Quarto Stato bambini per l'ambiente

La
voce della polvere
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Notizie:
· Capitolo: Ius
Soli;
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Numero:
000/01
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"Stop all'invasione", "Prima gli
italiani", "No Ius soli". Scritte su pezzi di carta tenuti in
mano da uomini che saltellavano da un posto all’altro, inseguiti da altri che
cercavano di fermarli. Una bagarre incivile e poco consona al luogo dove si è
svolta. Il Senato della Nostra Repubblica. Indipendentemente da come una la
pensa queste scene non fanno bene a una democrazia e specialmente a una
società umana. Poi, la butto lì, perché non lottare così per altri tipi di
leggi, come per esempio sul lavoro? Sull’occupazione dei giovani? Sui
pensionati tartassati? Questa è polemica? Ebbene si! Poi leggiamo bene i
cartelli di “protesta”. “No Ius Soli”, questa scritta è l’unica accettabile
visto che non tutti sono d’accordo su leggi e riforme ed essendo sempre in
campagna elettorale se una parte dice “A”, l’altra risponde, per partito
preso, “B”. È stato sempre così e lo sarà anche in futuro. Anche se sono
convinto che le leggi, che interesserano tutti i cittadini, tutti non solo
una parte, forse sia ora di legiferare con un ampio consenso anche da parte
dell’opposizione. Questo si chiama compromesso. Invece siamo sempre alle
barricate, alle dighe, agli scontri non solo verbali. Senza ricordare, o
forse lo sanno, che a rimetterci sono solo e per davvero i cittadini. Tutti,
sia quelli di sinistra, che di destra, che del centro, che del nord, che del
sud, che delle isole, che i lavoratori e i disoccupati, uomini e donne e
pensionati, senza dimenticare i giovani nostro futuro. Meditate. “Prima gli
Italiani”, questa scritta mi sembra ambigua, cosa vuol dire? Che anche noi
abbiamo il diritto di avere lo Ius Soli? Non lo abbiamo di diritto? Ci spetta
dopo aver fatto la legge che manca? Se aspetta “prima a noi” vuol dire che
siamo tutti apolidi? In casa nostra? Ma, fatemi il piacere. E andate a
“cagare” come dicono dalle mie parti. “Stop all’invasione”, di che? Si vuol
far credere che un migrante giunto dopo aver rischiato la vita in mare si
presenta da noi e richiede la cittadinanza subito? Invocando lo Ius Soli? Questi
politici sanno quello che dicono? Lo Ius Soli si dovrebbe applicare a quelli
nati qui in Italia. Si applica alle seconde generazioni se non alle terze.
Figli di genitori che vivono qua da qualche tempo, che in teoria dovrebbero
lavorare, pagando le nostre pensioni non lo dimenticate, che sono integrate e
che sono a posto con le leggi del nostro Paese, non rientrano neanche nel
girone dei clandestini. La legge non si può applicare ai migranti che sono solo
all’inizio del calvario per un posto, dignitoso, in Italia e in Europa. In
definitiva la bagarre in Senato non era altro che l’ennesimo colpo per un’eterna
campagna elettorale. A risolvere i vari problemi di uno Stato neanche, un
attimo, a pensarci. In fondo una poltrona è più importante di un “cittadino”
civile e normale. A questa classe politica toglierei sia lo “Ius Soli” sia lo
“Ius sanguinis”.
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La
voce della polvere
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Notizie:
· La legge elettorale
· Un piccolo passo
· Soluzione immorale
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Numero 00
Resp. Mister Nove |
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La legge elettorale
Quando in certi partiti si fanno le primarie la voce più ricorrente,
alibi per una scelta ora inutile, è “democrazia”. Come se il votare solo
nell’interno di un singolo partito sia democratico. Poi se la votazione
avviene in un cerchio ristretto, anche se per caso il partito sia grosso, ma
mai “grande”, cosa centra la democrazia. Non vanno a votare tutti, quelli
aventi diritto di uno Stato. Tra lasciando le polemiche vorrei chiedere a
questi uomini, e donne, che hanno la democrazia, come parola, in bocca come
mai quando si deve votare per la Nazione quella parola sparisce. Fateci caso.
Sarà che votiamo, mediamente, più spesso degli altri Stati. O forse perché
votiamo sempre i soliti nomi. Che se non fosse che passano gli anni, che,
stufi, loro, si tolgono di mezzo, oppure condanne, anche se quest’ultime
fanno cementare la permanenza. Sono sempre gli stessi. Non sanno accettare di
stare lontano dalle poltrone. E per rimanerci il più a lungo possibile ci
siamo anche inventati diversi sistemi di elezioni. Specie negli ultimi anni.
Proporzionale, maggioritario, preferenziale, ad personam, italicum,
porcellum, rosatellum, pentastellum, pidiellum e così all’infinitum. Quasi
tutti incostituzionali e regolarmente bocciati dalla consulta. Naturale che
nessun riesca a governare, che nessun riesca a raggiungere una certa
maggioranza tranquilla. Forse è meglio così, ricordando la Nostra Storia
passata. Fatto sta che da un non-governo passiamo ad altri non-governi. Con
tanti partiti che per distinguersi si è dovuti dividerli in gruppi distinti.
Centro sinistra e centro destra. Che già dal nome si capisce che chi
(non)comanda è il “centro”.
Addirittura si era fatta una legge elettorale escludendo un ramo del
parlamento che doveva essere abolito, il Senato. Che invece è lì fermo e
immobile. Io avrei solo dimezzato sia la Camera che il Senato. Mille persone
per non governare mi sembrano troppe. Naturalmente “i soliti sospetti” che
devono fare la legge elettorale a parole si dicono disposti, convinti e anche
disponibili con tutte le forze politiche per fare una, qualsiasi legge
elettorale. Smentendo se stessi fanno e disfanno, se la suonano e se la
cantano. Tanto tutto rimane fermo. Con la colpa, sempre, degli altri. Pensare
che quando si sentono parlare sono sempre in campagna elettorale, sparano
spot a raffica e promettono mari e monti, scusate quelli se li sono già
mangiati, lavoro e sostegno alle famiglie, disoccupati aumentati e lavoro perso, e … rimane solo
da promettere che non pioverà più, che sarà sempre più caldo e che il deserto
avanzerà e darà una sferzata di energia lavorativa, per togliere la polvere
dalle case. Intanto si vota nelle amministrative e da come andrà i partiti,
vincenti e perdenti nello stesso tempo, decideranno cosa fare. Per
precauzione non hanno fatto la nuova legge elettorale, non si sa mai. Ultimo
dubbio, un tassello importante per la legge elettorale era la governabilità
con una maggioranza forte. Giusta osservazione. Allora come mai nelle
amministrative, non ricordo se con più di 15000 abitanti o di meno, si può
votare un candidato e la lista, volendo, non del candidato? Come invogliare
la gente a fare i dispetti. A se stessi. Forse dovremmo fare le primarie,
tutti, per scegliere chi mandare alla campagna elettorale. Chissà che “ i
soliti sospetti” rimangono fuori. Oppure fare come i “spartani, chi non
raggiunge una certa percentuale buttarli giù dalla rupe, metaforicamente
buttarli fuori dalla politica presente e futura. Almeno in poco tempo ci
sarebbe un ricambio generazionale. Finalmente!
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Un piccolo passo...
Un piccolo passo, un qualcosa che non esisteva, un entrare nel futuro.
Quante volte abbiamo sentito queste frasi, specie la prima, dai nostri
politici. Piccoli passi verso un futuro di altri piccoli passi. E per quei
piccoli passi, scusate la ripetizione della solita frase, ci mettono anche
del tempo. Oltre al sudore e alla fatica di stesura. Il tutto per partorire
piccoli passi, assurdi nella loro esistenza, inutile come sabbia nel deserto
e perduti in roboanti paroloni. Dico io ma col tempo che ci mettono non
potrebbero fare il “passo” completo, nel bene e nel male? Magari funziona
nell’interezza. Invece avanti a piccoli passi. Immaginatevi di andare a una
partita di calcio, mettiamo Inter - Juventus, e dopo la lunga attesa per entrare
e i controlli, giusti, esasperanti e l’attesa del fischio di inizio la
partita inizia calma e tranquilla. Si devono studiare sul campo. Dopo dieci
minuti l’arbitro manda tutti agli spogliatoi. La partita è finita. Un piccolo
passo ecco cos’è. Un niente da ingoiare, una burla da mandare giù. E quando
gli elettori se ne accorgono e con i referendum si sbarazzano dei “piccoli
passi” ecco che i politici si trincerarono su prossime elezioni. Per finire
col rimanere come prima. E per di più con gli stessi politici che cercano di
rifilarci altri piccoli passi. Magari accostata all’altra frase di moda: «
Sudore e sangue». Il nostro, non vi sbagliate. Loro sembra che ne siano
privi. Che poi per evitarci questi dolori decretano dei piccoli passi. A
parole, dato che basta pensare al lavoro perso oppure andare a fare la spesa
per capire che “sudore e sangue” sono in campo quotidianamente. Il problema
di base è uno solo, non si riesce a mandarli a casa questi incapaci. E quando
qualcuno ci prova o non ci riesce oppure entra felice nel meccanismo. Come
disse il filosofo Friedrich Schiller : « Contro la stupidità neanche gli Dei
possono nulla»
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Soluzione
immorale
Visto che di cazzate
sulla legge elettorale se ne sono dette tante vorrei anch’io dire la mia, di
proposta elettorale. La chiameremo “cretinellum”. Partiamo dal numero dei
deputati, mille circa, come da Costituzione variata negli anni 70 o 80, non
ricordo bene, e pensare che quando occorre la Costituzione non si può
toccare. Qualcuno si ricorda questa variazione del numero dei deputati?
Dunque se mille devono essere e che lo siano ma sul numero degli elettori.,
circa 47 milioni per la camera e 42 per il Senato. Ebbene se tutti votassero
vanno bene i circa mille ma se molti, andazzo degli ultimi anni, non vanno
più a votare allora con le dovute percentuali matematiche gli “eletti” devono
essere di meno, con risparmio economico per il Paese. Per le liste direi di
fare le primarie per bloccarle e nessun si deve presentare in più collegi.
Così si vedrebbe quelli veramente eletti. Proporzionale o maggioritario? Per
evitare inciuci strani e coalizioni innaturali direi un maggioritario di tipo
matematico. Se uno prende il 30% e il secondo il 20% ebbene con le dovute
proporzioni matematiche il 30% governa avendo la maggioranza. Siamo in
democrazia in fondo. Alla fine aggiungerei anche uno sbarramento al 10%. Se
uno su dieci vota quel partito ha diritto di partecipare, come minoranza al
governo. A tutti gli altri invece mi dispiace, stavolta, a casa. Capita anche
nei migliori tornei. E lo dice uno che da una vita è il primo escluso. Il
problema è che non è una cretinata ma che nessuna la voterebbe. E forse
questo è un complimento.
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Contro la famiglia normale e di
fatto.
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Negli
ultimi tempi ho come la sensazione che tutte le categorie sociali,
politiche e religiose cerchino la frase a sorpresa, il gesto
eclatante e la scorciatoia per i propri tornaconti. Dimenticando
che la vita è complessa e mai e ripeto mai semplice. Se lo fosse
non ci troveremo nelle condizioni, mondiali, attuali. Si ricerca
la scappatoia semplice e diretta. Diretta allo stomaco della gente
e lontana dalla testa del popolo. Cosa mi ha fatto indignare
ultimamente? Il discorso del Papa sul matrimonio. Ha detto che c'è
una guerra mondiale contro il matrimonio e una delle causa è il
gender. Devo dire con sorpresa che la faccenda della guerra
mondiale ritorna spesso nei suoi discorsi e psicologicamente
disturba e preoccupa. Per il “gender” è capibile visto che
nasce negli anni novanta, in ambito cattolico (fonti Wikipedia),
per allontanarsi dalle ideologie, secolari, dell'intesa familiare
concepita solo come riproduzione e tra uomo e donna. Ritornando
all'inizio semplificando un mondo più complesso. Ricordare il
“gender” lo ritengo un autogol a partita quasi conclusa e già
vinta. Qualche anno fa c'è stato un ritorno di fiamma di questa
corrente, grazie sempre a gente che per propri interessi tira
fuori degli scheletri dall'armadio senza sapere la polvere che ci
trova. Negli ultimi tempi l'argomento era morto e dimenticato, la
gente dimentica facilmente, ma a forza di tirarlo fuori avviene
l'effetto spot. Più è ripetitivo e più ognuno se lo ricorda.
Per quanto riguarda la famiglia messa così sembra colpa di chi
non si sposa. Senza andare alle origini di quella scelta. Sperando
che non sia un attacco sottinteso ai matrimoni civili, in rapido
aumento. Anche se sempre di matrimoni si tratta e la Chiesa
dovrebbe gioire lo stesso. O no? Il fine ultimo, la riproduzione,
è sempre quello sia che si passi da un ufficio Comunale o dal
sagrato di un Duomo. Già un attacco alla famiglia c'era stato con
le “sparate” della ministra della sanità, con gli opuscoli
sulla infertilità. Specie femminile. Anche per il ministero la
colpa è della gente che non fa figli. Come lo è il fatto che non
si sposino. Forse sarebbe ora di correggere il tiro e di prendere
le proprie reciproche responsabilità. Chiedersi perché la gente
non si sposa. Per mancanza d'amore? Non penso, giovani e anziani
si innamorano sempre di più. Basta girarsi intorno ogni giorno.
Purtroppo si esagera anche nell'amare e i fatti di cronaca, ai
danni specie delle donne, sono lì a dimostrarlo. Che poi sposarsi
per finire che uno dei due venga ucciso dall'altro forse non è
una buona pubblicità. Poi se si cambiasse la formula del
“giuramento” e tralasciare fin che morte non vi separi e altre
amenità del genere e si lasciasse due persone che si odiano o non
si sopportano più a lasciarsi in santa pace. Sarebbe un altro
passo in avanti. E poi la vogliamo mettere la crisi che da decenni
ci attanaglia. Sposarsi costa. Anche qui bisognerebbe bacchettare
chi lo fa con sfarzo appariscente. Una cerimonia semplice senza
gli abiti costosi, tanto poi finiscono in fondo all'armadio
tarlati, e senza orpelli e facezie diverse. E quando ci sono
elicotteri e calessi e sfarzosità rinunciate a sposarli. Un
unione non è una gara a chi ce l'ha, così si dice dalle mie
parti, più lungo. E bacchetti anche questa società che non aiuta
anzi ostacola l'unione, specie per le donne. Se una si deve
sposare la ricattano per non avere figli. Se rimane in cinta il 90
% perde il lavoro. Se lavora non sa mai a chi lasciare i figli. E
le spese? La scuola dell'obbligo, e dico dell'obbligo, costa pure
tanto a tutti, Stato compreso. Si metta nei panni di quelle
coppie che trovano muri e recinti a sbarrare la loro voglia di
farsi una famiglia. Perciò Santo Padre corregga le sue frasi e
preghi per un mondo semplice, responsabile e umano. Solo così si
potrà vivere in pace, in armonia e in Dio. E preghi anche per le
coppie di fatto. L'unica loro colpa è di amarsi.
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Nell'articolo
di fianco ho accennato alla sanità. Alla ministra per la
precisione e agli opuscoli sull'infertilità. Ha sottolineato, in
un intervista, come malattia. Va bene come approccio anche se la
psicologia e la psicoanalisi sono campi inerenti alla medicina. E
quest'ultimi li ha tralasciati, spero non di proposito. Come ha
tralasciato la società e le politiche sociali. Dice di non
competenza sua. Si dimentica che fa parte di un governo e ha
responsabilità verso tutti i cittadini. Tralasciando le
polemiche, non lo sono perché sono realtà concrete, vorrei solo
cercare di capire gli opuscoli. Per esempio la buccia di banana
cosa indica? Che possiamo scivolare e diventare infertili se non
guardiamo dove mettiamo i piedi? Colpisce di più gli uomini o le
donne? Vogliamo, almeno tentare, di scoprire le cause? Vogliamo
poi alla fine della fiera curare?. Perché puntare il dito e non
dare risposte e prevenzione e cure adeguate? E i fattori
psicologici, gli stress ambientali e una cattiva preparazione in
ambito sessuale dove li mettiamo? Se la fertilità è un bene
comune allora avviamo una bella campagna preventiva. Senza tirare
fuori la mancanza di fondi, il debito sanitario e la scomparsa dei
soldi pubblici. Non si può dire una cosa e farne un'altra
opposta. Perdete di credibilità e vi fate ridere, anche con
sforzo perché c'è da piangere, dietro. Tanto bastate che
prendete il vostro lucroso stipendio da parlamentare. E il
vitalizio, ma quando vi levate di intorno, scusate lo sfogo ma
quando ce vò ce vò. E noi, inteso come malati, derisi e
umiliati, che facciamo? Poi, negli opuscoli, dice di darsi da
fare, di preparare la culla, di essere giovani per farlo, cosa lo
sa solo lei, e stare attente all'orologio biologico che avanza.
Cose da ciance di comari davanti a un te e parlando di altre che
non ci sono. In realtà se l'infertilità, come dice la ministra,
è una malattia allora che cazzo c'entrano questi slogan. Ne basta
uno: curare dove si può e/o indirizzare, la dove non si possa
fare nulla, verso alternative per procreare. Per esempio la
fecondazione eterologa. Che guarda caso molto osteggiata dalla
ministra e dal suo governo. Dove ci ha azzeccato e nel dire che
fumo, alcol e droghe sono complici dell'infertilità. Ha solo
mancato di aggiungere stress, lavori usuranti e mancanza di una
cultura sessuale. In fin dei conti la campagna è da bocciare: per
scarso impegno, per falsità e per ignoranza cronica. Perciò solo
un grido si deve sentire per l'aria: dimettiti. Noi, inteso come
popolo, ti abbiamo votato e noi, sempre inteso come popolo,
possiamo decidere di darti un calcio in culo. Fuori. Per rispetto
a noi cittadini.
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Per finire
vorrei ricordare a tutte quelle coppie di giovani che si sposano,
che dopo che hanno affisso i volantini con la loro foto e la data
del passo fatale di toglierli e debitamente smaltirli. Anche il
giorno dopo le nozze, di più no o sennò si dimantica, impegnati
in altre operazioni nuziali. Lasciandoli si sporca la città, si
inquina e ci si comporta da maleducati. I fogli rimangono lì a
duratura memoria, fino a quando un refolo di vento, benevolo, lo
sradica e li trasportano lontani. Sporcando il palo lasciando
tracce e sporcando là dove si infrange. Magari sul vetro di una
macchina in movimento. E poi voi del comune per le affissioni non
fate pagare una tassa? Sti fogli sono abusivi oltretutto. Poi che
razza di moda è questa, una forma di partecipazione? Allora direi
a tutta la popolazione coinvolta di presentarsi al banchetto e
sedersi e mangiare. Vediamo se gli sposi si fanno furbi la
prossima volta. Perché gente così non può durare. Con il
menefreghismo, imponendo agli altri una scelta personale, non si
sta uniti. Solo con la responsabilità e il rispetto verso gli
altri che la società progredisce. Meditate.
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M. Nove
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Spot su cui riflettere
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«Ci
fermiamo per un minuto e poi
ci ritroviamo di nuovo.» Quante volte abbiamo sentito sta frase e
quante volte abbiamo cambiato canale o, al limite del coraggio,
abbiamo spento la TV. La pubblicità che attimi di invasione e di
stanchezza. Arriva sempre al momento meno indicato e dura oltre il
minuto annunciato. Eppure se la si osserva bene ci fa scoprire
strani nuovi mondi, nuove forme di vita e di civiltà (grande Star
Trek). Case belle, scintillanti e pulite oltre immaginazioni,
magari nella realtà, luoghi che neanche i nostri nonni hanno mai
conosciuto, famiglie che sembrano vere per quanto sono finte.
Tutti belli, giovani e con prole da far invidia a chi l'ha per
davvero. Nonni gagliardi, neonati già
indipendenti, mariti e mogli che si
bisticciano solo per la colazione del mattino. E si potrebbe
andare avanti così fino alla nausea. Come mangiare troppi dolci
in poco tempo. E per rendere il tutto credibile ci infilano cose
che non stanno né in cielo né in terra. Prendiamo per esempio la
pubblicità di un biscotto wafer: ci sono quattro giovani, si
capisce subito che non sono coppie, conviventi, ma la cosa non è
molto chiara potrebbero essere a casa dei genitori di uno di loro.
Devono vedere la finale di un reality, con tante cose da fare e
disfare, e pensano a cosa sgranocchiare. Verbo che secondo me non
sanno neanche cosa sia. Tre escono, forse i più sfigati, e uno
rimane, sarà casa sua. I tre andati a far la spesa comprano solo
il prodotto pubblicizzato e in quantità per tre. Loro sono in
quattro, prima incongruenza. Lo so i diversi gusti sono solo tre e
prenderne uno in più significano danneggiare gli altri. Però
se i giovani sono quattro si immagina
che uno verrà escluso. Mettere solo tre giovani è anticlericale
dato che formerebbero una copia di fatto a tre. Fare altro no?
Comunque al ritorno a casa trovano l'amico già davanti alla
televisione con un barattolo quasi vuoto di biscotti, solo a
vederli immangiabili. Dategli dalla nonna. Allora la casa è di
sua nonna. E i genitori? Lo sfigato, quello rimasto a casa risulta
il più furbo. Rifila i biscotti nauseabondi e prende il prodotto.
Fregando però una delle due ragazze. Perché non all'amico? Già
da giovani le donne devono subire? E proprio a quella che compra
il prodotto? Che messaggio ci sarà mai dietro? Che i giovani
siano fancazzisti come si diceva una volta? Che lontano da
computer, smartphone e notti in discoteca non sanno cavarsela? Che
il più furbo schiaccia gli altri? E magari ha postato il tutto su
internet? Sarà. E l'ideologia del mangiare bene e sano dov'è?
Pollice verso senza attenuanti.
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Delle
pubblicità, riconosciamolo, ci resta impresso solamente la
musica, il filmato e certe volte gli attori. Del prodotto siamo
sinceri il molto delle volte non ci ricordiamo il nome. Tanto non
ci possiamo sbagliare anche in un supermercato ci stanno solo ed
esclusivamente certe marche e basta. Con buona pace dei liberi
sceglitori. Fate una prova in qualsiasi supermercato e vedrete a
che dare ragione. Si cerca un prodotto di una determinata marca e
si ritorna con quel prodotto ma di un altra marca. Requiem per la
pubblicità. Per non parlare di quella delle auto. Inutile,
diseducativa e utopistica. Già dal prezzo, alzi la mano chi è
riuscito a comprare la macchina al prezzo urlato negli spot? Poche
e sono ottimista. La risposta è zero. A meno che non ci
accontentiamo delle ruote, del motore e del volante. Il resto solo
optional. E le medicine? Gli spot dicono una cosa e il nostro
medico nella ricetta segna altro e al diavolo il principio attivo
che dovrebbe far risparmiare. L'unica cosa ottenuta è che si
pagano quasi tutte le medicine. Ricetta o non ricetta. E gli zaini
scolastici? Ogni anno nuovi tipi e nuove strategie. Ma quelli
vecchi non funzionano più? Hanno forse una data di scadenza?
Fanno male? Per non parlare della scuola dell'obbligo, obbligo a
pagare libri, rette, mense, quaderni, astucci e ambaradan varie.
Ma questa è un altra storia. Qualcuno dirà se non ti va non
guardarla la pubblicità. Come se fosse possibile, guardi un film
ed ecco nel bel mezzo di un'azione spuntare lo spot. Anche nelle
partite di calcio l'infilano i cosiddetti mini spot. E ho capito
perché i giocatori ci mettono tanto ad andare a tirare un corner,
a preparare una punizione od a rialzarsi da terra. Il tutto per
permettere di mandare lo stramaledetto mini spot. Parola brutta
come l'aiutino di qualche tempo fa. Ma l'apice dell'indecenza si
raggiunge nel web. Nel libero web. Libero di infilarti pubblicità
da tutte le parti. Però e lo sottolineo non libero di rifiutare
ste cazzate di rottura di scatole. Eppure la libertà di uno
finisce dove inizia quella dell'altro. Perciò prima di parlare di
libertà pensateci su, per favore. Oltre a pensare cercate anche
di entrare in un mondo sereno, equo, allegro che si chiama
rispetto. Rispetto per tutti e per se stesso, per la natura e gli
animali, per gli altri e ancora gli altri, per il mondo. Questo
vale anche per quei attori nelle pubblicità che fanno la figura,
diciamolo, un po' da … Direte che lo fanno per soldi. Ma la
dignità non ha prezzo. E se un film sbagliato, causa attore non
in forma, lo si dimentica in fretta e poi magari lo si rivaluta
anni dopo, una pubblicità con il suo martellare in un tempo lungo
sprofonda l'incauto attore in una dimensione in cui spera di
essere solo ed esclusivamente dimenticato per sempre. Eutanasia di
attori famosi nella pubblicità.
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Negli
ultimi tempi ci sono delle pubblicità che dicono un qualcosa che
avrebbe dovuto scandalizzare i consumatori. Con noncuranza si
dice, con calma, che certi prodotti non utilizzano l'olio di
palma. Fin qui va bene dato che è stabilito che l'olio di palma
provoca dipendenza. Eliminarlo va bene... ma perché solo adesso?
E prima veniva usato, senz'altro, visto che ora lo tolgono. E
prima? E i prodotti? Quelli prima di questa campagna. L'avevano o
no? Secondo logica si direbbe di si. E i danni se ci saranno? E il
raggiro nei confronti del consumatore? Forse non basta più
leggere l'etichetta. E poi la vogliamo smettere di far leggere le
etichette ai consumatori. Il controllo deve essere fatto da enti
predisposti. O sennò quanto tempo ci vuole per fare la spesa
leggendo tutte le etichette? E quante paia di occhiali bisogna
portarsi dietro? Visto che dobbiamo leggere le etichette, per
alcune ci vogliono le lauree con la lode, che almeno ci siano dei
punti, nello stesso negozio, dove mettere i prodotti con la data
scaduta, con ingredienti da abolire e altro. Perché se si rimette
il prodotto al suo posto qualcuno dopo rischia di riprenderlo e
acquistarlo. E sarebbe tutto inutile. E poi vogliamo abbassarli i
prezzi dando ai prodotti la dignità economica che meritano.
Esempio? Comprate il pane al nord e al sud Italia e poi spiegate
la diversità di prezzo. Circa quattro euro contro un euro circa
tra un posto e l'altro. Meditate. M. Nove 19/09/2016
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La cultura ci unisce per appartenenza al genere umano. Siamo uguali e il video ne è la prova provata. Forse è ora di ragionarci sopra, magari attorno a un tavolo. Ma senza nessun politico degli attuali. Loro sono disuguali dal genere umano.
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Un uomo, il ring e la vita
Un mito dello sport, un Uomo nella vita, un compagno del tempo, è venuto a mancare. Perdendo l'ultimo scontro con la sua grande storia e vita. Muhammad Ali ci ha lasciato con il rimpianto di aver perso un vero "combattente" della vita. Molti lo ricorderanno per lo sport, alcuni per le battaglie civili e pochi per le battaglie civili, in favore dei neri e il rifiuto della guerra (...) Qui si trovano alcune delle frasi che lo resero celebre ai media.
M. Nove
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Tre drappi
Drappo rosso contro il femminicidio e gli uomini che considerano le donne come proprietà. (...) Drappo bianco contro la Stampa che usa parole ed espressioni come se nella lingua italiana non ci fossero parole a sufficienza. Di certo nella loro "penna" se ne sono perse tante di parole. (...) Drappo verde contro la TV sempre più padrona di gente ignorante, nel senso proprio della parola. Gente che ignora di quello che parla. M. Nove
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Due giugno 2016, settant'anni di Repubblica
Due Giugno festa della Nostra Repubblica. Settant'anni da quell'elezione (fu pure la prima volta per le donne) che ci proiettò da una guerra e da un regime di monarchia a un più vasto sistema democratico e repubblicano. Lasciando però inalterato un sistema caratteriale tipico nostro. Noi, nel bene e nel male, siamo fedeli, nei millenni, al nostro esclusivo dna maturato in tanti secoli di Storia. Non siamo cambiati, basta studiare la vita sociale passata con quella attuale per capire. Che noi non siamo quelli della parata militare nella capitale ma quelli del soccorso a quei naufraghi che rischiano la vita per raggiungere Paesi civili. Non sapendo che, forse, la civiltà non sta più nel vecchio Continente. E da noi? M. Nove
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Ma
quanto costa una consultazione elettorale?
Passata
la "bufera" del referendum tutto sembra ritornare, le
polemiche defluiscono nel piano inclinato dell'indifferenza
collettiva, alla normalità, Quella fatta di campagne elettorali
perenni, di aumenti di bollette costante, di tasse da dichiarare, di
sanità arlecchina e birichina, di iniquità e intolleranza. Una
normalità tutta nostrana. Data la pacatezza, più presunta che
reale, voglio capire certe parole e accadimenti che ognuno sente ma
poi se ne dimentica. Mi riferisco al costo delle consultazioni
elettorali, da sempre ci martellano che costano care. Perché? E se
nessuno va a votare il costo diminuisce? Se fallisce ci ridanno
indietro i soldi? Alle ultime due domande la risposta è no. Il costo
rimane. Alla prima cerco di darmi delle risposte.
N°
seggi Italia e all'estero
|
9377
|
La
divisione tra seggi italiani ed esteri non sono riuscito a trovarla.
Composizione
Seggio:
|
Numero
per seggio:
|
Totale
per tutti i seggi:
|
Totale
personale seggi:
|
Presidente
|
1
|
9377
|
|
Segretario
|
1
|
9377
|
|
Scrutatori
|
3
|
28131
|
|
46885
|
Queste
le persone che lavorano per far si che le votazioni siano regolari.
Vediamo il costo.
Ruolo:
|
Costo
per ruolo:
|
Costo
per seggio:
|
Costo
per tutti i seggi:
|
Presidente
|
€ 130,00
|
||
Segretario
|
€ 104,00
|
||
Scrutatori
|
104x3=312
€
|
||
€ 546,00
|
€ 25.599.210,00
|
Il
costo per gli scrutatori, adesso vediamo per le altre spese.
Costi:
|
Costo
personale:
|
Costo
per tutti i seggi:
|
Osservazione:
|
Totale:
|
Pubblica
sicurezza
|
6
agenti x 50 € giornalieri da stipendio = 300
300
c.s. X3 giorni = 900 €
|
900
x 9377 = € 8439300
|
Premesso
che sarebbero stati pagati a prescindere ho tenuto conto di uno
stipendio medio di 1500 € mensile diviso per i 3 giorni di
utilizzo. Per numero 6 agenti su 3 turni.
|
€ 8.439.300,00
|
Pulizia
e cartelloni
|
35x6=210
210x4=840
|
840x9377=
€7876680
|
Il
costo dipende dal Comune e dalle Ditte appaltatrici. Ho
considerato 6 persone (due uomini per i tabelloni e 4 donne delle
pulizie) con un mensile di € 1000 mensili per soli 4 giorni,
arrotondati a 35 € giornalieri.
|
€ 7.876.680,00
|
Altro
|
1000
|
9377x1000=
9377000
|
Nel
costo non è stato messo il prezzo delle schede, delle matite, del
trasporto delle urne e della registrazione dei dati. Altre spese
non se ne vedono all'orizzonte. Ma la rimanenza sembra troppa. O
ci mentono oppure bisogna ottimizzare per un costo inferiore.
Facciamo 1000 € a seggio?
|
€ 9.377.000,00
|
Personale
|
Vedere
tabella sopra
|
€ 25.599.210,00
|
||
Totale
complessivo
|
€ 51.292.190,00
|
Facendo
i conti della serva, come si dice dalle mie parti la somma spesa è
un sesto di quella sbandierata. Mettiamo che ci siano altre spese,
quali?, e mettendo l'errore da parte mia e perciò facciamo pure il
doppio e arriviamo a circa 100 milioni e esagerando arriviamo anche a
150 di milioni. Gli altri dove vanno a finire? Si predica trasparenza
e poi alla prima occasione la si scorda nei meandri dell'indifferenza
collettiva.
Riassumendo:
1°
Dove
vanno a finire i tanto minacciati soldi delle votazioni?
2°
Visto
che il costo, per loro, è sempre alto
come mai sono sempre in campagna elettorale?
3°
Visto
il costo alto perché non concentrare
in una unica data le votazioni? Quest'anno ci sono le amministrative
e il referendum pro e/o contro il capo di governo a ottobre. Stando
ai loro calcoli quest'anno spenderemo circa 1 miliardo di euro.
Quante cose si potrebbero fare con quella cifra? E chi la paga? Loro?
Magari...
4°
Perché
lo Stato non mette fuori i reali costi
di queste consultazioni? Sarebbe un modo onesto di far vedere dove
vanno i soldi. Speriamo non nei Panama Papers.
5°
Visto
il costo e la necessità di andare a
votare, siamo in democrazia perciò legittima, non favoriamo il fatto
di far votare più gente possibile? Invece di sconsigliare. E come
spendere soldi per un grande banchetto e poi dire che nessuno è
gradito al tavolo. Il costo intanto rimane.
6°
Come
mai bisogna far chiudere le scuole
per votazioni che nessuno vuole? Non si può farle nelle caserme,
negli edifici comunali o in case abbandonate? O addirittura nel
Comune stesso?
7°
Perché
certe consultazioni vengono sbandierate
fino alla nausea in televisione, con lunghe dirette noiose e
inconcludenti, e altre no? Che siamo colpiti da complotti statali e
parastatali? Non siamo in America, nazione paranoica per i complotti.
8°
Come
mai nelle votazioni, sia alla Camera che al Senato, la
minoranza (es del 2%) conta è invece quando ci sono le elezioni e la
minoranza raggiunge anche il 30 %, questi non valgono nulla?

10°
Se
si vogliono avere dei diritti ricordatevi
che prima bisogna adempiere ai doveri, se no non è più democrazia
ma altro. E chi crede di eludere i propri doveri non pensi che non ne
subirà le conseguenze.
M.
Nove 19/04/16
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Quelle strane parole del Nuovo Spot
Tim: "La libertà di non dover più scegliere"
Da qualche giorno sul canale RaiNews la Tim ha lanciato una nuova campagna di spot promossi dal videomaker e regista siciliano Pif. Niente di strano, se non fosse, che sul finire del messaggio lo stesso pronuncia le seguenti parole, sapientemente scritte da qualche creativo: "...perché le nuove tecnologie ti danno la libertà di non dover più scegliere".
Lì per lì non ci avevo fatto caso, se non fosse stato per quel NON... mi sono chiesto perché utilizzare una negazione in un messaggio positivo? Al che ho aspettato il successivo passaggio ascoltandolo meglio; ed ecco quanto sopra. Com'è possibile che il più importante gestore di telecomunicazioni nazionale stia invitando le persone a non dover più scegliere?
In un mondo globalizzato nel quale siamo immersi, il teorema che sembra essersi affermato, perfino come una vera e propria conquista, è il seguente: "più possibilità di scelte si hanno, più si è liberi. E più si è liberi, più si è felici". Ma è poi davvero così? Ad uno sguardo più approfondito le cose si complicano.
Diversi studiosi hanno, infatti, orientato la loro ricerca e pubblicato saggi a smontare tale sillogismo. Dal "Paradosso della scelta" del docente universitario americano Barry Schawartz, alla "Tirannia della scelta" della psicanalista e criminologa slovena con cattedre a Londra e a New York, Renata Salecl, sembra che l'effetto prodotto da tanta libertà disponibile sia l'ingessamento nella realtà tale da produrre un pericoloso immobilismo che non fa giungere mai ad una scelta autentica.
Nell'opera Aut-Aut del filosofo Søren Kierkegaard, di cui il 20 febbraio cade il 173° anno dalla pubblicazione, le sue profetiche parole ci chiariscono le idee.
"... Immagina un capitano sulla sua nave nel momento in cui deve dar battaglia; forse egli potrà dire: bisogna fare questo o quello; ma se non è un capitano mediocre, nello stesso tempo si renderà conto che la nave, mentre egli non ha ancora deciso, avanza con la solita velocità, e che così è solo un istante quello in cui sia indifferente se egli faccia questo o quello. Così anche l'uomo, se dimentica di calcolare questa velocità, alla fine giunge un momento in cui non ha più la libertà della scelta, non perché ha scelto, ma perché non lo ha fatto; il che si può anche esprimere così: perché gli altri hanno scelto per lui, perché ha perso sé stesso...".
La verità dunque è che non scegliamo già. Poiché la tecnologia viaggia ad una velocità tale che non possiamo, anche volendo, scegliere di fronte all'illusione della disponibilità del tutto. La Tim, in fondo, si è limitata a dirci solamente quello che già accade...
Lì per lì non ci avevo fatto caso, se non fosse stato per quel NON... mi sono chiesto perché utilizzare una negazione in un messaggio positivo? Al che ho aspettato il successivo passaggio ascoltandolo meglio; ed ecco quanto sopra. Com'è possibile che il più importante gestore di telecomunicazioni nazionale stia invitando le persone a non dover più scegliere?
In un mondo globalizzato nel quale siamo immersi, il teorema che sembra essersi affermato, perfino come una vera e propria conquista, è il seguente: "più possibilità di scelte si hanno, più si è liberi. E più si è liberi, più si è felici". Ma è poi davvero così? Ad uno sguardo più approfondito le cose si complicano.
Diversi studiosi hanno, infatti, orientato la loro ricerca e pubblicato saggi a smontare tale sillogismo. Dal "Paradosso della scelta" del docente universitario americano Barry Schawartz, alla "Tirannia della scelta" della psicanalista e criminologa slovena con cattedre a Londra e a New York, Renata Salecl, sembra che l'effetto prodotto da tanta libertà disponibile sia l'ingessamento nella realtà tale da produrre un pericoloso immobilismo che non fa giungere mai ad una scelta autentica.
Nell'opera Aut-Aut del filosofo Søren Kierkegaard, di cui il 20 febbraio cade il 173° anno dalla pubblicazione, le sue profetiche parole ci chiariscono le idee.
"... Immagina un capitano sulla sua nave nel momento in cui deve dar battaglia; forse egli potrà dire: bisogna fare questo o quello; ma se non è un capitano mediocre, nello stesso tempo si renderà conto che la nave, mentre egli non ha ancora deciso, avanza con la solita velocità, e che così è solo un istante quello in cui sia indifferente se egli faccia questo o quello. Così anche l'uomo, se dimentica di calcolare questa velocità, alla fine giunge un momento in cui non ha più la libertà della scelta, non perché ha scelto, ma perché non lo ha fatto; il che si può anche esprimere così: perché gli altri hanno scelto per lui, perché ha perso sé stesso...".
La verità dunque è che non scegliamo già. Poiché la tecnologia viaggia ad una velocità tale che non possiamo, anche volendo, scegliere di fronte all'illusione della disponibilità del tutto. La Tim, in fondo, si è limitata a dirci solamente quello che già accade...
Articolo di:
Silvio Aparo
Spot sbagliato volutamente o solo per caso? Certo che far digerire che noi non possiamo essere liberi di scegliere non è molto confortante. Già la pubblicità ci tratta come "cretini patentati" ma arrivare a questi estremi mi sembra esagerato e in mala fede. Senz'altro la velocità degli spot, la sovrabbondanza, l'invadenza non aiuta a salvarci dalla moltitudini di messaggi, però visto e considerato che si paga un canone e paghiamo anche un garante forse è meglio che certi messaggi vengano tolti e castigati chi li produce. E certi personaggi che si atteggiano a salvatore della Patria farebbero meglio a stare attento a quello che fanno e dicono.
M. Nove
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Venti
parole, più due punti "zero", per guardare all'anno
nuovo cercando di correggere gli errori!
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0
|
Auguri
|
Piccola
parola che con "grazie"indica molto. Un appartenenza, un
unione, una civiltà e un vivere sociale. Non guasta il fatto che
è gratis e non "pesa"su nessun strato sociale.
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1
|
Banche
|
Da
millenni hanno fatto il loro dovere sociale e poi... si sono
incarognite dietro a speculazioni e facili guadagni. A Nostre, di
risparmiatori, spese. Facile fare i soldi con la vil moneta degli
altri ed altrettanto facile recuperare le perdite dai soliti. E
loro non pagano... mai. Tanto quando gli serve chiudono alla
faccia del salvataggio. Meditate risparmiatori e Voi del governo.
Le elezioni sono sempre dietro all'angolo e la rabbia è sempre in
tasca.
|
2
|
Amici
degli amici
|
Sinonimo
di corruzione, malaffare, imbrogli, mangia-mangia, prendi tutto
alla faccia degli altri, scandali, fallimenti, montagne di soldi,
speculazioni, salvataggi, meglio un giorno da... che i rimanenti
da persone qualunque, coglioni gli altri, furbetti, accaparratori,
ignoranti, menefreghisti, minoranza, sempre gli stessi, padroni di
tutto, controllori di se stessi, politici, legislatori ad
personam, vittime alle TV, censori di giornali, padroni di
giornali, si fanno pulire il culo dagli altri, mangiano male in
ristoranti da cinque stelle a spese di altri, le caramelle anche
quelle a spese di altri, i coglioni dei figli sistemiamoli o sennò
che cazzo fanno?, le amanti se le passano e senza preservativo,
povere le mogli che vanno aletto con uno che non si protegge,
spaccano telecamere, spaccano le palle, sorridono in televisioni
che nessuno vede più, fanno tendenza, parcheggiano nei posti
riservati agli invalidi e se ci fosse un Dio saprebbe che fare,
filosofeggiano, vanno alla Scala per farsi vedere tanto dormono,
nei musei non capiscono ma riescono a non sbadigliare, la scuola è
un disturbo dato che devono portarci i figli forse neanche suoi, i
giornali li compra per pulirsi le scarpe dalla merda del proprio
cane che calpesta... mi fermo che la nausea aumenta. Tanto avete
capito che sono loro "gli amici degli amici". Una piaga
sociale.
|
3
|
Casa
|
Il
gioco della tassa sulla prima casa che va e viene e va è sempre
lì come la spada di Damocle. Il problema che ogni volta che si
toglie entrano altre subdole tasse e quando ritorna si somma a
quelle esistenti. Niente si distrugge ma tutto si perpetua e
accresce. Intanto il Bel Paese è pieno di case e appartamenti
vuoti e inservibili. Omaggio al dio cemento.
|
4
|
Chiesa
|
Vatileaks
1 e 2, pedofilia, Ior, giustizia da medio evo, diritti negati,
guerre in nome di non si cosa, giubilei (in)utili, presenze fisse
nelle televisioni, giornali, scuole e risuscitamenti di populismi
egoistici. L'amore, la fratellanza, l'unione, la benevolenza, il
perdono dove sono?
|
5
|
Cibo
|
Ultimo
baluardo delle persone stufe del marciume che circonda tutto il
vivere quotidiano. Il cibo sembra essere l'unica cosa che unisce e
affratella. Per scoprire che "ammazza"anche. Leggete le
etichette e "forse"nessuno mangerebbe più niente. Tutto
fa male, la carne perché allevata con antibiotici e mangimi
strani, il pesce inquinato dal mare deteriorato, le verdure
crescono su terreni dove non si sa cosa c'è sotto. I zuccheri
sono ovunque anche dove non c'è ragione di esserci. Che fare?
Ognuno di noi lo sapeva, adesso è solo caos e dimenticanza.
|
6
|
Confini
|
Una
volta c'erano i mari, i fiumi, le montagne, la natura, gli immensi
spazi ora si ergono muri di cemento, filo spinato, motovedette con
armi a bordo, forze armate equipaggiate al massimo, idee
populiste. Il tutto per fermare l'avanzate delle popolazioni che
scappano dalle guerre, dalla fame, dalle disperazioni, dal vivere
senza futuro. E niente li ferma... neanche la morte. Perciò dite
a che servono i confini? E come pensate di usarli?
|
7
|
Cultura
|
Ci
hanno buttato in faccia che con la cultura non si mangia. Eppure
la dimostrazione del contrario è alla vista di tutti. La gente, i
turisti e non cercano la cultura con tutti i mezzi. E i guadagni
ci sono. Il problema che se la sono mangiata loro, i politici, la
cultura e poi vengono a dire che non si mangia. A parte le
polemiche, bisogna dire che però l'impoverimento culturale incide
molto sulla vita sociale di un Paese. Senza cultura si ritorna
alle barbarie, si perde la memoria di chi siamo, scordiamo di
appartenere al genere umano e non potremo più godere di bellezze
naturali e di quelle create da Noi. Senza cultura non c'è
istruzione ma solo ignoranza, intesa come non sapere niente di
niente. Se volete vivere così accomodatevi, siete vicini alla
meta. Ma non pretendete che poi qualcuno vi risolva i problemi che
nasceranno, le malattie che verranno e i "nemici"della
porta accanto.
|
8
|
Democrazia
|
Parola
abusata e svuotata del suo valore. Penso che pochi, oggi, sappiamo
cosa sia, tolto il termine in se stesso. Sarebbe meglio applicarla
più che evocarla. Soprattutto togliamoci dalla mente che la
democrazia indica portare militari, armi e guerre in quelle parti
del mondo dove si pensa che non ci sia. Invece dei soldati provate
a non vendere più le armi a quei popoli. Credo che il risultato
sia migliore. Provate ad aiutarli a sostenere un economia
sostenibile e vedrete che l'esodo di persone si ferma. Importate,
senza imporla, la cultura e vedrete la gente non odiare più.
Lasciate la religione in luoghi predisposti e la gente amerà
oltre al loro Dio anche gli altri esseri umani. Chi vendeva armi e
democrazia potrebbe buttarsi sui punti di cui sopra e il suo
guadagno ci sarebbe lo stesso. Facile.
|
9
|
Donne
|
Quote
rosa, percentuale fisse per responsabilità pubbliche, soldato,
ministre, ammazzate, puttane tranne madri e sorelle, omertose,
artiste all'ombra, giornaliste... Sono tutto e niente in questa
società maschile fatta da uomini per uomini. E quando raggiungono
certi settori, come la politica, stranamente imitano i loro
colleghi maschi. Forse sono scelte per quello e non per i meriti?
Imitatrici. Di un prototipo che loro per prime devono combattere.
Senz'altro è meglio vedere una in minigonna e tacchi a spillo...
che batta la propria scarpa, di marca, sullo scranno dell'aula per
contraddire i colleghi che ugualmente vestita assentire come un
oca al proprio leader. Non una questione di immagine, come pensano
i maschilisti, ma di forma, come partecipe della vita quotidiana e
sociale. E togliamo certe parole dal vocabolario: femminicidio,
brutto termini sia di sostanza che di forma. Un delitto è un
delitto e leggi prevedono già la pena. Piuttosto facciamo i
processi più veloci e sicuri.
|
10
|
Europa
|
Millenni
di guerre, decenni di pace, culla di cultura e per finire, unica
volta nella storia, unita. Il miraggio, l'illusione e la speranza
si sono infrante nei sciocchi egoismi, non dei popoli, dei
governanti di queste nazioni. Per intenti elettorali, per
rivincite personali e per egoismo pecuniari i vari governi
vogliono tutto e solo per loro. Così è crollato la mitica unione
dell'Europa. Cosa ci si poteva aspettare da una parte del mondo
che è stata sempre in guerra tra loto fin dai tempi antichi. I
governi europei sono bambini che non vogliono crescere, al
contrario della popolazione che è cresciuta. Girando da uno Stato
all'altro senza confini.
|
11
|
Giovani
|
Vittime
sacrificali di una politica vecchia e becera, anche se formata da
"giovani". Per governare non basta avere quarant'anni,
solo nel presente, ma possedere un cervello giovane, pieno di
futuro e aspettative. Vittime del presente, appunto, fermi sul
precipizio come iloti da sacrificare per il bene solo temporaneo
di pochi eletti. Persi quest'ultimi negli intrallazzi, negli
scandali e nel passare per vittime quando vengono scoperti.
|
12
|
Inquinamento
|
Isole
di plastica al largo degli oceani, pesci radioattivi,
trivellazioni così in profondità da spaccare tutto, acqua
impregnata di minerali non sani, aria irrespirabile, coltre di
smog scambiata per nebbia, targhe alterne, fare auto che non
inquinano no?, tutti a piedi, tirando l'auto come carrettino, o
sennò le industrie chiudono, fabbriche che per non chiudere non
usano filtri e protezioni, la raccolta differenziata che sta già
annoiando tutti, la carta per terra, le deiezioni dei cani che i
padroni non raccolgono, li amano talmente che sarebbe un dispetto
raccoglierla potrebbero offendersi, tutti sui bus, molti inquinano
di più delle auto, le luminarie sotto le feste, cibi con
etichette da laurea di biologia, pane con dentro lo zucchero, che
cazzo ci fa li?, ansie, teledipendenza, McDonalds uniti,
fazzoletti di carta, medicinali in più del dovuto, il fai da te
in ogni cosa tranne che nell'hobby sano e rassicurante, prati di
casa da tagliare in continuazione ed innaffiare. Come disse uno
continuiamo a farci del male ma... non lamentiamoci per lo meno.
Anche quello è inquinamento.
|
Lavoro
|
C'è
o non c'è? Un miraggio, una chimera, un sogno o una favola da
raccontare prima di andare a nanna? In un Paese dove una classe
politica (ormai penserete che c'è l'abbia con la politica... ed è
vero) si è mangiata tutto il sociale aiutante e inserendo gli
"amici degli amici"non poteva di certo starsene
tranquilla con il lavoro. Infatti, la prova provata è sotto gli
occhi di tutti. E ditemi che sono allergico alla politica. Di
questo Paese senz'altro. Resisto perché nonostante tutto lo amo
questo Paese.
|
|
14
|
Mafie
|
Le
mafie non esistono, da noi quando mai?, un invenzione dei media,
delle fiction di successo, qui siamo tutti di "noi",
cosa nostra è degli altri, l'Europa impone che non esistano le
mafie, tarallucci e vino, unione, economia sommersa, le scorte
inutili, soldi spesi e tanti, mafie che risorgono dalle nostre
ceneri, pianti, urla, interviste, ossessione, quotidianità,
grandi società globalizzate, inquinatori, l'isola di plastica. E
altro che noi miseri umani non immaginiamo ma come pesci nella
rete a strascico ci siamo di mezzo.
|
15
|
Nord-Sud
|
Un
detto dice che c'è sempre qualcuno più a sud di un altro. Come
c'è sempre uno più al nord. Se il pianeta è rotondo allora
ognuno di noi a un certo punto si troverà a sud degli altri e poi
a nord e poi di nuovo a sud. E così via di rotolamento in
rotolamento. Per alcuni era meglio se la Terra rimaneva "piatta",
avrebbe una freccia in più al suo arco populista. Intanto l'ovest
e l'est guardano annoiate, il mito, la leggenda, l'unità e la
voglia di vivere è solo loro. Meditate.
|
16
|
Populismi
|
Il
populismo fa parte della nostra identità, quella che va sotto il
nome di ignoranza. Basta guardare in un asilo nido dove bambini di
più razze (che brutta parola razze basta dire uomini e donne)
giocano e vivono insieme. Poi basta alzare gli occhi e osservare i
loro genitori. Ed è lì che si nota la nota stonata. A loro da
fastidio che il figlio giochi con altri bambini. E il colore della
pelle non conta, ci siamo scordati che non molti anni fa i
populisti si scagliavano contro i meridionali che se non erro
erano, sono e saranno della stessa razza, stesso colore, stesso
Paese e stessa lingua. Nei vocabolari come sinonimo di ignoranza
bisogna aggiungere populismo e razzismo.
|
17
|
Quirinale
|
Rappresenta
Noi tutti, nel bene e nel male. Anche nella paura collettiva di
attentati. Per questo non c'era la rappresentazione alla prima
della Scala, in odore di attentati. Per poi partecipare al San
Carlo di Napoli, fuori dalla lista nera. Coincidenza? Può darsi
ma brutta dimostrazione di rappresentanza di noi tutti. E poi
quando parla potrebbe smettere di tramettere ansia? Non tanto
nelle parole ma nel tono.
|
18
|
Riforme
|
Tante,
in aumento, continue ma... niente cambia nel vivere di ogni
giorno. Come mai? Che siano sbagliate? Inutili? Non azzeccate?
Servono a pochi? All'Europa? Alle minoranze parlamentari? A fini
elettorali? Agli amici degli amici? Alla gente? A me? A te? A
tutti? A nessuno? Boh, ennesimo mistero che in futuro la Storia
spero che saprà risolvere.
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19
|
Sinistra-Destra
|
Nell'antichità
c'era solo il dominio del più forte, poi dei re e imperatori, poi
della nobiltà e poi della politica in poche mani. Tutto
naturalmente lontano dalla gente comune. Poi le rivoluzioni,
sempre finite male per il popolo, le ideologie, inculcate da pochi
a molti, poi l'equità, a parole, poi le dittature, sempre
presenti, la religione, mai mancante, destra e sinistra,
sputtanata da chi ne parla, e la modernità, un caos dove tutto si
confonde. E smettetela di dire che destra e sinistra non esistono
più, falso. Per esempio nel crac bancario la sinistra avrebbe
salvato istruendo e a facendo leggi di salvaguardia i
risparmiatori. La destra invece avrebbe salvato solo le banche,
come sta avvenendo con la scusa di salvaguardare i risparmiatori.
Colpevoli quest'ultimi di seguire le leggi fatte per le sole
banche. Ritorniamo alla distinzione di sinistra e destra, aiuta a
capire come ci si deve comportare nella società.
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20
|
Terrorismo
|
La
paura del presente. Paura che ad essere colpiti siano proprio la
gente comune, normale, noi tutti. Sempre i soliti a dover pagare
il conto voluto da altri. Non dico di colpire i palazzi delle
istituzioni nel pieno del loro lavoro, sarebbe un istigazione, che
non voglio proprio proporre, ma avrebbe un senso, sempre che
terrorizzare lo abbia un senso. Fatto sta che la paura è nostra e
già usciamo poco per l'inquinamento e la poca disponibilità
economica.
|
0
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Ultimi
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Beati
gli ultimi se i primi saranno onesti. Ricordiamo queste parole e
tiriamo avanti per un altro anno... e poi un altro ancora...
|
M. Nove
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13 novembre 2015
Attacco terrorista a Parigi. In più punti della città e dove la gente, del luogo e turisti, si assembrano per passare una serata nella meravigliosa metropoli. Tanti i morti e feriti. Tante le chiacchiere e qualcuna anche di troppo. L'allarme è mondiale prima che Europeo e i capi di Stato sono corsi subito ai ripari. Alle misure di emergenza e, ahimè, alle chiusure delle frontiere. Per lo meno la minaccia di farlo. Si parla anche di guerra e di cacciata dello straniero. Così facciamo solo il gioco del terrorismo, entriamo nel loro gioco preferito: destabilizzare e impaurire. Loro non hanno niente da perdere ma solo da "conquistare & guadagnare", invece noi gente comune abbiamo da perdere tutto. La nostra dignità, la nostra libertà, il nostro modo di vivere, la nostra arte e la nostra vita in comune con tanti nostri simili. Perciò bisogna dirlo forte che NOI non abbiamo paura e non ci piegheremo al loro lercio riscatto di terrore. Lo dobbiamo alle persone cadute per mano di una minoranza che senz'altro non sa che cosa sta facendo. Non ci sono ideologie, religioni e vendette che giustificano la strage di innocenti, ignari e vittime come loro se non il doppio di loro. E gridiamolo forte il gioco del terrorismo alla fin fine si risolve solo in vil denaro e nel potere di guadagni sulle risorse di Terre e popolazioni da sfruttare. Lasciamo che i capi di Stato parlino fra loro per arrivare a qualche tipo di soluzione che non sia la solita della guerra. Visto che fino adesso non ha funzionato. Anzi. E soprattutto smettiamo di dire che da oggi tutto è cambiato. Come tutto era cambiato il 11 settembre del 2001. Niente è cambiato allora e molto probabilmente niente cambierà ora. Le grandi multinazionali faranno il loro sporco lavoro e la Terra e i Popoli ne pagheranno le conseguenze. Soprattutto smettiamola di cavalcare queste tragedie per i propri fini elettorali. Vogliamo una volta per tutte riunirci, tutti, attorno a un tavolo e discutere? Lasciando da parte populismi, destre, sinistre, religioni e soldi.
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Il quotidiano francese Le Monde scrive che Glucksmann aveva rappresentato «il legame tra due generazioni di intellettuali, quella di Sartre, Aron e Foucault e quella dei “nuovi filosofi” che avevano formato un gruppo in rottura con il marxismo negli anni Settanta». Glucksmann è stato un militante per i diritti umani e uno dei protagonisti del “maggio francese”, un periodo di grandi manifestazioni e movimenti di rivolta tra maggio e giugno del 1968 in Francia.
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La corsa alle "bustarelle", dette anche ciliegie nel senso che una tira l'altra, è sempre aperta. A quando una normativa che preveda solo l'apertura a pochi mesi all'anno? Anche a poche settimane, magari nel periodo estivo in cui la gente ha altro da fare. Una soluzione adatta alle esigenze di tutti visto che il fenomeno invece di calare sembra aumentare, come una malattia. Anche se bisogna dire che colpisce sempre gli stessi "ammalati" o alla loro cerchia ristretta. Poi per rendere la cosa più eccitante facciamo che ogni tot bustarella, o ciliegia che dir si voglia tanto il succo non cambia, sia vuota. E chi la prende se lo prende in quel posto, tanto basta intascare o no? E gli altri? Tutti gli altri? Rimangono come quelli che aprono i pacchi sbagliati e sempre vuoti. Stravolgendo un detto possiamo dire che "uno prende per fregare, gioire ed "educare" tanti altri".
M. Nove
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«Il papa può dire qualsiasi cosa, qua non è possibile... Non esiste». La frase così letta fuori dal contesto non si capisce, ma quando si scopre chi l'ha detta ci si scopre soli e abbandonati. Proprio da quelli che invece fanno dell'accoglienza e della benevolenza un vanto. Qualcuno dirà che sono uomini anche loro, i preti appunto, e come uomini possono sbagliare. E poi altri avranno anteposto la carità ai propri istinti umani. Anzi la maggioranza avrà aiutato e dato ospitalità. Eppure il danno che questa, presunta, minoranza sta facendo è molto grave e destabilizzante e certamente allontana la gente da una religione che professa una cosa e la esercita all'incontrario. Mi auguro che il Santo Padre allontani questi uomini e dia ampio risalto alla vicenda. Il populismo lasciamolo alla gente meschina e poi mi raccomando venite a dire di prendermeli io i profughi. Avessi soldi, potere e influenza lo farei senz'altro. Così invece sarebbe una condanna per tutti e forse per questo sto dalla loro parte. Un profugo nella mia terra, nel mio paese, nella mia casa. Con tutte le iniquità che ci sommergono. E non avrei certamente un aiuto da parte del clero e di quelli che predicano il populismo, che se ne fregano della gente normale e dei loro bisogni. Bisogni di una dignità di vivere in armonia con tutti e tutto e non pensando solo a campagne elettorali perenni. Comunque la pensiate rimane il fatto che si sta formando un clero che vuole decidere su tutto l'aspetto vitale di noi esseri e poi ci abbandona nei momenti del bisogno. Dimenticando che molti dei profughi sono cristiani come la maggior parte di noi. Meditate.
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Quando le parole valgono poco o niente. O forse è chi le pronuncia che non vale niente? Dubbio amletico di non facile soluzione visto che che nessuno, e dico nessuno, capisce più niente di niente come se tra noi parlassimo lingue diverse.
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Un saluto per chi si ricorda che il 1° ottobre era anche il 1° giorno di scuola. Un giorno che i poveri bambini nati in questo giorno non avevano il coraggio di festeggiare il proprio compleanno. Fatto che naturalmente non pesava dato che allora non si usava festeggiare come al giorno d'oggi. Pure gli infanti sono venuti su bene lo stesso. Senza invidia, capricci e spese costose. In più permetteva agli studenti più grandi di guadagnare qualche soldino con i lavori nelle campagne. Adesso si vedono gli extracomunitari allora si vedevano studenti e studentesse. Il mondo, in apparenza, cambia ma la memoria dovrebbe rimanere per quei piccoli attimi di vita vissuta e che non ritorneranno mai più.
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L'economia, questa “bestia
nera” dentro l'anima sociale.

29/06/2015
M. Nove
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Il dubbio tra tanti dubbi

Altro dubbio che non
lo è poi più di tanto. L'incandidabilità di certi nomi.
Presentabili e impresentabili come li hanno chiamati i media. C'è
una lista che per non si sa per qual motivo viene rinviata di giorno
in giorno. Fino alla dimenticanza dopo le elezioni. Tirartela fuori
tanto i leader hanno già detto che non se ne fanno nulla di
quell'elenco. Arroganti e privi di palle, per due poltrone molti
cittadini devono sorbire la presenza di certa gente, che mi augura
che dimostrino la loro estraneità ai fatti a loro attribuiti. Poi in
un indomani, visto che non sono poi tanto vecchi, possono a testa
alta entrare dalla porta principale nella politica. Tanto le elezioni
ci sono sempre e dovunque. Per adesso direi di rispettare le leggi.
Senza polemica. Questo per lo meno lo dovete a noi elettori. Già il
fatto che se ne discute purtroppo non è un buon segnale sulla
serietà di chi verrebbe fare politica. Oppure come dice quel tipo un
po' strambo: una solida poltrona vale di più che di una buona
politica.
28/05/15
M. Nove
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Rubare l'anima delle vicende
In settimana le solite
catastrofi, politiche, guerre, disastri economici e altrove e poche
risate, di gusto per lo meno. Inutile portare i bimbi a scuola, con
la macchina per fare solo pochi metri, poi andare sul lavoro, sempre
in auto tanto l'autostrada e la benzina la regalano, poi riprendere i
figli, mangiare di fretta e ritornare chi al lavoro e chi a portare i
bimbi per le attività didattiche e/o sportive. Oggi c'è il tennis,
l'equitazione o corso di taglio e cucito? Non si può ricordarsi
tutto. Alla fine tutti a casa a mangiare a vedere la TV e poi a...
Sempre di corsa nella speranza che le cose del mondo si dimenticano
di noi e che vanno a disturbare gli altri. Specie quelli che non
hanno un cazzo da fare nella giornata. Invece niente. Tutto accade
anche qua, appena fuori dalla porta e ci meravigliamo e nella nostra
"stupidità" incolpiamo altro. Un bel oscuro e misterioso
altro. Invece. Invece siamo qua a parlare del solito tran tran di
"sotto casa nostra". Come il balletto del rimborso dovuto
ai pensionati. Si danno o non si danno? A tutti o a nessuno, oppure?
Tutti, i pensionati, in attesa del... "sorteggio"
favorevole. Dico i pensionati dato che le altre categorie hanno altri
problemi e altre finalità, che indirettamente c'entrano molto con il
rimborso. Se danno i soldi da una parte non li hanno per l'altra.
L'equilibrio naturale delle cose del battito delle ali di una
farfalla che si ripercuote su altro. Molte soluzioni, dare a tutti,
scartata subito incolpando l'Europa, capro espiatorio perfetto, dare
a pochi, scegliendo tra gli amici degli amici?, dare a nessuno, la
loro idea fissa e sicura, così non scontentano nessuno, dare a rate,
sa troppo di banca e nessuno le ama più le banche. Dare una tantum?
Ecco la soluzione finale, dare poco e che non incide poi sulle
prossime elargizioni come da legge. Naturalmente solo alle pensioni
più basse. Con buona pace per chi ha scatenato, con la denuncia, il
putiferio. Uno di quelli con la pensione più alta. "Cornuti e
mazziati" come si dice da... ogni parte di questo strano e
diviso Paese. Vedremo e prima o poi andremo ancora a votare e
allora... Pensate se ogni cittadino applicasse la stessa
irresponsabilità, elargita goffamente dal governo, nelle vicende di
ogni giorno. Nelle rate dei mutui che non si possono più pagare,
diamogli una tantum, in base al reddito, e ciao ciao ai suonatori.
"Loro" stanno facendo così. Noi no, non lo permettono.
Passiamo ad altro
argomento. Più leggero e frivolo. In una delle solite passeggiate
giornaliere, diecimila passi all'aria, poco pulita, ma salutare,
passando davanti a una scuola superiore ho visto nel parcheggio oltre
alle auto, molte, bici, poche, moto, infinite, due "ape"
Piaggio. Si proprio quelle che si vedono, raramente oggi, cariche
della più svariata mercanzia e guidate specialmente da contadini di
una certa età. La cosa ha colpito subito visto che i due mezzi sono
di quanto più lontano dai giovani. Anche se a guardarli bene con
quel tubo messo dietro come a sostenere altri passeggeri, posti nel
cassone come antenne, potrebbe essere una nuova forma di rodeo
urbano. Quando andavo a scuola c'erano molti motorini e poche auto e
tutte da urlo. Per cuccare, per oltrepassare gli sfigati. Le "ape"
Piaggio se ne vedevano molte ma al mercato, nelle strade sterrate e
nelle campagne. Guidate da gente per lo più strana e simpatica. Come
un vecchio zio dalla stazza enorme che ricordo sempre chiuso nella
cabina. Lo vedevo anche fuori dall'ape ma mai lo visto salire o
scendere e mi domando come faceva quell'omone a farlo. Che fossero
due, uno nell'ape e uno fuori? Questi nuovi apisti me li immagino,
belli come i giovani d'oggi, avete notato che non ci sono più i
brutti tra i giovani?. Li avevamo tutti ai miei tempi. Oh, quanti.
Oggi sono tutti alti e asciutti come sportivi. Sicuri e diciamolo, in
tutta sincerità, devono essere delle specie di capobanda. Gli altri
verrebbero presi in giro per tutto l'anno scolastico. Come gli
sfigati di una volta. L'umiliazione fra i banchi è ancora rimasta.
Stavo per fotografare i due mezzi quando mi fermo e non scatto più.
Un pensiero selvaggio, libero. I nativi americani dopo che li hanno
sterminati i bisonti affamandoli di fatto, dopo averli messi in
riserve li volevano anche fotografare. Molti si rifiutarono dicendo
che così li avrebbero anche rubato l'anima, che per loro sarebbe il
ricordo di tutta la vita di gente libera. Ecco fotografarli avrebbe
sminuito la visione onirica, innocua in se stessa, e avrebbe nascosto
in un file digitale il mistero di quelle due "ape" Piaggio.
Parcheggiate tra auto, moto e bici, vicine e tronfie.
Ultimo argomento un
dubbio innocuo, inesistente e forse fasullo. Nel supermercato davanti
al banco gastronomia una fila lunga impaziente. Il cliente, una
donna, di turni chiede un pollo. La commessa chiede se vuole il
normale a tot prezzo o quello ruspante ad altro costo. Più caro.
L'attesa nella fila fa male perché ho incominciato a farmi venire
dubbi atroci. Perché il pollo ruspante deve costare di più? Lo so è
più sano, più libero, più selvaggio, più biologico. Ho capito. Ma
ragioniamo. I polli nelle gabbie minuscole, sono stressati, non si
possono muovere, mettono su grasso e mangiano mangimi che costa caro.
Come caro è la corrente elettrica per illuminarli e il riscaldamento
immagino. Il lavoratore che controlla. Hanno un costo. Le galline
nostrane invece libere nelle aie, cortili di cascine, o nei pollai
immensi. Nessuna spesa per luce e riscaldamento e poco mangime.
Beccano per terra come dovrebbero fare. Senz'altro la gallina è più
magra, robusta e poco stressata. Lo stress arriva quando devono
prenderle e caricarle sui mezzi, nelle stie, le gabbie dei volatili
secondo l'enigmistica e via. Come costo di materia prima si denota
uno squilibrio evidente. Perciò si acuisce che la differenza di
costo dipende dal fatto che è bio, che è di moda così. La vogliamo
smettere di specularci sopra, noi consumatori vogliamo mangiare bene
spendendo il giusto e non secondo il business del momento. Anche
perché voglio vedere qualcuno trovare la differenza di gusto in un
pollo arrostito come lo fanno nel grill del supermercato.
24/05/15
M. Nove
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Il “lupo” e i tre
“argomenti”.
%2B-%2BCopia.jpg)
L'ascoltare mi riporta direttamente alla "buona scuola".
Che già il nome è tutta una storia. Se è nata una buona scuola
forse vuol dire che quella di prima era "cattiva"? Ma se
veniamo dall'essere riconosciuti nel mondo, dico mondo, come una
delle migliore scuole del pianeta Terra. Ed era "cattiva"
quella scuola? I nostri laureati nel mondo, riconosciuti come tra i
più capaci, ricordatevi che vengono dalla "cattiva"
scuola. Perciò togliamo la parola buona e mettiamo scuola
sostenibile, democratica, pubblica e laica, come quella di prima. Una
scuola con la esse maiuscola... e basta. La Scuola. Una volta ci
insegnavano che se una cosa funzionava non si cambiava. Sento gente
che grida da dove incominciare. Da tutto quello mai fatto fino ad
oggi. Ci si è riempiti di grandi lavori con colate di cemento a
destra e a manca, spesso inutili. Possibile che non si sia arrivati a
pensare alla ristrutturazione degli edifici scolastici? Anche lì ci
vuole cemento, tanto e senza togliere nulla alla natura. Forse il
trucco sta che le grandi opere poi rimangono alle imprese che le
costruiscono con un doppio guadagno futuro. Loro si che ci pensano al
futuro altro che... Invece le scuole rimarrebbero allo Stato.
Ristrutturazione fisica degli immobili, al posto di grandi opere
inutili, di pari passo adeguamento tecnologico del sapere con i nuovi
sistemi ma con un occhio agli sprechi nei approvvigionamenti.
Applicazione della meritocrazia come si usava una volta. Si entrava
nel lavoro con una categoria inferiore, dopo un tot di anni si
passava a quella superiore, automaticamente, e così di seguito per
finire ai direttori, presidi o manager scolastici che passano solo
con concorsi e solo negli ultimi cinque anni di lavoro, prima della
pensione. Molti si chiederanno ma con tante idee perché non mi do
alla politica? Per il semplice motivo che queste idee sono di quei
cittadini che portano avanti la società e per questo la vorrebbero
migliore. Anche sul punto della scuola quello che viene fuori con
prepotenza è il mancato ascolto delle istituzione alle varie parti
sociali, corpo insegnanti, sindacati e cittadini. Tutti a parlare di
ascoltare ma anche quando lo si fa poi in definitiva non si ascolta.
Non basta sedersi intorno a un tavolo, farli parlare e poi spegnere
la "radio", timbrare e andare avanti per la propria strada.
Questo, lo dico a tutti, non è ascoltare e neanche parlare. Questo è
menefreghismo ammalato di despotismo. Fin da piccolo sono stato
educato che quando si discute alla fine sorgono compromessi e
avvicinamenti fra le parti in maniere da accontentare, quasi, tutti o
anche di non accontentare, quasi, nessuno. La discussione serviva per
variare, insinuare, avvicinare i vari partecipanti per un unico
scopo: il bene della comunità intera. Sapendo che non si riesce mai
ad accontentare tutti. Ma forse per questo, penso, che sia più
facile fare le cose giuste. Anche se impopolari. Dimentico che siamo
sempre in perenne campagna elettorale. E cerchiamo di evitare le
sceneggiate di lavagne chiarificatrici che dimostrano solo che siete
"studenti" che non avete studiato. Tutti noi ci siamo
trovati in quelle situazioni e le sappiamo riconoscere.
Il terzo
punto è il più tosto e complicato e qui bisogna gridarlo che
l'Europa non vuole, forse non può o non è in grado, di aiutare più
del solito. I respingimenti, che già la parola respingere è un
brutto sintomo della situazione, sono di difficile attuazione. La
situazione è delicata e complessa. La parola che forse bisognerebbe
usare è: esodo. Sarà colpa dei scafisti, della guerra, dell'Issi o
di quello che volete ma molte persone scappano di “loro”
iniziativa verso un mondo diverso, lontano da un futuro troppo certo
nell'unica fine possibile, l'oblio. Scappano dalla povertà voluta
dalle grandi imprese commerciali mondiali, dalla carestia dovuta allo
sfruttamento di miniere e sottosuolo da parte del mondo civilizzato,
dalla morte per mano armate da armi occidentali, dalle persecuzioni
etniche e religiose, dalle barbarie dell'uomo, dall'indifferenza
globale. Unica via di sopravvivenza quel mare che ha dato la civiltà
a molti paesi. Un mare che chiamano "nostrum", talmente
nostro che lasciamo che la povera gente ci vada a morire. E quando si
salvano la situazione non migliora, nessuno li vuole, ogni Paese ha
purtroppo i loro guai sociali. Poi logisticamente è impensabile solo
a pensarci di ospitarli tutti. Basta prendere un mappamondo per
capirlo. Anche le risoluzione populiste sono irrealizzabili. Andate
voi a sparare ai barconi e per ogni centro una medaglia di... merda
da applicare sul petto, così alla fine sarete ricoperti di... Poi ci
si mette anche l'Europa a tentennare, a non prendere decisioni o
votare contro. Contro cosa? Anche loro a sparare agli scafi? Forse
sarebbe ora di pensare alle politiche in quei Paesi africani da parte
dell'occidente e di smettere di sfruttarli e di vendergli le armi.
Ecco mandiamoli nelle ville dei venditori di armi, che se li tengano
un po lì. Neanche questa è una soluzione. Come neanche scrivere
queste riflessioni buttate li su un foglio. La realtà travalica le
più buone intenzioni e se la natura è terribile nel suo
proseguimento fedele a se stessa come possiamo essere diversi noi
umani. Talmente intelligenti da distruggere tutto e tutti per avere
un solo posto nel mondo. Nel potere dell'oblio.
16/05/15
M.
Nove
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Nuova legge elettorale
Finalmente sono riusciti a fare una "nuova" legge
elettorale. Un parto lungo e travagliato e come insegna la storia
quando un parto è lungo e travagliato qualcosa di non chiaro esce
fuori, con le dovute conseguenze purulente. Con tanti problemi che ci
sono, ancora da risolvere. Va da sé che qualcosa dovevano pur fare?
Come fanno sennò a giustificare quel po' di denaro pubblico che
prendono? Certe se, certe volte, non facessero niente forse... Saputa
la notizia la maggioranza ha esultato. Prevedibile. Però, basta
uscire di casa e guardarsi intorno. Il cielo è nuvoloso, non doveva
sorgere il sole sull'avvenimento tanto atteso?, i negozi sono mezzi
vuoti come al solito, un costante ripetersi ogni giorno, i lavoratori
sono ancora lì dai Sindacati per ragguagli sul loro futuro. I
giovani manco l'ombra. Chi dorme, chi a scuola, chi ancora di ritorno
da chissà dove. Nessuno al lavoro. Mi correggo neanche a scuola,
sciopero del settore scolastico contro la buona scuola. Buona ad
andare in pezzi, fisicamente e moralmente. Buona scuola, buona legge
elettorale, buona giornata, mai buon lavoro, mai buona società, mai
buona salute. Se c'è una cosa buona e sottinteso che ci deve essere
una cos(in)a cattiva da qualche parte. Ho capito, siamo noi. Che non
accettiamo le briciole, fisiche, morali e culturali, che ci
elargiscono giornalmente. E in più abbiamo quel desiderio morboso di
andare a votare e per cui loro si devono impegnare a inventare nuovi
leggi e disposizioni. Bando alle polemiche, ben venga la nuova legge
elettorale e speriamo che qualcuno la spieghi a noi elettori, quelli
rimasti, cosa cambia, cosa c'è di diverso, cosa e come può servire
e chiediamoci a chi giova? Forse a noi? Noi, elettori in via di
estinzione, da che mondo è mondo si andava a votare con la nostra
carta d'identità, la scheda elettorale e la consapevolezza di
cambiare il mondo. Ci si divertiva a leggere il grande murales di
carta dove campeggiavano i vari partiti, tanti e sempre in aumento, i
vari simboli, quasi tutti uguali, a giocare a trovar la differenza se
sei capace, gli elenchi, poco visibili per mancanza di spazio, dei
canditati. La maggior parte per sbrigarsi, visto che nella cabina non
si può portare il murales di carta o altro, segnava solo il simbolo
del partito e se non aveva gli occhiali sbagliava pure. E i
candidati? Li sceglievano i leader di partito o forse noi tramite
loro. Poi vennero le liste già preconfezionate con nomi mai sentiti
o troppo noti al di fuori della politica. Noi intanto continuavamo a
segnare il simbolo del partito e con gli occhiali questa volta. Gli
occhiali hanno svegliato la coscienza di molti sul trucco delle
eguaglianze e perciò si sono astenuti sempre di più. Fregati una
volta va bé, due è concesso ma il terzo sarebbe solo presa per il
culo. E i tanti partiti? Come mai non hanno pensato anche lì a delle
liste preconfezionate? Cosi basta scegliere tra pari e dispari,
chiedendo scusa a pari e dispari, inteso come gioco. La nuova legge
elettorale da cosa si differenzia dalle altre, chi lo sa? I canditati
li scegliamo noi cittadini dicono. Ma quando mai? Quelli che conosco
sono delle mie parti e visto che non siamo tantissimi questi non
verranno mai scelti e allora? Li scegliamo noi? Ma andate a... Chi
vince oltre una certa percentuale governa da solo. Primo , la
percentuale è talmente alta che a parte le ultime Europee non si è
mai raggiunta. E non credo che verrà mai più raggiunta. Secondo
cosa serve ad andare a votare se chi vince non può governare? Anche
con il minimo scarto? Terzo le coalizioni servono solo ai giornalisti
per i loro servizi e i loro giornali e a far incazzare i cittadini
per il loro sporco gioco del cambio di casacca. Coalizioni amiche che
partono da una parte per arrivare dalla parte opposta nemiche e
ribaltare l'ovvio, per la loro logica clientelare. Qui avrei un idea:
se un gruppo cambia schieramento tutti a casa e ridare indietro i
soldi e senza venire rimpiazzati. Se rimangono e fanno ostruzionismo
allora spetta ai partiti mandarli a casa e sostituirli con gente un
po più seria. Anzi visto che a tutti piacciono i capi gruppi perché
non teniamo solo quelli e risparmiamo sugli altri? Qualcuno l'aveva
già detto? Lo so ma anche certa gente ogni tanto dice cose serie.
Magari per sbaglio. Quante cose si possono fare con i soldi pubblici
specialmente per rispalmarli. Poi tutti ma proprio tutti sempre a
dire che una legge elettorale ci voleva e adesso tutti a dire che fa
schifo. A parte che chi governa dovrebbe avere la responsabilità di
fare le leggi e gli altri se non riescono a bloccare, incanalare e
stravolgere l'altrui potere dovrebbero avere il buon senso di tacere
e dare speranza in un prossimo futuro. Quando saranno loro al governo
si faranno anche loro una nuova legge elettorale, tanto ci siamo
abituati, e avanti di questo passo. Sembra un circolo vizioso? Lo è.
Primo perché ci sono le stesse facce per da decenni, secondo ci sono
sempre gli stessi amici degli amici, terzo l'unica cosa che cambia è
la casacca di appartenenza. Un idea: se un politico dice che
sparerebbe sui barconi, per esempio, lo si manda a farlo sul serio. E
guardiamo cosa succede. Un altro dice che l'acqua è potabile una
tanica per dimostrarlo potrebbe bersela. Un altro dice di dare lavoro
a un milione di giovani ebbene se non riesce li paga lui per i
quaranta anni lavorativi. Non si risolverebbe niente lo stesso ma per
lo meno, forse, non direbbero più cazzate. Magari. Habemus legge
elettorale e allora? A noi cittadini e specialmente ai pensionati
intesserebbe di più sapere come e quando ricevere gli arretrati
sacrosanti che spettano. Anche lì finirà tutto a catafascio e con
un: chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto. E gli altri? Farsi
un partito e comprare diversi stock di casacche. Oppure… Oppure!
M. Nove
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1° Maggio

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I tre
momenti topici dell'Anti...

Il
secondo evento il 25 aprile, giorno della liberazione, anche in
questa data niente doodle. La foto fasulle del mostro di Loch Ness è
più importante della liberazione di uno Stato dalla guerra. In quel
giorno manifestazioni, ricorrenze e ricordi si sono sprecati in un
guazzabuglio babelico di informazioni, aneddoti e feste. Da una parte
all'altra, qui nel Nostro Paese è consuetudine che se qualcuno dice
bianco altri si sentono in dovere, dovere?, di dire nero e chi ci
governa per tenere i piedi nelle due staffe, di solito le staffe sono
due purtroppo, ci convincono, loro non lo sono ma questo non importa,
che è grigio. I politici in tutto questo sono gli unici fermi nel
loro propositi tutti gli altri passano da una parte all'altra come
api impazzite sui fiori che sanno di chimica. Le rievocazioni si
perdono allora in un groviglio di fatti, date, situazioni e
informazioni, il tutto mescolato e amalgamato che alla fine si ha la
sensazione che se il fatto non è detto non è accaduto, storicamente
purtroppo lo è, e se è detto sembra la ripetizione di un unico
gesto, annoiante. Cara RAI perché fare una trasmissione di diverse
ore e raccontare solo una piccola parte quando con logica
programmazione potevi diluirla in una settimana o un mese e
raccontare quasi se non tutto? Paura, pressione politica o calo degli
sponsor? Cosa? Il tempo passa e la memoria, dei vecchi, viene meno e
quella dei giovani non si è ancora formata. Fra anni il 25 aprile,
se lo lasciano i cari revisionisti, sarà solo una data amorfa in un
amorfo libro di storia, se esisteranno ancora i libri e la storia, da
ricordare, non più a memoria si sono abolite le poesie e lasciamo le
date?, e dire bovinamente nelle interrogazioni. E per la privacy un
domani neanche le interrogazioni, i temi e quant'altro si potranno
fare. Metti che una parola detta venga poi usata contro di te? E non
fate come la maestra che portando gli alunni sul treno invitandoli a
intonare una canzone non gli ha fatto cantare Bella Ciao. Sono
bambini non sovversivi e poi quella canzone deve rimanere nella
memoria anche di quella maestra stupida che pensa che negando le cose
spariscono. Invece no e in questo link la potete sentire Bella
Ciao .

M. Nove
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Una
risata salverà il mondo
Dopo
trentacinque anni, il libro “Il nome della rosa” di Umberto Eco è del
1980, la struttura narrativa, a base del libro, che il sorriso sia un
opera del maligno e perciò combattuta viene impetuosamente e
allegramente, si può dire, emendata, ribaltata e schiacciata
nell'oblio. Oggi la risata fa parte della benevolenza e
dell'avvicinarsi della religione, per lo meno quella cristiana, alla
gente comune. La prova provata è la vicenda successa giorni fa nella
cattedrale di Napoli alla presenza del Santo Padre. Il cardinale di
Napoli ha fatto entrare delle suore di clausura e… ha commentato in
diretta il fatto. Le suore nella loro esuberanza religiosa hanno
quasi assaltato sua Santità. Il commento del cardinale bonario e
naturale è stato fatto in dialetto e forse questo ha creato un aurea
surreale e astratta. Forse nel medio evo sarebbe stato tacciato di
eresia. Questo è il link per vedere e rivedere e sorridere del
fatto:suore
di clausura. Un momento esilarante e di una
genuinità spontanea da riaccendere i cuori di molti fedeli, forse di
più delle riforme e degli atteggiamenti “moderni” del Papa. La
cosa migliore erano i partecipanti che, molti, in piedi, ridevano e
si davano le spinte amichevoli come negli stadi e nei teatri. Alcuni
erano anche preti. Una vittoria clericale sugli scandali, sulle
scelte passate, su una sudditanza religiosa, certe volte sospetta, di
persone che non centrano niente con la fede. Il merito va senz'altro
a Papa Francesco che sta ribaltando, da buon Gesuita, i canoni ferrei
e autodistruttivi di una religione che stava immobile da duemila
anni. Specie nelle alte sfere. Dato che in basso gli uomini di Dio
già sorridevano, già comprendevano, già si responsabilizzavano e
si confrontavano con la società, da tempo. Chi, tra i cinquantenne,
non possa dire di avere conosciuto da giovane un prete con cui si
poteva parlare anche di cose impensabili, allora e non solo, senza
avere una coscienza religiosa. Nel video non so cosa sia successo in
seguito ma credo e auspico che il Papa abbia apprezzato e detto
qualcosa di altrettanto spiritoso a sancire una nuova Chiesa. Dove il
riso si accompagni ai dogmi severi e rigidi di sofferenza e
penitenza. Penso che se qualcuno, chiamatalo come volete, ci abbia
creato voleva senz'altro, o non avrebbe senso, che fossimo felici e
lieti. Un modo di vivere che ricerchiamo in continuazione in noi e
negli altri. Infatti in questo momento di crisi in cui per causa
maggiore si taglia su molte cose superflue e non, la gente va nei
teatri e nei cinema a vedere specialmente commedie, pièce e film che
facciano ridere. Ben venga quel cardinale e questo Papa e che ci
portino altri doni sorridenti e non solo sacrifici, sofferenze e
pietà. D queste cose il nostro libero arbitrio ci ha riempito ogni
spazio di umanità. In alcune TV sono stati messi i sottotitoli…
dico io ma possibile che, a noi telespettatori, ci devono prendere
per ignoranti? Si capisce benissimo, nonostante l'accento partenopeo.
Anzi proprio quello è stato il salto di qualità e vorrei sapere, da
quelli che vogliono l'Italia divisa in due o più parti, se nel loro
dialetto ci sia una cadenza melodiosa e fantastica come quella
partenopea. Non credo. Non perché il loro dialetto sia cattivo o a
altro ma per il fatto che non c'è amore, non c'è sole e neanche
lacrime nel loro parlare. Solo incazzatura. Per che cosa lo sanno
solo loro e forse neanche. Penso che se tutti ridessimo di più la
vita sorriderebbe a noi, come conseguenza causa ed effetto. E forse
la vita seguirebbe un altro sentiero, non so se bello o no ma
senz'altro diverso da questo attuale. Scusate se è poco.
M.
Nove
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L'incertezza al tempo della certezza giuridica
Ultime notizie sul fronte processuale, dopo un primo grado e un
appello, con condanne importanti, un'altra, altri casi nell'ultimo
periodo, assoluzione, importante anch'essa, piena in cassazione. Non
voglio dire di che processo si tratta dato che quello che voglio dire
non riguarda il singolo episodio. Ma la constatazione che nell'ultimo
anno ci sono stati processi illustri che con le stesse
caratteristiche, primo grado e appello concluse con condanne, in
cassazione sono stati conclusi con un verdetto favorevole agli
imputati. E tutti a casa innocenti e… beati e urlanti allo scampato
complotto. Beati loro, gli imputati di quelle udienze plenarie, ma
pensate a tutti quelli che non hanno avuto la stessa sorte o devo
dire fortuna? Ecco spiegato il sovraffollamento delle carceri. Poi
cosa vuol dire che se ti assolvono la giustizia è amica mentre se
c'è condanna subito è complotto. Sono concorde che le sentenze
vanno rispettate e accettate, ci mancherebbe altro. Però un dubbio
sorge sempre spontaneo dopo che due gradi dicono una cosa e l'ultimo
ribalta tutto l'impianto. Viene da chiedersi ma gli altri processi li
fanno tanto per farli o forse pensando che intanto la cassazione
risolve tutto? Che i tre gradi siano troppi e nessuno lo vuole dire?
Certo che no, siamo garantisti, intesi come Paese. L'assurdo rimane
nella consapevolezza che da una condanna ventennale, per esempio, si
passa alla soluzione, piena, almeno fosse prescritta, con buona pace
di tutti. Chi dei tre gradi ha sbagliato? O meglio ha esagerato? O
forse ci ha azzeccato? Non c'è una logica che possa far capire il
divario se non che qualcosa non funziona. Lo Stato dovrebbe
intervenire per chiarire e forse correggere queste cose. So che se
uno è innocente e meglio che venga riconosciuto, meglio prima che
dopo. Però così non si capisce chi o cosa sia colpevole e forse a
un certo punto spunta una bella ragazza che grida che siamo su candid
camera. Almeno così saremmo sicuri che nessun fatto nefasto sia
successo. Invece… Un errore c'è da qualche parte o gli indiziati
sono dei perseguitati o la legge permette in ultimo grado di farla
franca in barba alla giustizia. Si dice che la condanna definitiva
diventa una verità storica per il futuro e allora non è forse
meglio pensarci su, studiare cosa non funziona. Con questo non alludo
o dico che tutti devono essere condannati, visto i primi due gradi, e
sono per la corrente che è meglio un colpevole a piede libero che un
innocente in galera. Però la logica di ribaltare il lavoro di altri,
lo studio delle stesse carte in mano a tutti e l'interpretazione
ragionate su gli stessi episodi, questa mancata logica che mi
ossessiona, mi tormenta, mi annichilisce nel dubbio. Cosa succede?
Come capita? Troppi anni di processo? I testimoni scordano? Le
perizie vengono tradotte in lingua comune? Cosa succede in questa
linearità processuale che fa ribaltare tutto? Se si è sbagliato
prima, correggiamolo per favore, così come se per caso lo sbaglio
sia alla fine. Possibile che chi legifera non si accorga di quello
che sta capitando o forse come dico i populisti fanno le leggi per
poter usufruirne loro. Se si guarda ai processi finiti come descritto
sopra questo dubbio viene. Visto l'andazzo togliamo un grado
processuale, non l'ultimo ma il primo. Passiamo subito all'appello e
poi in cassazione, che non si dica che non sono garantista. Oppure
facciamo come nei tornei di coppa di calcio un'andata e un ritorno e
se le sentenze sono alla pari facciamo tirare i rigori, cioè
chiamiamo una ventina di persone, una per Regione, e loro
stabiliranno... Scusate leggo troppa fantascienza. A parte gli
scherzi, secondo me, il problema sussiste e se si dovesse applicare
la legge appena sfornata a chi bisogna far causa? Ai primi che hanno
condannato o l'ultimo che ha assolto? Oppure lo Stato, per spreco di
denaro e tempo, con i familiari degli imputati contro i primi due
giudici oppure lo Stato, come pubblico ministero, e i familiari della
vittima contro la cassazione. Lo Stato contro lo Stato. E la gente
comune. La gente comune è sempre colpevole, intesa come fautrice di
una giustizia ad orologeria e l'orologiaio è nascosto alla vista. La
gente comune rimane nella paura quotidiana di infrangere le leggi, di
prendere una multa, di pagare le bollette con un giorno di ritardo,
di perdere il lavoro, qui ha il coraggio di prendersi malattie e
infortuni, di dire la propria su cose serie, meglio su sondaggi tipo
tra slip e boxer, paura di un futuro incerto, paura di non riempire,
non il carrello, la busta di roba. Loro si guardano intorno e non
capiscono… quelli che dentro due Palazzi non fanno nulla, per loro.
L'incertezza, ecco la malattia del presente, che di per se stessa non
uccide ma complica, amplifica e amplia tutte le altre malattie
sociali.
M.Nove
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Nel tempo di quando i "lupi e non solo i lupi" perdono il pelo ma non il vizio!
Un
proverbio dice che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Fermo
restando che amo i lupi, intesi come animali a quattro zampe, e
allontanando da me le facili allusioni all'omonimia nel nome di un
politico, il discorso deve essere più generico, resta il fatto che
anche questi rappresentanti del popolo sovrano perdono il pelo ma non
il vizio. Siamo un Paese dove quando scoppia qualche scandalo su
affari ed economia all'improvviso, con sorpresa di tutti, esce fuori
il nome di un noto politico e dei suoi, casuali, familiari. Che a sua
volta si appella alla innocenza e all'estraneità. Servo restando che
i favori, le agevolazioni e altre minuterie restano nei fatti e nella
logica di questo strano Paese dove se sei al potere ricevi
automaticamente favori, agevolazioni e regali. Se uno diventa
ministro, segretario, sottosegretario e/o leader di un Partito ecco
il dovere di tutti di agevolargli in tutte le maniere, sia lui stesso
che tutto il parentado. Come una tassa, un merito, un inchino a
questi potenti, solo per il fatto che li hanno eletti e perciò
rappresentano Loro & Noi. Allora se il menage tra elettori ed
eletti è cosi forte come mai i primi non ricevono niente? Anzi li
subiscono? Dilemma Freudiano di antica data. A parte le regalie,
ammettendo per assurdo che si accetti questa forma di sudditanza,
quello che non si capisce e perché si appellano alla innocenza e al
complotto e se si dovesse provare la loro colpevolezza, in un lontano
futuro, ne prenderanno atto?Colpevolezza futura? Ma che cazzo dicono
questi qui? Noi da piccoli quando facevamo una marachella, quella si
innocente, venivamo puniti vietando le cose che ci piacevano di più,
tipo uscire o andare a giocare. Invece loro, a parte la noia, si
vedono sbruffare per queste quisquilie, restano lì anzi proseguono
nel loro lavoro, di politici, quando mai, e fautori di regali, lì
molto attivi. Resto dell'idea, personale da buon elettore, che non
solo chi sbaglia ma anche chi solo è implicato, innocente o no e
questo spetta solo alla giustizia stabilirlo, deve allontanarsi dalla
vita politica. Primo per potersi difendere senza che una certa
sudditanza lo favorisca, in quanto legislatore, secondo per meritarsi
quel titolo che vale di più di quello politico di uomo retto e terzo
perché di un uomo che risponde delle proprie azioni si ha rispetto e
in futuro, finito il calvario in maniera favorevole, colpevole o non,
potrà riprendere la vita politica con questo stemma, decoroso, sul
petto. Invece come tutte le altre volte, e anche in futuro purtroppo,
si va avanti con le polemiche, i dibattiti in TV, i titoloni sui
giornali e la noia nella gente, stufa. Invece di pensare a come
salvare il Nostro Paese si perde tempo a salvare e giustificare e
accusare tutti e tutto. E per finire finiamola anche con il detto che
se tutti rubano nessuno è colpevole. Guardate cari ministri,
segretari, sottosegretari, politici, leader di Partito e altre
cazzate simili che la maggior parte della gente che vi vota non ruba
e nemmeno se lo sogna di farlo. Perciò andate in culo alla balena ma
nel vero senso della parola. Questo sfogo è fatto per il semplice
assurdo accadimento che non si riesce a mandarVi Voi a casa, cari
politici. Non perché non sappiamo votare ma per le strane leggi che
fate e disfate... a vostro piacimento. Forse un po' di Storia la
dovreste studiare specie quella moderna e forse capirete che
l'elastico si sta tendendo un po' troppo. Naturalmente in merito
alla vicenda di cui sopra, un ministro delle infrastrutture ha
ricevuto regali per se e la famiglia, il copione ha subito un
ulteriore quanto imprevisto esito. Il ministro si è dimesso. Una
parte lo acclama e un altra lo ringrazia. Ma di che? Solita cosa
fatta a metà, dico io. Non è più ministro, quelli del suo partito
stanno già per inserirne un'altro dei loro, ma ancora onorevole. Un
rigore o lo tiri, sbagliando o non, o non lo tiri. La palla non può
rimanere sospesa nel nulla. Perciò spiegatemi che vuol dire
dimettersi per rimanere, anche se su un altra poltrona? Beneficiando,
il dubbio rimane concreto, delle regalie. Quelle si sarebbe un atto
di coraggio rinunciandone. E non ci si riferisce al rolex, a Napoli
lo hanno anche i bambini in fasce, sai che status symbol. E il lavoro
del figlio... Ma se devi trovare un lavoro al figlio, lo fanno
proprio tutti i padri, anche quelli disgraziati se possono, perché
non un lavoro meglio retribuito? Tutta sta cagnara per solo 1300 euro
al mese? Uno uscito con il pieno dei voti? Cos'è un istigazione allo
sfruttamento dei giovani laureati? Molti farebbero carte false per un
posto simile ma fanno parte di quella parte della società che deve
inchinare la testa oltre alla schiena per procedere. Voi politici
dovete fare altrettanto? Solo per questo le dimissione devono essere,
come si dice dalle mie parti “spintanee”, nel senso che le devono
chiedere i suoi colleghi. Così gli rovina il mercato. Una parentesi:
di tutti i figli dei politicanti non ho sentito di nessuno che sia
uscito dalla università con il minimo sindacale. Tutti a pieni voti.
E nessuno al seguito dei cervelli fuggiaschi. Penso male? Negli anni
settanta i più bravi venivano dal ceto medio e non da quello alto e
potente. Loro non studiavano perché avevano già la strada spianata
davanti a loro. Chiudo la parentesi esaltando il minimo sindacali nei
voti visto che quelli a pieni, con lode, non riescono a farci uscire
da questa merdata di crisi. Nella vicenda oltre alle dimissioni, già
strane nel contesto, si è inserito anche la dichiarazione del capo
del governo. Dell'uomo che vuole salvare il Paese, lanciarlo, e il
caso di dirlo, verso il futuro, ma quale?, del riformista a ogni
costo. Cosa ha detto? Che è un garantista, che nessuno si deve
dimettere per un avviso di garanzia o solo indagato come informato
sui fatti. Con la giustizia che abbiamo se aspettiamo i suoi tempi ma
quante legislature si può fare, con tutte le conseguenze, uno
indagato? Minimo due. E quante leggi ad personam? Tutte quelle che si
vogliono. Se un capo di governo non capisce che chi comanda deve
essere al di fuori di ogni dubbio morale forse e dico forse le
dimissioni deve darle lui. Anche solo per il fatto che non deve
passare il principio che la disonestà paghi, i privilegi siano di
pochi e il Paese di ancora meno. E per finire, tutto questo ha un
costo sociale altissimo e indovinate chi l'ha, lo deve e lo pagherà?
Noi cittadini onesti e non. Tutti noi dato che quando si è nella
merda non conta grado o casta. Poi ci si lamenta che ci si butta
verso la destra populista e guerrafondaia. Almeno loro sappiamo come
la pensano e come agiscono e sappiamo dalla nostra e altrui storia,
però, come andrà a finire con quei figuri. Anche con questi
purtroppo. Che fare? Questi prima che ci facciano ancora votare si
papperanno tutto il territorio e se anche la magistratura li mettesse
dentro, a parte il sovvraffolamento delle carceri, quante cause
contro i giudici, questo è il regalo della legge sulla giustizia, da
intasare tutto. Il mare di merda è diventato un oceano mentre sulle
scialuppe di salvataggio i “lupi” perdono il pelo ma anche
l'odorato, a quanto pare.
M. Nove
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