perché sono già arrivati. Per pochi metri andare a piedi sarebbe meglio. Si inquina di meno. Questo lato uomini, per le donne solo il ruolo di comprimarie, alle auto intendo. Ammirano le loro lussureggianti macchine mentre bevono al bar. Si travestono da uomini, compreso la maschera facciale, per guidare. Ammirano i bolidi come divi. La domanda è: perché tutto questo? Una macchina, si deve essere bella esteticamente, ma deve funzionare, risparmiare sulla benzina e inquinare molto di meno. Poi come ogni mezzo di trasporto ti deve portare da un punto di partenza “A” a uno di arrivo “B”. Con i mezzi pubblici magari si fa prima e renderebbe vivibile un posto. Per non parlare dei parcheggi, razza estinta, che non si trovano da nessuna parte, compresi quelli a pagamento. Per finire voglio riportare una notizia comparsa qualche tempo fa: l’inquinamento delle auto non riguarderebbe solo lo scarico dei fumi nocivi dalla marmitta, ma anche dall’usura dei pneumatici sull’asfalto. Le gomme sembra che ogni volta che andiamo lascino sulle strade delle piccole particelle, molto dannose alla salute di tutti. Se le macchine inquinano ci costringono a cambiare le auto, con spese esorbitanti, ma con le gomme come faranno? Anche le nuove hanno questo “difetto” di consumarsi. Meglio tacere allora e pensare che l’inquinamento metropolitano sia una fake news. 
   Si continua a parlare di “No Tav” e “Si Tav” e come in un derby calcistico ognuno sta dalla propria parte. Penso che decidere da una parte o dall’altra ormai non servirà a sedare gli animi e neanche a far accettare la decisione finale. Un conflitto che porterà solo a malumori e cattiverie, da una parte all’altra. Come gli strascichi di una partita di derby cittadina per l’appunto. Solo che nel calcio c’è anche il pareggio, molte delle volte, accettato dai più. Qui no purtroppo. Non essendo del luogo non so di preciso le ragioni di una parte e dell’altra. Sono d’accordo con i “no” per la salute della regione, essendoci amianto in quelle montagne sarebbe meglio non spargerlo in giro. Sull’utilità o meno credo che nessuno lo sappia perfettamente. Sono d’accordo, altresì, con i “si” per l’opportunità di lavoro per quella zona e per una via di transito verso un altro Paese. Allora? Questo governo si è inventato i costi e benefici, per prendere tempo ed essere colpiti dalla folgorazione decisiva. Come se due calcoli matematici potessero risolvere la causa. Immaginiamo che si faccia: si scaverebbe, si farebbe il tunnel e molti di quei luoghi sarebbero impegnati. Ma? Scavando come metterebbero in sicurezza una parte del territorio dall’amianto? E i lavoratori stessi? E il paventato ricorso ai treni merci e di conseguenza togliere camion dalle strade, con ringraziamento dei ponti malridotti del Paese intero, saranno effettivamente una realtà? Se vincono i “no” che ne sarà di quel buco iniziato? Dell’amianto messo già in circolazione? La sicurezza verrebbe portata a termine o chi si è visto si è visto? E i scarsi rapporti con il Paese confinante, già disastrosi, come saranno? E i soldi da rendere all’Europa e quelli spesi dal Paese confinante chi li tirerà fuori? E quelli che le amministrazioni locali, passate, hanno preso per permettere la realizzazione del progetto, chi tirerà fuori? Una grande confusione da cui non si sa come uscire. I punti che ho elencato solo la punta dell’iceberg, non sapendo nei minimi dettagli tutta la storia. Neanche i giornali, le tv e i politici sanno dare una giustificazione alla vicenda. Ognuno trincerato nel fare o non fare, senza discutere veramente sull’interezza del problema. Forse si attende che l’arbitro, del derby, dia un rigore, non importa a favore di chi. Basta che chiuda la partita. Per il momento è un pareggio … ma col tempo diverrà una sconfitta per tutti.
   Qualche “Antieditoriale” fa avevo parlato dell’albero limite, di quell’albero che una volta abbattuto avrebbe determinato la discesa verso un futuro nefasto. Ora oltre l’albero c’è il problema del mare che si innalza. Studi recenti dicono che nel 2100 il Mediterraneo si alzerà e molti Paesi, in primis il nostro, si troverà sommerso. Si ritornerà a quell’epoca ormai molto remota dove la pianura Padana, per buona pace dei leghisti, era un ramificazione del mare. Altro che “Padania” come regione. Era e ritornerà un braccio di mare. Rimarranno solo le cime delle Alpi e degli Appennini a testimonianza che una volta lì c’era un Paese che aveva vissuto nel “presente”. Lo so che i cambiamenti climatici non sono, totalmente, colpa nostra ma noi ne saremo i diretti interessati. Non noi che attualmente viviamo e neanche forse i nostri figli ma senz’altro i nostri nipoti. Un “attico” vista mare a perenne memoria. Le prime forme di vita venivano dal mare e in esso ritorneranno, scornati da una vita dissoluta vissuta sulla terraferma. Non so cosa si potrà fare di concreto. Abolire tutto quello che ha  a che fare con il petrolio? Il primo passo. Andare verso l’elettrico? Le centrali vanno a qualche forma di energia che oggi inquina. Verso le varie forme di energia alternativa? Senz’altro. Ma non domani, subito oggi. Il tempo stringe. Ma le energie alternative potranno sostenere il nostro attuale tenore di vita? Con tutti gli apparecchi elettronici accesi? Con tutto quello di cui abbiamo bisogno? Bisogna rivedere tutto con una discussione adeguata, senza i “pro” e i “contro” di attualità quotidiana. Se l’obiettivo è uno solo, sopravvivere, bisogna che tutti siano in sintonia con qualche decisione chiara. Che dite? È una facke news? Me lo auguro … ma non credo. Basta fare una passeggiata fuori casa per capire che qualcosa ha smesso di funzionare come deve. I messaggi ci sono, sono intorno a noi. Basta soffermarci, pensare e farsi qualche domanda. E non avere paura delle risposte perché è dalla conoscenza che arriva l’imput per proseguire. Senza finire nell’eterno “derby” di chi è con e di chi è contro.

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