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                  La voce della polvere               

Notizie:

· Capitolo: Ius Soli;

Numero:
000/01


    "Stop all'invasione", "Prima gli italiani", "No Ius soli". Scritte su pezzi di carta tenuti in mano da uomini che saltellavano da un posto all’altro, inseguiti da altri che cercavano di fermarli. Una bagarre incivile e poco consona al luogo dove si è svolta. Il Senato della Nostra Repubblica. Indipendentemente da come una la pensa queste scene non fanno bene a una democrazia e specialmente a una società umana. Poi, la butto lì, perché non lottare così per altri tipi di leggi, come per esempio sul lavoro? Sull’occupazione dei giovani? Sui pensionati tartassati? Questa è polemica? Ebbene si! Poi leggiamo bene i cartelli di “protesta”. “No Ius Soli”, questa scritta è l’unica accettabile visto che non tutti sono d’accordo su leggi e riforme ed essendo sempre in campagna elettorale se una parte dice “A”, l’altra risponde, per partito preso, “B”. È stato sempre così e lo sarà anche in futuro. Anche se sono convinto che le leggi, che interesserano tutti i cittadini, tutti non solo una parte, forse sia ora di legiferare con un ampio consenso anche da parte dell’opposizione. Questo si chiama compromesso. Invece siamo sempre alle barricate, alle dighe, agli scontri non solo verbali. Senza ricordare, o forse lo sanno, che a rimetterci sono solo e per davvero i cittadini. Tutti, sia quelli di sinistra, che di destra, che del centro, che del nord, che del sud, che delle isole, che i lavoratori e i disoccupati, uomini e donne e pensionati, senza dimenticare i giovani nostro futuro. Meditate. “Prima gli Italiani”, questa scritta mi sembra ambigua, cosa vuol dire? Che anche noi abbiamo il diritto di avere lo Ius Soli? Non lo abbiamo di diritto? Ci spetta dopo aver fatto la legge che manca? Se aspetta “prima a noi” vuol dire che siamo tutti apolidi? In casa nostra? Ma, fatemi il piacere. E andate a “cagare” come dicono dalle mie parti. “Stop all’invasione”, di che? Si vuol far credere che un migrante giunto dopo aver rischiato la vita in mare si presenta da noi e richiede la cittadinanza subito? Invocando lo Ius Soli? Questi politici sanno quello che dicono? Lo Ius Soli si dovrebbe applicare a quelli nati qui in Italia. Si applica alle seconde generazioni se non alle terze. Figli di genitori che vivono qua da qualche tempo, che in teoria dovrebbero lavorare, pagando le nostre pensioni non lo dimenticate, che sono integrate e che sono a posto con le leggi del nostro Paese, non rientrano neanche nel girone dei clandestini. La legge non si può applicare ai migranti che sono solo all’inizio del calvario per un posto, dignitoso, in Italia e in Europa. In definitiva la bagarre in Senato non era altro che l’ennesimo colpo per un’eterna campagna elettorale. A risolvere i vari problemi di uno Stato neanche, un attimo, a pensarci. In fondo una poltrona è più importante di un “cittadino” civile e normale. A questa classe politica toglierei sia lo “Ius Soli” sia lo “Ius sanguinis”. 
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La voce della polvere 

Notizie:

· La legge elettorale
· Un piccolo passo
· Soluzione immorale

Numero 00 

Resp. Mister Nove


La legge elettorale 

   Quando in certi partiti si fanno le primarie la voce più ricorrente, alibi per una scelta ora inutile, è “democrazia”. Come se il votare solo nell’interno di un singolo partito sia democratico. Poi se la votazione avviene in un cerchio ristretto, anche se per caso il partito sia grosso, ma mai “grande”, cosa centra la democrazia. Non vanno a votare tutti, quelli aventi diritto di uno Stato. Tra lasciando le polemiche vorrei chiedere a questi uomini, e donne, che hanno la democrazia, come parola, in bocca come mai quando si deve votare per la Nazione quella parola sparisce. Fateci caso. Sarà che votiamo, mediamente, più spesso degli altri Stati. O forse perché votiamo sempre i soliti nomi. Che se non fosse che passano gli anni, che, stufi, loro, si tolgono di mezzo, oppure condanne, anche se quest’ultime fanno cementare la permanenza. Sono sempre gli stessi. Non sanno accettare di stare lontano dalle poltrone. E per rimanerci il più a lungo possibile ci siamo anche inventati diversi sistemi di elezioni. Specie negli ultimi anni. Proporzionale, maggioritario, preferenziale, ad personam, italicum, porcellum, rosatellum, pentastellum, pidiellum e così all’infinitum. Quasi tutti incostituzionali e regolarmente bocciati dalla consulta. Naturale che nessun riesca a governare, che nessun riesca a raggiungere una certa maggioranza tranquilla. Forse è meglio così, ricordando la Nostra Storia passata. Fatto sta che da un non-governo passiamo ad altri non-governi. Con tanti partiti che per distinguersi si è dovuti dividerli in gruppi distinti. Centro sinistra e centro destra. Che già dal nome si capisce che chi (non)comanda è il “centro”.  Addirittura si era fatta una legge elettorale escludendo un ramo del parlamento che doveva essere abolito, il Senato. Che invece è lì fermo e immobile. Io avrei solo dimezzato sia la Camera che il Senato. Mille persone per non governare mi sembrano troppe. Naturalmente “i soliti sospetti” che devono fare la legge elettorale a parole si dicono disposti, convinti e anche disponibili con tutte le forze politiche per fare una, qualsiasi legge elettorale. Smentendo se stessi fanno e disfanno, se la suonano e se la cantano. Tanto tutto rimane fermo. Con la colpa, sempre, degli altri. Pensare che quando si sentono parlare sono sempre in campagna elettorale, sparano spot a raffica e promettono mari e monti, scusate quelli se li sono già mangiati, lavoro e sostegno alle famiglie, disoccupati  aumentati e lavoro perso, e … rimane solo da promettere che non pioverà più, che sarà sempre più caldo e che il deserto avanzerà e darà una sferzata di energia lavorativa, per togliere la polvere dalle case. Intanto si vota nelle amministrative e da come andrà i partiti, vincenti e perdenti nello stesso tempo, decideranno cosa fare. Per precauzione non hanno fatto la nuova legge elettorale, non si sa mai. Ultimo dubbio, un tassello importante per la legge elettorale era la governabilità con una maggioranza forte. Giusta osservazione. Allora come mai nelle amministrative, non ricordo se con più di 15000 abitanti o di meno, si può votare un candidato e la lista, volendo, non del candidato? Come invogliare la gente a fare i dispetti. A se stessi. Forse dovremmo fare le primarie, tutti, per scegliere chi mandare alla campagna elettorale. Chissà che “ i soliti sospetti” rimangono fuori. Oppure fare come i “spartani, chi non raggiunge una certa percentuale buttarli giù dalla rupe, metaforicamente buttarli fuori dalla politica presente e futura. Almeno in poco tempo ci sarebbe un ricambio generazionale. Finalmente! 

Un piccolo passo...  

   Un piccolo passo, un qualcosa che non esisteva, un entrare nel futuro. Quante volte abbiamo sentito queste frasi, specie la prima, dai nostri politici. Piccoli passi verso un futuro di altri piccoli passi. E per quei piccoli passi, scusate la ripetizione della solita frase, ci mettono anche del tempo. Oltre al sudore e alla fatica di stesura. Il tutto per partorire piccoli passi, assurdi nella loro esistenza, inutile come sabbia nel deserto e perduti in roboanti paroloni. Dico io ma col tempo che ci mettono non potrebbero fare il “passo” completo, nel bene e nel male? Magari funziona nell’interezza. Invece avanti a piccoli passi. Immaginatevi di andare a una partita di calcio, mettiamo Inter - Juventus, e dopo la lunga attesa per entrare e i controlli, giusti, esasperanti e l’attesa del fischio di inizio la partita inizia calma e tranquilla. Si devono studiare sul campo. Dopo dieci minuti l’arbitro manda tutti agli spogliatoi. La partita è finita. Un piccolo passo ecco cos’è. Un niente da ingoiare, una burla da mandare giù. E quando gli elettori se ne accorgono e con i referendum si sbarazzano dei “piccoli passi” ecco che i politici si trincerarono su prossime elezioni. Per finire col rimanere come prima. E per di più con gli stessi politici che cercano di rifilarci altri piccoli passi. Magari accostata all’altra frase di moda: « Sudore e sangue». Il nostro, non vi sbagliate. Loro sembra che ne siano privi. Che poi per evitarci questi dolori decretano dei piccoli passi. A parole, dato che basta pensare al lavoro perso oppure andare a fare la spesa per capire che “sudore e sangue” sono in campo quotidianamente. Il problema di base è uno solo, non si riesce a mandarli a casa questi incapaci. E quando qualcuno ci prova o non ci riesce oppure entra felice nel meccanismo. Come disse il filosofo Friedrich Schiller : « Contro la stupidità neanche gli Dei possono nulla»  
Soluzione immorale  
Visto che di cazzate sulla legge elettorale se ne sono dette tante vorrei anch’io dire la mia, di proposta elettorale. La chiameremo “cretinellum”. Partiamo dal numero dei deputati, mille circa, come da Costituzione variata negli anni 70 o 80, non ricordo bene, e pensare che quando occorre la Costituzione non si può toccare. Qualcuno si ricorda questa variazione del numero dei deputati? Dunque se mille devono essere e che lo siano ma sul numero degli elettori., circa 47 milioni per la camera e 42 per il Senato. Ebbene se tutti votassero vanno bene i circa mille ma se molti, andazzo degli ultimi anni, non vanno più a votare allora con le dovute percentuali matematiche gli “eletti” devono essere di meno, con risparmio economico per il Paese. Per le liste direi di fare le primarie per bloccarle e nessun si deve presentare in più collegi. Così si vedrebbe quelli veramente eletti. Proporzionale o maggioritario? Per evitare inciuci strani e coalizioni innaturali direi un maggioritario di tipo matematico. Se uno prende il 30% e il secondo il 20% ebbene con le dovute proporzioni matematiche il 30% governa avendo la maggioranza. Siamo in democrazia in fondo. Alla fine aggiungerei anche uno sbarramento al 10%. Se uno su dieci vota quel partito ha diritto di partecipare, come minoranza al governo. A tutti gli altri invece mi dispiace, stavolta, a casa. Capita anche nei migliori tornei. E lo dice uno che da una vita è il primo escluso. Il problema è che non è una cretinata ma che nessuna la voterebbe. E forse questo è un complimento.
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Contro la famiglia normale e di fatto.

   Negli ultimi tempi ho come la sensazione che tutte le categorie sociali, politiche e religiose cerchino la frase a sorpresa, il gesto eclatante e la scorciatoia per i propri tornaconti. Dimenticando che la vita è complessa e mai e ripeto mai semplice. Se lo fosse non ci troveremo nelle condizioni, mondiali, attuali. Si ricerca la scappatoia semplice e diretta. Diretta allo stomaco della gente e lontana dalla testa del popolo. Cosa mi ha fatto indignare ultimamente? Il discorso del Papa sul matrimonio. Ha detto che c'è una guerra mondiale contro il matrimonio e una delle causa è il gender. Devo dire con sorpresa che la faccenda della guerra mondiale ritorna spesso nei suoi discorsi e psicologicamente disturba e preoccupa. Per il “gender” è capibile visto che nasce negli anni novanta, in ambito cattolico (fonti Wikipedia), per allontanarsi dalle ideologie, secolari, dell'intesa familiare concepita solo come riproduzione e tra uomo e donna. Ritornando all'inizio semplificando un mondo più complesso. Ricordare il “gender” lo ritengo un autogol a partita quasi conclusa e già vinta. Qualche anno fa c'è stato un ritorno di fiamma di questa corrente, grazie sempre a gente che per propri interessi tira fuori degli scheletri dall'armadio senza sapere la polvere che ci trova. Negli ultimi tempi l'argomento era morto e dimenticato, la gente dimentica facilmente, ma a forza di tirarlo fuori avviene l'effetto spot. Più è ripetitivo e più ognuno se lo ricorda. Per quanto riguarda la famiglia messa così sembra colpa di chi non si sposa. Senza andare alle origini di quella scelta. Sperando che non sia un attacco sottinteso ai matrimoni civili, in rapido aumento. Anche se sempre di matrimoni si tratta e la Chiesa dovrebbe gioire lo stesso. O no? Il fine ultimo, la riproduzione, è sempre quello sia che si passi da un ufficio Comunale o dal sagrato di un Duomo. Già un attacco alla famiglia c'era stato con le “sparate” della ministra della sanità, con gli opuscoli sulla infertilità. Specie femminile. Anche per il ministero la colpa è della gente che non fa figli. Come lo è il fatto che non si sposino. Forse sarebbe ora di correggere il tiro e di prendere le proprie reciproche responsabilità. Chiedersi perché la gente non si sposa. Per mancanza d'amore? Non penso, giovani e anziani si innamorano sempre di più. Basta girarsi intorno ogni giorno. Purtroppo si esagera anche nell'amare e i fatti di cronaca, ai danni specie delle donne, sono lì a dimostrarlo. Che poi sposarsi per finire che uno dei due venga ucciso dall'altro forse non è una buona pubblicità. Poi se si cambiasse la formula del “giuramento” e tralasciare fin che morte non vi separi e altre amenità del genere e si lasciasse due persone che si odiano o non si sopportano più a lasciarsi in santa pace. Sarebbe un altro passo in avanti. E poi la vogliamo mettere la crisi che da decenni ci attanaglia. Sposarsi costa. Anche qui bisognerebbe bacchettare chi lo fa con sfarzo appariscente. Una cerimonia semplice senza gli abiti costosi, tanto poi finiscono in fondo all'armadio tarlati, e senza orpelli e facezie diverse. E quando ci sono elicotteri e calessi e sfarzosità rinunciate a sposarli. Un unione non è una gara a chi ce l'ha, così si dice dalle mie parti, più lungo. E bacchetti anche questa società che non aiuta anzi ostacola l'unione, specie per le donne. Se una si deve sposare la ricattano per non avere figli. Se rimane in cinta il 90 % perde il lavoro. Se lavora non sa mai a chi lasciare i figli. E le spese? La scuola dell'obbligo, e dico dell'obbligo, costa pure tanto a tutti, Stato compreso. Si metta nei panni di quelle coppie che trovano muri e recinti a sbarrare la loro voglia di farsi una famiglia. Perciò Santo Padre corregga le sue frasi e preghi per un mondo semplice, responsabile e umano. Solo così si potrà vivere in pace, in armonia e in Dio. E preghi anche per le coppie di fatto. L'unica loro colpa è di amarsi.
   Nell'articolo di fianco ho accennato alla sanità. Alla ministra per la precisione e agli opuscoli sull'infertilità. Ha sottolineato, in un intervista, come malattia. Va bene come approccio anche se la psicologia e la psicoanalisi sono campi inerenti alla medicina. E quest'ultimi li ha tralasciati, spero non di proposito. Come ha tralasciato la società e le politiche sociali. Dice di non competenza sua. Si dimentica che fa parte di un governo e ha responsabilità verso tutti i cittadini. Tralasciando le polemiche, non lo sono perché sono realtà concrete, vorrei solo cercare di capire gli opuscoli. Per esempio la buccia di banana cosa indica? Che possiamo scivolare e diventare infertili se non guardiamo dove mettiamo i piedi? Colpisce di più gli uomini o le donne? Vogliamo, almeno tentare, di scoprire le cause? Vogliamo poi alla fine della fiera curare?. Perché puntare il dito e non dare risposte e prevenzione e cure adeguate? E i fattori psicologici, gli stress ambientali e una cattiva preparazione in ambito sessuale dove li mettiamo? Se la fertilità è un bene comune allora avviamo una bella campagna preventiva. Senza tirare fuori la mancanza di fondi, il debito sanitario e la scomparsa dei soldi pubblici. Non si può dire una cosa e farne un'altra opposta. Perdete di credibilità e vi fate ridere, anche con sforzo perché c'è da piangere, dietro. Tanto bastate che prendete il vostro lucroso stipendio da parlamentare. E il vitalizio, ma quando vi levate di intorno, scusate lo sfogo ma quando ce vò ce vò. E noi, inteso come malati, derisi e umiliati, che facciamo? Poi, negli opuscoli, dice di darsi da fare, di preparare la culla, di essere giovani per farlo, cosa lo sa solo lei, e stare attente all'orologio biologico che avanza. Cose da ciance di comari davanti a un te e parlando di altre che non ci sono. In realtà se l'infertilità, come dice la ministra, è una malattia allora che cazzo c'entrano questi slogan. Ne basta uno: curare dove si può e/o indirizzare, la dove non si possa fare nulla, verso alternative per procreare. Per esempio la fecondazione eterologa. Che guarda caso molto osteggiata dalla ministra e dal suo governo. Dove ci ha azzeccato e nel dire che fumo, alcol e droghe sono complici dell'infertilità. Ha solo mancato di aggiungere stress, lavori usuranti e mancanza di una cultura sessuale. In fin dei conti la campagna è da bocciare: per scarso impegno, per falsità e per ignoranza cronica. Perciò solo un grido si deve sentire per l'aria: dimettiti. Noi, inteso come popolo, ti abbiamo votato e noi, sempre inteso come popolo, possiamo decidere di darti un calcio in culo. Fuori. Per rispetto a noi cittadini.
   Per finire vorrei ricordare a tutte quelle coppie di giovani che si sposano, che dopo che hanno affisso i volantini con la loro foto e la data del passo fatale di toglierli e debitamente smaltirli. Anche il giorno dopo le nozze, di più no o sennò si dimantica, impegnati in altre operazioni nuziali. Lasciandoli si sporca la città, si inquina e ci si comporta da maleducati. I fogli rimangono lì a duratura memoria, fino a quando un refolo di vento, benevolo, lo sradica e li trasportano lontani. Sporcando il palo lasciando tracce e sporcando là dove si infrange. Magari sul vetro di una macchina in movimento. E poi voi del comune per le affissioni non fate pagare una tassa? Sti fogli sono abusivi oltretutto. Poi che razza di moda è questa, una forma di partecipazione? Allora direi a tutta la popolazione coinvolta di presentarsi al banchetto e sedersi e mangiare. Vediamo se gli sposi si fanno furbi la prossima volta. Perché gente così non può durare. Con il menefreghismo, imponendo agli altri una scelta personale, non si sta uniti. Solo con la responsabilità e il rispetto verso gli altri che la società progredisce. Meditate.
M. Nove
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Spot su cui riflettere

   «Ci fermiamo per un minuto e poi ci ritroviamo di nuovo.» Quante volte abbiamo sentito sta frase e quante volte abbiamo cambiato canale o, al limite del coraggio, abbiamo spento la TV. La pubblicità che attimi di invasione e di stanchezza. Arriva sempre al momento meno indicato e dura oltre il minuto annunciato. Eppure se la si osserva bene ci fa scoprire strani nuovi mondi, nuove forme di vita e di civiltà (grande Star Trek). Case belle, scintillanti e pulite oltre immaginazioni, magari nella realtà, luoghi che neanche i nostri nonni hanno mai conosciuto, famiglie che sembrano vere per quanto sono finte. Tutti belli, giovani e con prole da far invidia a chi l'ha per davvero. Nonni gagliardi, neonati già indipendenti, mariti e mogli che si bisticciano solo per la colazione del mattino. E si potrebbe andare avanti così fino alla nausea. Come mangiare troppi dolci in poco tempo. E per rendere il tutto credibile ci infilano cose che non stanno né in cielo né in terra. Prendiamo per esempio la pubblicità di un biscotto wafer: ci sono quattro giovani, si capisce subito che non sono coppie, conviventi, ma la cosa non è molto chiara potrebbero essere a casa dei genitori di uno di loro. Devono vedere la finale di un reality, con tante cose da fare e disfare, e pensano a cosa sgranocchiare. Verbo che secondo me non sanno neanche cosa sia. Tre escono, forse i più sfigati, e uno rimane, sarà casa sua. I tre andati a far la spesa comprano solo il prodotto pubblicizzato e in quantità per tre. Loro sono in quattro, prima incongruenza. Lo so i diversi gusti sono solo tre e prenderne uno in più significano danneggiare gli altri. Però se i giovani sono quattro si immagina che uno verrà escluso. Mettere solo tre giovani è anticlericale dato che formerebbero una copia di fatto a tre. Fare altro no? Comunque al ritorno a casa trovano l'amico già davanti alla televisione con un barattolo quasi vuoto di biscotti, solo a vederli immangiabili. Dategli dalla nonna. Allora la casa è di sua nonna. E i genitori? Lo sfigato, quello rimasto a casa risulta il più furbo. Rifila i biscotti nauseabondi e prende il prodotto. Fregando però una delle due ragazze. Perché non all'amico? Già da giovani le donne devono subire? E proprio a quella che compra il prodotto? Che messaggio ci sarà mai dietro? Che i giovani siano fancazzisti come si diceva una volta? Che lontano da computer, smartphone e notti in discoteca non sanno cavarsela? Che il più furbo schiaccia gli altri? E magari ha postato il tutto su internet? Sarà. E l'ideologia del mangiare bene e sano dov'è? Pollice verso senza attenuanti.
   Delle pubblicità, riconosciamolo, ci resta impresso solamente la musica, il filmato e certe volte gli attori. Del prodotto siamo sinceri il molto delle volte non ci ricordiamo il nome. Tanto non ci possiamo sbagliare anche in un supermercato ci stanno solo ed esclusivamente certe marche e basta. Con buona pace dei liberi sceglitori. Fate una prova in qualsiasi supermercato e vedrete a che dare ragione. Si cerca un prodotto di una determinata marca e si ritorna con quel prodotto ma di un altra marca. Requiem per la pubblicità. Per non parlare di quella delle auto. Inutile, diseducativa e utopistica. Già dal prezzo, alzi la mano chi è riuscito a comprare la macchina al prezzo urlato negli spot? Poche e sono ottimista. La risposta è zero. A meno che non ci accontentiamo delle ruote, del motore e del volante. Il resto solo optional. E le medicine? Gli spot dicono una cosa e il nostro medico nella ricetta segna altro e al diavolo il principio attivo che dovrebbe far risparmiare. L'unica cosa ottenuta è che si pagano quasi tutte le medicine. Ricetta o non ricetta. E gli zaini scolastici? Ogni anno nuovi tipi e nuove strategie. Ma quelli vecchi non funzionano più? Hanno forse una data di scadenza? Fanno male? Per non parlare della scuola dell'obbligo, obbligo a pagare libri, rette, mense, quaderni, astucci e ambaradan varie. Ma questa è un altra storia. Qualcuno dirà se non ti va non guardarla la pubblicità. Come se fosse possibile, guardi un film ed ecco nel bel mezzo di un'azione spuntare lo spot. Anche nelle partite di calcio l'infilano i cosiddetti mini spot. E ho capito perché i giocatori ci mettono tanto ad andare a tirare un corner, a preparare una punizione od a rialzarsi da terra. Il tutto per permettere di mandare lo stramaledetto mini spot. Parola brutta come l'aiutino di qualche tempo fa. Ma l'apice dell'indecenza si raggiunge nel web. Nel libero web. Libero di infilarti pubblicità da tutte le parti. Però e lo sottolineo non libero di rifiutare ste cazzate di rottura di scatole. Eppure la libertà di uno finisce dove inizia quella dell'altro. Perciò prima di parlare di libertà pensateci su, per favore. Oltre a pensare cercate anche di entrare in un mondo sereno, equo, allegro che si chiama rispetto. Rispetto per tutti e per se stesso, per la natura e gli animali, per gli altri e ancora gli altri, per il mondo. Questo vale anche per quei attori nelle pubblicità che fanno la figura, diciamolo, un po' da … Direte che lo fanno per soldi. Ma la dignità non ha prezzo. E se un film sbagliato, causa attore non in forma, lo si dimentica in fretta e poi magari lo si rivaluta anni dopo, una pubblicità con il suo martellare in un tempo lungo sprofonda l'incauto attore in una dimensione in cui spera di essere solo ed esclusivamente dimenticato per sempre. Eutanasia di attori famosi nella pubblicità.
Negli ultimi tempi ci sono delle pubblicità che dicono un qualcosa che avrebbe dovuto scandalizzare i consumatori. Con noncuranza si dice, con calma, che certi prodotti non utilizzano l'olio di palma. Fin qui va bene dato che è stabilito che l'olio di palma provoca dipendenza. Eliminarlo va bene... ma perché solo adesso? E prima veniva usato, senz'altro, visto che ora lo tolgono. E prima? E i prodotti? Quelli prima di questa campagna. L'avevano o no? Secondo logica si direbbe di si. E i danni se ci saranno? E il raggiro nei confronti del consumatore? Forse non basta più leggere l'etichetta. E poi la vogliamo smettere di far leggere le etichette ai consumatori. Il controllo deve essere fatto da enti predisposti. O sennò quanto tempo ci vuole per fare la spesa leggendo tutte le etichette? E quante paia di occhiali bisogna portarsi dietro? Visto che dobbiamo leggere le etichette, per alcune ci vogliono le lauree con la lode, che almeno ci siano dei punti, nello stesso negozio, dove mettere i prodotti con la data scaduta, con ingredienti da abolire e altro. Perché se si rimette il prodotto al suo posto qualcuno dopo rischia di riprenderlo e acquistarlo. E sarebbe tutto inutile. E poi vogliamo abbassarli i prezzi dando ai prodotti la dignità economica che meritano. Esempio? Comprate il pane al nord e al sud Italia e poi spiegate la diversità di prezzo. Circa quattro euro contro un euro circa tra un posto e l'altro. Meditate.                                                           M. Nove      19/09/2016
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La cultura ci unisce per appartenenza al genere umano. Siamo uguali e il video ne è la prova provata. Forse è ora di ragionarci sopra, magari attorno a un tavolo. Ma senza nessun politico degli attuali. Loro sono disuguali dal genere umano.
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                                           Un uomo, il ring e la vita                  
              Un mito dello sport, un Uomo nella vita, un compagno del tempo, è venuto a mancare. Perdendo l'ultimo scontro con la sua grande storia e vita. Muhammad Ali ci ha lasciato con il rimpianto di aver perso un vero "combattente" della vita. Molti lo ricorderanno per lo sport, alcuni per le battaglie civili e pochi per le battaglie civili, in favore dei neri e il rifiuto della guerra (...) Qui si trovano alcune delle frasi che lo resero celebre ai media.
M. Nove
                                        
                                          


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                          Tre drappi



   Drappo rosso contro il femminicidio e gli uomini che considerano le donne come proprietà. (...) Drappo bianco contro la Stampa che usa parole ed espressioni come se nella lingua italiana non ci fossero parole a sufficienza. Di certo nella loro "penna" se ne sono perse tante di parole. (...) Drappo verde contro la TV sempre più padrona di gente ignorante, nel senso proprio della parola. Gente che ignora di quello che parla. M. Nove







                                                              

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                                  Due giugno 2016, settant'anni di Repubblica
   Due Giugno festa della Nostra Repubblica. Settant'anni da quell'elezione (fu pure la prima volta per le donne) che ci proiettò da una guerra e da un regime di monarchia a un più vasto sistema democratico e repubblicano. Lasciando però inalterato un sistema caratteriale tipico nostro. Noi, nel bene e nel male, siamo fedeli, nei millenni, al nostro esclusivo  dna maturato in tanti secoli di Storia.  Non siamo cambiati, basta studiare la vita sociale passata con quella attuale per capire. Che noi non siamo quelli della parata militare nella capitale ma quelli del soccorso a quei naufraghi che rischiano la vita per raggiungere Paesi civili. Non sapendo che, forse, la civiltà non sta più nel vecchio Continente. E da noi?  M. Nove                                                    
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Ma quanto costa una consultazione elettorale?
Passata la "bufera" del referendum tutto sembra ritornare, le polemiche defluiscono nel piano inclinato dell'indifferenza collettiva, alla normalità, Quella fatta di campagne elettorali perenni, di aumenti di bollette costante, di tasse da dichiarare, di sanità arlecchina e birichina, di iniquità e intolleranza. Una normalità tutta nostrana. Data la pacatezza, più presunta che reale, voglio capire certe parole e accadimenti che ognuno sente ma poi se ne dimentica. Mi riferisco al costo delle consultazioni elettorali, da sempre ci martellano che costano care. Perché? E se nessuno va a votare il costo diminuisce? Se fallisce ci ridanno indietro i soldi? Alle ultime due domande la risposta è no. Il costo rimane. Alla prima cerco di darmi delle risposte.

N° seggi Italia e all'estero
9377
La divisione tra seggi italiani ed esteri non sono riuscito a trovarla.

Composizione Seggio:
Numero per seggio:
Totale per tutti i seggi:
Totale personale seggi:
Presidente
1
9377

Segretario
1
9377

Scrutatori
3
28131




46885
Queste le persone che lavorano per far si che le votazioni siano regolari. Vediamo il costo.

Ruolo:
Costo per ruolo:
Costo per seggio:
Costo per tutti i seggi:
Presidente
130,00


Segretario
104,00


Scrutatori
104x3=312 €



546,00
25.599.210,00
Il costo per gli scrutatori, adesso vediamo per le altre spese.

Costi:
Costo personale:
Costo per tutti i seggi:
Osservazione:
Totale:
Pubblica sicurezza
6 agenti x 50 € giornalieri da stipendio = 300
300 c.s. X3 giorni = 900 €
900 x 9377 = € 8439300
Premesso che sarebbero stati pagati a prescindere ho tenuto conto di uno stipendio medio di 1500 € mensile diviso per i 3 giorni di utilizzo. Per numero 6 agenti su 3 turni.
8.439.300,00
Pulizia e cartelloni
35x6=210
210x4=840
840x9377=
7876680
Il costo dipende dal Comune e dalle Ditte appaltatrici. Ho considerato 6 persone (due uomini per i tabelloni e 4 donne delle pulizie) con un mensile di € 1000 mensili per soli 4 giorni, arrotondati a 35 € giornalieri.
7.876.680,00
Altro
1000
9377x1000= 9377000
Nel costo non è stato messo il prezzo delle schede, delle matite, del trasporto delle urne e della registrazione dei dati. Altre spese non se ne vedono all'orizzonte. Ma la rimanenza sembra troppa. O ci mentono oppure bisogna ottimizzare per un costo inferiore. Facciamo 1000 € a seggio?

9.377.000,00

Personale


Vedere tabella sopra
25.599.210,00
Totale complessivo



51.292.190,00
Facendo i conti della serva, come si dice dalle mie parti la somma spesa è un sesto di quella sbandierata. Mettiamo che ci siano altre spese, quali?, e mettendo l'errore da parte mia e perciò facciamo pure il doppio e arriviamo a circa 100 milioni e esagerando arriviamo anche a 150 di milioni. Gli altri dove vanno a finire? Si predica trasparenza e poi alla prima occasione la si scorda nei meandri dell'indifferenza collettiva.
Riassumendo:
1° Dove vanno a finire i tanto minacciati soldi delle votazioni?
2° Visto che il costo, per loro, è sempre alto come mai sono sempre in campagna elettorale?
3° Visto il costo alto perché non concentrare in una unica data le votazioni? Quest'anno ci sono le amministrative e il referendum pro e/o contro il capo di governo a ottobre. Stando ai loro calcoli quest'anno spenderemo circa 1 miliardo di euro. Quante cose si potrebbero fare con quella cifra? E chi la paga? Loro? Magari...
4° Perché lo Stato non mette fuori i reali costi di queste consultazioni? Sarebbe un modo onesto di far vedere dove vanno i soldi. Speriamo non nei Panama Papers.
5° Visto il costo e la necessità di andare a votare, siamo in democrazia perciò legittima, non favoriamo il fatto di far votare più gente possibile? Invece di sconsigliare. E come spendere soldi per un grande banchetto e poi dire che nessuno è gradito al tavolo. Il costo intanto rimane.
6° Come mai bisogna far chiudere le scuole per votazioni che nessuno vuole? Non si può farle nelle caserme, negli edifici comunali o in case abbandonate? O addirittura nel Comune stesso?
7° Perché certe consultazioni vengono sbandierate fino alla nausea in televisione, con lunghe dirette noiose e inconcludenti, e altre no? Che siamo colpiti da complotti statali e parastatali? Non siamo in America, nazione paranoica per i complotti.
8° Come mai nelle votazioni, sia alla Camera che al Senato, la minoranza (es del 2%) conta è invece quando ci sono le elezioni e la minoranza raggiunge anche il 30 %, questi non valgono nulla?
9° Se votare è un "dovere civile" perché alte autorità hanno limitato la libertà di scelta personale con le loro parole? Proprio loro che devono dare il "buon esempio"?
10° Se si vogliono avere dei diritti ricordatevi che prima bisogna adempiere ai doveri, se no non è più democrazia ma altro. E chi crede di eludere i propri doveri non pensi che non ne subirà le conseguenze.
M. Nove 19/04/16
                                                        


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Quelle strane parole del Nuovo Spot

Tim: "La libertà di non dover più scegliere"



Tim: "La libertà di non dover più scegliere"
Da qualche giorno sul canale RaiNews la Tim ha lanciato una nuova campagna di spot promossi dal videomaker e regista siciliano Pif. Niente di strano, se non fosse, che sul finire del messaggio lo stesso pronuncia le seguenti parole, sapientemente scritte da qualche creativo: "...perché le nuove tecnologie ti danno la libertà di non dover più scegliere".
Lì per lì non ci avevo fatto caso, se non fosse stato per quel NON... mi sono chiesto perché utilizzare una negazione in un messaggio positivo? Al che ho aspettato il successivo passaggio ascoltandolo meglio; ed ecco quanto sopra. Com'è possibile che il più importante gestore di telecomunicazioni nazionale stia invitando le persone a non dover più scegliere?
In un mondo globalizzato nel quale siamo immersi, il teorema che sembra essersi affermato, perfino come una vera e propria conquista, è il seguente: "più possibilità di scelte si hanno, più si è liberi. E più si è liberi, più si è felici". Ma è poi davvero così? Ad uno sguardo più approfondito le cose si complicano.
Diversi studiosi hanno, infatti, orientato la loro ricerca e pubblicato saggi a smontare tale sillogismo. Dal "Paradosso della scelta" del docente universitario americano Barry Schawartz, alla "Tirannia della scelta" della psicanalista e criminologa slovena con cattedre a Londra e a New York, Renata Salecl, sembra che l'effetto prodotto da tanta libertà disponibile sia l'ingessamento nella realtà tale da produrre un pericoloso immobilismo che non fa giungere mai ad una scelta autentica.
Nell'opera Aut-Aut del filosofo Søren Kierkegaard, di cui il 20 febbraio cade il 173° anno dalla pubblicazione, le sue profetiche parole ci chiariscono le idee.
"... Immagina un capitano sulla sua nave nel momento in cui deve dar battaglia; forse egli potrà dire: bisogna fare questo o quello; ma se non è un capitano mediocre, nello stesso tempo si renderà conto che la nave, mentre egli non ha ancora deciso, avanza con la solita velocità, e che così è solo un istante quello in cui sia indifferente se egli faccia questo o quello. Così anche l'uomo, se dimentica di calcolare questa velocità, alla fine giunge un momento in cui non ha più la libertà della scelta, non perché ha scelto, ma perché non lo ha fatto; il che si può anche esprimere così: perché gli altri hanno scelto per lui, perché ha perso sé stesso...".
La verità dunque è che non scegliamo già. Poiché la tecnologia viaggia ad una velocità tale che non possiamo, anche volendo, scegliere di fronte all'illusione della disponibilità del tutto. La Tim, in fondo, si è limitata a dirci solamente quello che già accade...
Articolo di: 
Silvio Aparo



Spot sbagliato volutamente o solo per caso? Certo che far digerire che noi non possiamo essere liberi di scegliere non è molto confortante. Già la pubblicità ci tratta come "cretini patentati" ma arrivare a questi estremi mi sembra esagerato e in mala fede. Senz'altro la velocità degli spot, la sovrabbondanza, l'invadenza non aiuta a salvarci dalla moltitudini di messaggi, però visto e considerato che si paga un canone e paghiamo anche un garante forse è meglio che certi messaggi vengano tolti e castigati chi li produce. E certi personaggi che si atteggiano a salvatore della Patria farebbero meglio a stare attento a quello che fanno e dicono. 
M. Nove 

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Venti parole, più due punti "zero", per guardare all'anno nuovo cercando di correggere gli errori!
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Auguri
Piccola parola che con "grazie"indica molto. Un appartenenza, un unione, una civiltà e un vivere sociale. Non guasta il fatto che è gratis e non "pesa"su nessun strato sociale.
1
Banche
Da millenni hanno fatto il loro dovere sociale e poi... si sono incarognite dietro a speculazioni e facili guadagni. A Nostre, di risparmiatori, spese. Facile fare i soldi con la vil moneta degli altri ed altrettanto facile recuperare le perdite dai soliti. E loro non pagano... mai. Tanto quando gli serve chiudono alla faccia del salvataggio. Meditate risparmiatori e Voi del governo. Le elezioni sono sempre dietro all'angolo e la rabbia è sempre in tasca.
2
Amici degli amici
Sinonimo di corruzione, malaffare, imbrogli, mangia-mangia, prendi tutto alla faccia degli altri, scandali, fallimenti, montagne di soldi, speculazioni, salvataggi, meglio un giorno da... che i rimanenti da persone qualunque, coglioni gli altri, furbetti, accaparratori, ignoranti, menefreghisti, minoranza, sempre gli stessi, padroni di tutto, controllori di se stessi, politici, legislatori ad personam, vittime alle TV, censori di giornali, padroni di giornali, si fanno pulire il culo dagli altri, mangiano male in ristoranti da cinque stelle a spese di altri, le caramelle anche quelle a spese di altri, i coglioni dei figli sistemiamoli o sennò che cazzo fanno?, le amanti se le passano e senza preservativo, povere le mogli che vanno aletto con uno che non si protegge, spaccano telecamere, spaccano le palle, sorridono in televisioni che nessuno vede più, fanno tendenza, parcheggiano nei posti riservati agli invalidi e se ci fosse un Dio saprebbe che fare, filosofeggiano, vanno alla Scala per farsi vedere tanto dormono, nei musei non capiscono ma riescono a non sbadigliare, la scuola è un disturbo dato che devono portarci i figli forse neanche suoi, i giornali li compra per pulirsi le scarpe dalla merda del proprio cane che calpesta... mi fermo che la nausea aumenta. Tanto avete capito che sono loro "gli amici degli amici". Una piaga sociale.
3
Casa
Il gioco della tassa sulla prima casa che va e viene e va è sempre lì come la spada di Damocle. Il problema che ogni volta che si toglie entrano altre subdole tasse e quando ritorna si somma a quelle esistenti. Niente si distrugge ma tutto si perpetua e accresce. Intanto il Bel Paese è pieno di case e appartamenti vuoti e inservibili. Omaggio al dio cemento.
4
Chiesa
Vatileaks 1 e 2, pedofilia, Ior, giustizia da medio evo, diritti negati, guerre in nome di non si cosa, giubilei (in)utili, presenze fisse nelle televisioni, giornali, scuole e risuscitamenti di populismi egoistici. L'amore, la fratellanza, l'unione, la benevolenza, il perdono dove sono?
5
Cibo
Ultimo baluardo delle persone stufe del marciume che circonda tutto il vivere quotidiano. Il cibo sembra essere l'unica cosa che unisce e affratella. Per scoprire che "ammazza"anche. Leggete le etichette e "forse"nessuno mangerebbe più niente. Tutto fa male, la carne perché allevata con antibiotici e mangimi strani, il pesce inquinato dal mare deteriorato, le verdure crescono su terreni dove non si sa cosa c'è sotto. I zuccheri sono ovunque anche dove non c'è ragione di esserci. Che fare? Ognuno di noi lo sapeva, adesso è solo caos e dimenticanza.
6
Confini
Una volta c'erano i mari, i fiumi, le montagne, la natura, gli immensi spazi ora si ergono muri di cemento, filo spinato, motovedette con armi a bordo, forze armate equipaggiate al massimo, idee populiste. Il tutto per fermare l'avanzate delle popolazioni che scappano dalle guerre, dalla fame, dalle disperazioni, dal vivere senza futuro. E niente li ferma... neanche la morte. Perciò dite a che servono i confini? E come pensate di usarli?
7
Cultura
Ci hanno buttato in faccia che con la cultura non si mangia. Eppure la dimostrazione del contrario è alla vista di tutti. La gente, i turisti e non cercano la cultura con tutti i mezzi. E i guadagni ci sono. Il problema che se la sono mangiata loro, i politici, la cultura e poi vengono a dire che non si mangia. A parte le polemiche, bisogna dire che però l'impoverimento culturale incide molto sulla vita sociale di un Paese. Senza cultura si ritorna alle barbarie, si perde la memoria di chi siamo, scordiamo di appartenere al genere umano e non potremo più godere di bellezze naturali e di quelle create da Noi. Senza cultura non c'è istruzione ma solo ignoranza, intesa come non sapere niente di niente. Se volete vivere così accomodatevi, siete vicini alla meta. Ma non pretendete che poi qualcuno vi risolva i problemi che nasceranno, le malattie che verranno e i "nemici"della porta accanto.
8
Democrazia
Parola abusata e svuotata del suo valore. Penso che pochi, oggi, sappiamo cosa sia, tolto il termine in se stesso. Sarebbe meglio applicarla più che evocarla. Soprattutto togliamoci dalla mente che la democrazia indica portare militari, armi e guerre in quelle parti del mondo dove si pensa che non ci sia. Invece dei soldati provate a non vendere più le armi a quei popoli. Credo che il risultato sia migliore. Provate ad aiutarli a sostenere un economia sostenibile e vedrete che l'esodo di persone si ferma. Importate, senza imporla, la cultura e vedrete la gente non odiare più. Lasciate la religione in luoghi predisposti e la gente amerà oltre al loro Dio anche gli altri esseri umani. Chi vendeva armi e democrazia potrebbe buttarsi sui punti di cui sopra e il suo guadagno ci sarebbe lo stesso. Facile.
9
Donne
Quote rosa, percentuale fisse per responsabilità pubbliche, soldato, ministre, ammazzate, puttane tranne madri e sorelle, omertose, artiste all'ombra, giornaliste... Sono tutto e niente in questa società maschile fatta da uomini per uomini. E quando raggiungono certi settori, come la politica, stranamente imitano i loro colleghi maschi. Forse sono scelte per quello e non per i meriti? Imitatrici. Di un prototipo che loro per prime devono combattere. Senz'altro è meglio vedere una in minigonna e tacchi a spillo... che batta la propria scarpa, di marca, sullo scranno dell'aula per contraddire i colleghi che ugualmente vestita assentire come un oca al proprio leader. Non una questione di immagine, come pensano i maschilisti, ma di forma, come partecipe della vita quotidiana e sociale. E togliamo certe parole dal vocabolario: femminicidio, brutto termini sia di sostanza che di forma. Un delitto è un delitto e leggi prevedono già la pena. Piuttosto facciamo i processi più veloci e sicuri.
10
Europa
Millenni di guerre, decenni di pace, culla di cultura e per finire, unica volta nella storia, unita. Il miraggio, l'illusione e la speranza si sono infrante nei sciocchi egoismi, non dei popoli, dei governanti di queste nazioni. Per intenti elettorali, per rivincite personali e per egoismo pecuniari i vari governi vogliono tutto e solo per loro. Così è crollato la mitica unione dell'Europa. Cosa ci si poteva aspettare da una parte del mondo che è stata sempre in guerra tra loto fin dai tempi antichi. I governi europei sono bambini che non vogliono crescere, al contrario della popolazione che è cresciuta. Girando da uno Stato all'altro senza confini.
11
Giovani
Vittime sacrificali di una politica vecchia e becera, anche se formata da "giovani". Per governare non basta avere quarant'anni, solo nel presente, ma possedere un cervello giovane, pieno di futuro e aspettative. Vittime del presente, appunto, fermi sul precipizio come iloti da sacrificare per il bene solo temporaneo di pochi eletti. Persi quest'ultimi negli intrallazzi, negli scandali e nel passare per vittime quando vengono scoperti.
12
Inquinamento
Isole di plastica al largo degli oceani, pesci radioattivi, trivellazioni così in profondità da spaccare tutto, acqua impregnata di minerali non sani, aria irrespirabile, coltre di smog scambiata per nebbia, targhe alterne, fare auto che non inquinano no?, tutti a piedi, tirando l'auto come carrettino, o sennò le industrie chiudono, fabbriche che per non chiudere non usano filtri e protezioni, la raccolta differenziata che sta già annoiando tutti, la carta per terra, le deiezioni dei cani che i padroni non raccolgono, li amano talmente che sarebbe un dispetto raccoglierla potrebbero offendersi, tutti sui bus, molti inquinano di più delle auto, le luminarie sotto le feste, cibi con etichette da laurea di biologia, pane con dentro lo zucchero, che cazzo ci fa li?, ansie, teledipendenza, McDonalds uniti, fazzoletti di carta, medicinali in più del dovuto, il fai da te in ogni cosa tranne che nell'hobby sano e rassicurante, prati di casa da tagliare in continuazione ed innaffiare. Come disse uno continuiamo a farci del male ma... non lamentiamoci per lo meno. Anche quello è inquinamento.

Lavoro
C'è o non c'è? Un miraggio, una chimera, un sogno o una favola da raccontare prima di andare a nanna? In un Paese dove una classe politica (ormai penserete che c'è l'abbia con la politica... ed è vero) si è mangiata tutto il sociale aiutante e inserendo gli "amici degli amici"non poteva di certo starsene tranquilla con il lavoro. Infatti, la prova provata è sotto gli occhi di tutti. E ditemi che sono allergico alla politica. Di questo Paese senz'altro. Resisto perché nonostante tutto lo amo questo Paese.
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Mafie
Le mafie non esistono, da noi quando mai?, un invenzione dei media, delle fiction di successo, qui siamo tutti di "noi", cosa nostra è degli altri, l'Europa impone che non esistano le mafie, tarallucci e vino, unione, economia sommersa, le scorte inutili, soldi spesi e tanti, mafie che risorgono dalle nostre ceneri, pianti, urla, interviste, ossessione, quotidianità, grandi società globalizzate, inquinatori, l'isola di plastica. E altro che noi miseri umani non immaginiamo ma come pesci nella rete a strascico ci siamo di mezzo.
15
Nord-Sud
Un detto dice che c'è sempre qualcuno più a sud di un altro. Come c'è sempre uno più al nord. Se il pianeta è rotondo allora ognuno di noi a un certo punto si troverà a sud degli altri e poi a nord e poi di nuovo a sud. E così via di rotolamento in rotolamento. Per alcuni era meglio se la Terra rimaneva "piatta", avrebbe una freccia in più al suo arco populista. Intanto l'ovest e l'est guardano annoiate, il mito, la leggenda, l'unità e la voglia di vivere è solo loro. Meditate.
16
Populismi
Il populismo fa parte della nostra identità, quella che va sotto il nome di ignoranza. Basta guardare in un asilo nido dove bambini di più razze (che brutta parola razze basta dire uomini e donne) giocano e vivono insieme. Poi basta alzare gli occhi e osservare i loro genitori. Ed è lì che si nota la nota stonata. A loro da fastidio che il figlio giochi con altri bambini. E il colore della pelle non conta, ci siamo scordati che non molti anni fa i populisti si scagliavano contro i meridionali che se non erro erano, sono e saranno della stessa razza, stesso colore, stesso Paese e stessa lingua. Nei vocabolari come sinonimo di ignoranza bisogna aggiungere populismo e razzismo.
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Quirinale
Rappresenta Noi tutti, nel bene e nel male. Anche nella paura collettiva di attentati. Per questo non c'era la rappresentazione alla prima della Scala, in odore di attentati. Per poi partecipare al San Carlo di Napoli, fuori dalla lista nera. Coincidenza? Può darsi ma brutta dimostrazione di rappresentanza di noi tutti. E poi quando parla potrebbe smettere di tramettere ansia? Non tanto nelle parole ma nel tono.
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Riforme
Tante, in aumento, continue ma... niente cambia nel vivere di ogni giorno. Come mai? Che siano sbagliate? Inutili? Non azzeccate? Servono a pochi? All'Europa? Alle minoranze parlamentari? A fini elettorali? Agli amici degli amici? Alla gente? A me? A te? A tutti? A nessuno? Boh, ennesimo mistero che in futuro la Storia spero che saprà risolvere.
19
Sinistra-Destra
Nell'antichità c'era solo il dominio del più forte, poi dei re e imperatori, poi della nobiltà e poi della politica in poche mani. Tutto naturalmente lontano dalla gente comune. Poi le rivoluzioni, sempre finite male per il popolo, le ideologie, inculcate da pochi a molti, poi l'equità, a parole, poi le dittature, sempre presenti, la religione, mai mancante, destra e sinistra, sputtanata da chi ne parla, e la modernità, un caos dove tutto si confonde. E smettetela di dire che destra e sinistra non esistono più, falso. Per esempio nel crac bancario la sinistra avrebbe salvato istruendo e a facendo leggi di salvaguardia i risparmiatori. La destra invece avrebbe salvato solo le banche, come sta avvenendo con la scusa di salvaguardare i risparmiatori. Colpevoli quest'ultimi di seguire le leggi fatte per le sole banche. Ritorniamo alla distinzione di sinistra e destra, aiuta a capire come ci si deve comportare nella società.
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Terrorismo
La paura del presente. Paura che ad essere colpiti siano proprio la gente comune, normale, noi tutti. Sempre i soliti a dover pagare il conto voluto da altri. Non dico di colpire i palazzi delle istituzioni nel pieno del loro lavoro, sarebbe un istigazione, che non voglio proprio proporre, ma avrebbe un senso, sempre che terrorizzare lo abbia un senso. Fatto sta che la paura è nostra e già usciamo poco per l'inquinamento e la poca disponibilità economica.
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Ultimi
Beati gli ultimi se i primi saranno onesti. Ricordiamo queste parole e tiriamo avanti per un altro anno... e poi un altro ancora...
M. Nove

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13 novembre 2015

   Attacco terrorista a Parigi. In più punti della città e dove la gente, del luogo e turisti, si assembrano per passare una serata nella meravigliosa metropoli. Tanti i morti e feriti. Tante le chiacchiere e qualcuna anche di troppo. L'allarme è mondiale prima che Europeo e i capi di Stato sono corsi subito ai ripari. Alle misure di emergenza e, ahimè, alle chiusure delle frontiere. Per lo meno la minaccia di farlo. Si parla anche di guerra e di cacciata dello straniero. Così facciamo solo il gioco del terrorismo, entriamo nel loro gioco preferito: destabilizzare e impaurire. Loro non hanno niente da perdere ma solo da "conquistare & guadagnare", invece noi gente comune abbiamo da perdere tutto. La nostra dignità, la nostra libertà, il nostro modo di vivere, la nostra arte e la nostra vita in comune con tanti nostri simili. Perciò bisogna dirlo forte che NOI non abbiamo paura e non ci piegheremo al loro lercio riscatto di terrore. Lo dobbiamo alle persone cadute per mano di una minoranza che senz'altro non sa che cosa sta facendo. Non ci sono ideologie, religioni e vendette che giustificano la strage di innocenti, ignari e vittime come loro se non il doppio di loro. E gridiamolo forte il gioco del terrorismo alla fin fine si risolve solo in vil denaro e nel potere di guadagni sulle risorse di Terre e popolazioni da sfruttare. Lasciamo che i capi di Stato parlino fra loro per arrivare a qualche tipo di soluzione che non sia la solita della guerra. Visto che fino adesso non ha funzionato. Anzi. E soprattutto smettiamo di dire che da oggi tutto è cambiato. Come tutto era cambiato il 11 settembre del 2001. Niente è cambiato allora e molto probabilmente niente cambierà ora. Le grandi multinazionali faranno il loro sporco lavoro e la Terra e i Popoli ne pagheranno le conseguenze. Soprattutto smettiamola di cavalcare queste tragedie per i propri fini elettorali. Vogliamo una volta per tutte riunirci, tutti, attorno a un tavolo e discutere? Lasciando da parte populismi, destre, sinistre, religioni e soldi.


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Il quotidiano francese Le Monde scrive che Glucksmann aveva rappresentato «il legame tra due generazioni di intellettuali, quella di Sartre, Aron e Foucault e quella dei “nuovi filosofi” che avevano formato un gruppo in rottura con il marxismo negli anni Settanta». Glucksmann è stato un militante per i diritti umani e uno dei protagonisti del “maggio francese”, un periodo di grandi manifestazioni e movimenti di rivolta tra maggio e giugno del 1968 in Francia.
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    Da l'Espresso n° 45 del 12 novembre 2015. Foto di grande impatto dove un gommone, nel mare aperto, si confonde all'occhio umano con le onde. Siamo piccoli riferiti alla natura. Forse solo per questo dovremmo restare più uniti e solidali.  
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La corsa alle "bustarelle", dette anche ciliegie nel senso che una tira l'altra, è sempre aperta. A quando una normativa che preveda solo l'apertura a pochi mesi all'anno? Anche a poche settimane, magari nel periodo estivo in cui la gente ha altro da fare. Una soluzione adatta alle esigenze di tutti visto che il fenomeno invece di calare sembra aumentare, come una malattia. Anche se bisogna dire che colpisce sempre gli stessi "ammalati" o alla loro cerchia ristretta. Poi per rendere la cosa più eccitante facciamo che ogni tot bustarella, o ciliegia che dir si voglia tanto il succo non cambia, sia vuota. E chi la prende se lo prende in quel posto, tanto basta intascare o no? E gli altri? Tutti gli altri? Rimangono come quelli che aprono i pacchi sbagliati e sempre vuoti. Stravolgendo un detto possiamo dire che "uno prende per fregare, gioire ed "educare" tanti altri".
M. Nove

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      «Il papa può dire qualsiasi cosa, qua non è possibile... Non esiste». La frase così letta fuori dal contesto non si capisce, ma quando si scopre chi l'ha detta ci si scopre soli e abbandonati. Proprio da quelli che invece fanno dell'accoglienza e della benevolenza un vanto. Qualcuno dirà che sono uomini anche loro, i preti appunto, e come uomini possono sbagliare. E poi altri avranno anteposto la carità ai propri istinti umani. Anzi la maggioranza avrà aiutato e dato ospitalità. Eppure il danno che questa, presunta, minoranza sta facendo è molto grave e destabilizzante e certamente allontana la gente da una religione che professa una cosa e la esercita all'incontrario. Mi auguro che il Santo Padre allontani questi uomini e dia ampio risalto alla vicenda. Il populismo lasciamolo alla gente meschina e poi mi raccomando venite a dire di prendermeli io i profughi. Avessi soldi, potere e influenza lo farei senz'altro. Così invece sarebbe una condanna per tutti e forse per questo sto dalla loro parte. Un profugo nella mia terra, nel mio paese, nella mia casa. Con tutte le iniquità che ci sommergono. E non avrei certamente un aiuto da parte del clero e di quelli che predicano il populismo, che se ne fregano della gente normale e dei loro bisogni. Bisogni di una dignità di vivere in armonia con tutti e tutto e non pensando solo a campagne elettorali perenni. Comunque la pensiate rimane il fatto che si sta formando un clero che vuole decidere su tutto l'aspetto vitale di noi esseri e poi ci abbandona nei momenti del bisogno. Dimenticando che molti dei profughi sono cristiani come la maggior parte di noi. Meditate.

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   Il malcostume si è insediato nel comune di Sanremo. Subito ho cercato se nel meridione ci fosse un paese omonimo. Niente. È proprio quello della riviera dei fiori. Allora oltre alla mafia anche il malaffare è stato esportato al nord? O forse c'è sempre stato ma taciuto per (in)decenza e per lavarsi i panni sporchi nella propria lavatrice? Fatto sta che l'Italia sembra sempre più unita ed unica. Per poi scoprire in futuro che anche l'Europa e il resto del mondo sono come noi. Quello, che sinceramente mi da fastidio, è il fatto che neanche nel fregare hanno avuto stile, metodo, non chalance. Non si sono resi simpatici. Andare a timbrare in mutande, mandare una bambina o recarsi a remare, bè queste sono cose da ritardati, arroganti e ignoranti approfittatori. Mi auguro che oltre alla galera, visto che li paghiamo noi, intesa come comunità, siano licenziati con obbligo di restituzione degli stipendi arretrati. Perché certa gente capisce solo se li tocchi nei soldi. E subito ad assumere altri lavoratori. Se non si fa così si rischia che passano per vittime e per eroi. Ricordate che fanno gli arroganti con i nostri soldi e di quelli dei nostri figli. La furbizia sta da un altra parte. Non certo a Sanremo e neanche nel resto dell'Italia.

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   Quando le parole valgono poco o niente. O forse è chi le pronuncia che non vale niente? Dubbio amletico di non facile soluzione visto che che nessuno, e dico nessuno, capisce più niente di niente come se tra noi parlassimo lingue diverse.






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   Un saluto per chi si ricorda che il 1° ottobre era anche il 1° giorno di scuola. Un giorno che i poveri bambini nati in questo giorno non avevano il coraggio di festeggiare il proprio compleanno. Fatto che naturalmente non pesava dato che allora non si usava festeggiare come al giorno d'oggi. Pure gli infanti sono venuti su bene lo stesso. Senza invidia, capricci e spese costose. In più permetteva agli studenti più grandi di guadagnare qualche soldino con i lavori nelle campagne. Adesso si vedono gli extracomunitari allora si vedevano studenti e studentesse. Il mondo, in apparenza, cambia ma la memoria dovrebbe rimanere per quei piccoli attimi di vita vissuta e che non ritorneranno mai più.





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L'economia, questa “bestia nera” dentro l'anima sociale.

Lo ammetto, di economia (economia?) non ne capisco nulla. Ho cercato di approfondire, entrare, scardinare e rivoltare questa incapacità nel comprenderla. Niente. Libri, giornali, televisioni e voci da bar non sono riusciti a svelare il concetto che c'è dietro alla parola economia. Un mistero di cui solo gli addetti alla categoria sanno, ahimè per noi. Eppure alla base ci dovrebbe (dovrebbe?) essere l'assioma semplice: guadagno, spesa, vivere. Un trio semplice ma complicato nella società in cui si vive. Perché? Ardua domanda con infinite risposte di cui nessuna è servita a spiegare che cos'è l'economia. Mio padre che era un muratore diceva sempre che una casa buona per viverci dipende dalle fondamenta. Più queste sono solide, ben piantate e più la casa verrà su esaltata dalla durata. Durata, praticità non volgarità. Buone fondamenta, buoni muri di sostegno e alla fine un buon tetto. L'economia sembra invece che inizi se non dal tetto dalle mura. E le fondamenta? Riportiamo l'esempio alla società. Le fondamenta dovrebbero essere il popolo, che con il lavoro guadagnano per vivere, per tirare su una famiglia e per spendere per se stessi. Sono loro che fanno girare i soldi e l'economia non è in fondo che un giro di soldi. Se si toglie il lavoro, come sta accadendo, si toglie il guadagno e la possibilità di “spendere” e di far “girare”. In fondo la nostra costituzione lo dice subito nel primo emendamento, come stanno le cose. Intuiva già che l'economia siamo noi. Spesso per necessità superiore e anche per voglie da togliere si spendeva più del guadagno e allora si ricorreva alle banche. Quest'ultime danno prestiti su cui hanno il loro tornaconto e in questo modo anch'esse fanno girare l'economia. Solo dopo che i soldi sono già in giro, non certo per merito loro. Infatti se le “fondamenta” smettono di far soldi, con il lavoro, loro gli istituti di credito dove vanno a prendere il vil denaro? Le banche nell'esempio della casa sono i muri della struttura, ma non quelli portanti. I muri portanti, il sostegno dell'abitazione sono le industrie, il commercio, l'artigianato, tutto quello che fa e crea lavoro. Non sono le fondamenta dato che hanno bisogno di gente che lavora. Se fossimo tutti commercianti il mondo si fermerebbe lo stesso. Se uno fa il pane per vendere e un altro che fa le sedie senza lavoratori chi fa il pane coma fa ad andare a procurarsi le sedie, visto che è impegnato a creare e così anche il panettiere. Semplice, forse troppo semplice. La vita è sempre più complicata delle spiegazioni anche astruse che diamo. Quand'anche... Ritorniamo a bomba e ricordiamo ancora che le banche sono le mura e perciò hanno una funzione accessoria. Utile e comoda. Meglio tenere i soldi in banca che in casa alla mercé di altri. Allora ditemi come mai abbiamo (abbiamo?) assurto a “fondamenta” gli istituti di credito? Se il popolo perde il lavoro, il giusto guadagno, i media ne parlano ma come una cosa di “poca” importanza, di un passo inevitabile, invece se falliscono le banche giù con visioni apocalittiche e catastrofiche. Perché? Forse per il fatto che fermano, volenti o non volenti, il flusso di danaro? Senz'altro. Ma se nessuno ne porta che si ne frega se bloccano il flusso? Abbiamo assegnato un potere che non hanno togliendolo a noi. Come abbiamo subordinato alle industrie un potere che non hanno. Immaginate se tutti (tutti?) non lavorassero, le grandi compagnie si mangerebbero i loro profitti letteralmente. La gente, il popolo, noi tutti siamo le fondamenta, ricordiamocelo una volta per tutti. E dove sono tutti quei politici che anni fa andavano contro le banche le avevano scelte come nemici da abbattere. Dove sono i loro discorsi? Finiti per caso in qualche conto corrente di quelle banche? Eppure siamo sempre in perenne campagna elettorale. Non solo da noi, basta vedere quello che succede nel mondo. Minacce di default nazionale, uscita dall'unione, cambio di valuta, svalutazione della valuta nuova o vecchia, la povertà che avanza come una pandemia, il lavoro che svanisce come nebbia al sole, le code ai bancomat come una volta si facevano davanti ai generi alimentari, le banche chiuse con il bottino, non loro, dentro protetti. Un mondo al contrario dove le case si fanno senza fondamenta, i muri portanti e tetti solidi. Poi ci lamentiamo che tutto crolla, frana, si sbriciola come sabbia tra le mani. Per finire l'esempio della casa qualcuno si domanderà: il tetto? Risposta facile: la politica. Quella vera, quella fatta per la gente, nel suo complessivo esistere e non in settori, quella della vita in comune, quella che aiuta i bisognosi e quella che punisce i “furbetti” delle norme e leggi di un buon vivere. La politica, come i tetti, deve proteggere i suoi cittadini e rispettare i buoni sentimenti sociali e morali. Che cos'è l'economia? Una materia che dovrebbe farci capire come gira il mondo non un modo di agire. Le banche invece dovrebbero, facendo tutti i passi necessari indietro, svolgere la loro funzione primaria aiutare la società con la distribuzione, ove occorre, del denaro. E tutti i derivati, le obbligazioni e altre schifezze prendetele e buttatele via. Sono soldi persi? Noi, povera gente, non abbiamo forse buttato, non a causa nostra, tanti soldi? I sacrifici li debbono fare tutti specialmente i furbetti di quartiere e di cesso. Infine la politica deve salvaguardare tutto questo. Non solo le proprie poltrone.
29/06/2015

M. Nove
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 Il dubbio tra tanti dubbi

Negli ultimi giorni, per la testa, mi circola un dubbio. Piccolo e innocuo. Senza pesi e oneri su niente o nessuno. Forse! Andiamo con ordine. In una democrazia ogni tot anni si vota per riconfermare o non riconfermare chi in quegli anni ha governato. Sia che siano elezioni nazionali, che provinciali, che regionali e che comunali. Si eleggono delle persone, dico persone non partiti o agglomerati di gruppi politici, per risolvere o al limite non far succedere problemi alla nazione, alla provincia, alla regione o al comune. Se hanno governato bene possono essere rieletti oppure si passa ad altre persone, ridico persone non partiti o agglomerati di gruppi politici. Questa la sinossi della politica applicata alla società. Poi naturalmente niente va per il verso giusto. Troppi partiti, troppe alleanze, troppi gruppi misti, troppe persone vogliose di sole poltrone. Comunque sono ottimista e credo ancora nella saggezza delle persone che vanno a votare e anche in quelle che per nausea, disperazione, rivolta non ci vanno più. Facciamo finta che tutto vada secondo il metodo democratico. Alcune persone vincono, brutta parola, diciamo vengono elette, non è una gara, e perciò devono governare il Paese, la provincia, la regione o il Comune. Intesi come unione di tutti i partecipanti alla vita sociale. Tutti. Non solo la parte di chi ha avuto una percentuale più alta. Tutti, lo ridico perché sta cosa la si dimentica. Se Tizio non ha votato il sindaco Caio e Sempronio invece lo ha fatto, questo non vuol dire che Caio è solo il sindaco di Sempronio o sennò Tizio potrebbe, per esempio, non pagare le tasse comunali, non essendo riconosciuto dalla giunta. Gridiamolo chi è eletto diventa il difensore, sostenitore di tutti. Dico tutti. Il dubbio dove sta se l'utopia impernia tutto il mio essere? Nel capovolgimento delle regole elementari della democrazia. Forse è colpa dell'America che permette che un presidente dopo il primo mandato debba fare campagna elettorale per il secondo e ultimo, sta parte mi piace visto che da noi durano sempre dei "ventenni". Deve metterci la faccia e vendersi dimenticando che sono gli elettori che in base a quello che ha fatto devono giudicare. Dai fatti e non dalle parole, specie del diretto interessato. Secondo me per il secondo mandato dovrebbe essere il partito di appartenenza fare campagna elettorale, in maniera che il presidente in causa possa esercitare il suo ruolo di "sentinella" di tutto, dico tutto, il Paese. Ecco avrete capito il dubbio. Può chi è in carica fare campagna elettorale tralasciando gli obblighi verso tutti? Nel nostro strano ma caro Paese ci saranno a giorni le elezione regionali. E tutti a far campagna elettorale come se perdere o vincere, brutte parole, debba influenzare la politica tout court dell'intero Paese. Infatti un live motive ricorrente è il risaluto quasi calcistico. Si è partiti da un sette a zero per arrivare al quattro a tre. Come se fossimo fermi a Italia Germania degli anni settanta, quel 4 a 3 favoloso. Altri tempi. Gli elettori devono decidere sulla cagnara di risultati calcistici e fede partitica, da partito politico, e poi anche andare a votare? Meglio andarci anche se la voglia è tutt'altra. Non si può lasciare questo nostro strano ma caro Paese in mano a questa gente. Ritornando a bomba mi chiedo ma può un capo di governo in carica fare campagna elettorale? L'unica semplice risposta è no. Forte e chiaro. Il capo di governo come il Presidente della repubblica rappresenta tutti, tutti, noi. Quando va negli altri Paesi mondiali va come rappresentante dell'Italia, unita, e quando prende decisioni le prende a voce nostra e tante volte sulla nostra pelle. Basta studiare un pò di storia, quella moderna non la preistoria. Della storia antica bisognerebbe solo studiare l'impero romano, lì c'era già tutto. Dimenticavo che abbiamo poca memoria, per questo ci vogliono i ripetuti e costanti quasi vent'anni per capire di esserci sbagliati. Perciò dico al capo di governo di stare nelle sedi adeguate a cercare, nessuno pretende di risolvere, troppa grazia, di risollevare il nostro strano ma caro Paese. La campagna elettorale lasciala fare ai diretti interessati. Mi metto nei panni di quest'ultimi e penso ma come fanno ad essere credibili se devono essere appoggiati dal gran capo. Sono, forse, inermi, inconsistenti o incapaci? Alla provincia, alla regione o al comune poi ci andate voi non lui. I cazzi, scusate l'espressione, sono e saranno solo vostri. E purtroppo anche nostri. Qualcuno obietta ma è il leader del Partito. E allora? Nella riunione del condominio, per esempio fossimo dello stesso partito, lo chiamo per farmi aiutare? Cazzate. E suggerisco per mettere fine alla nausea che mi assale di far in maniera che chi diventi capo di governo deve lasciare il Partito di appartenenza. Forse così sarebbe anche più libero di decidere. In questo nostro strano ma caro Paese il conflitto di interessi è sempre presente e pressante.
Altro dubbio che non lo è poi più di tanto. L'incandidabilità di certi nomi. Presentabili e impresentabili come li hanno chiamati i media. C'è una lista che per non si sa per qual motivo viene rinviata di giorno in giorno. Fino alla dimenticanza dopo le elezioni. Tirartela fuori tanto i leader hanno già detto che non se ne fanno nulla di quell'elenco. Arroganti e privi di palle, per due poltrone molti cittadini devono sorbire la presenza di certa gente, che mi augura che dimostrino la loro estraneità ai fatti a loro attribuiti. Poi in un indomani, visto che non sono poi tanto vecchi, possono a testa alta entrare dalla porta principale nella politica. Tanto le elezioni ci sono sempre e dovunque. Per adesso direi di rispettare le leggi. Senza polemica. Questo per lo meno lo dovete a noi elettori. Già il fatto che se ne discute purtroppo non è un buon segnale sulla serietà di chi verrebbe fare politica. Oppure come dice quel tipo un po' strambo: una solida poltrona vale di più che di una buona politica.

28/05/15
M. Nove
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Rubare l'anima delle vicende

In settimana le solite catastrofi, politiche, guerre, disastri economici e altrove e poche risate, di gusto per lo meno. Inutile portare i bimbi a scuola, con la macchina per fare solo pochi metri, poi andare sul lavoro, sempre in auto tanto l'autostrada e la benzina la regalano, poi riprendere i figli, mangiare di fretta e ritornare chi al lavoro e chi a portare i bimbi per le attività didattiche e/o sportive. Oggi c'è il tennis, l'equitazione o corso di taglio e cucito? Non si può ricordarsi tutto. Alla fine tutti a casa a mangiare a vedere la TV e poi a... Sempre di corsa nella speranza che le cose del mondo si dimenticano di noi e che vanno a disturbare gli altri. Specie quelli che non hanno un cazzo da fare nella giornata. Invece niente. Tutto accade anche qua, appena fuori dalla porta e ci meravigliamo e nella nostra "stupidità" incolpiamo altro. Un bel oscuro e misterioso altro. Invece. Invece siamo qua a parlare del solito tran tran di "sotto casa nostra". Come il balletto del rimborso dovuto ai pensionati. Si danno o non si danno? A tutti o a nessuno, oppure? Tutti, i pensionati, in attesa del... "sorteggio" favorevole. Dico i pensionati dato che le altre categorie hanno altri problemi e altre finalità, che indirettamente c'entrano molto con il rimborso. Se danno i soldi da una parte non li hanno per l'altra. L'equilibrio naturale delle cose del battito delle ali di una farfalla che si ripercuote su altro. Molte soluzioni, dare a tutti, scartata subito incolpando l'Europa, capro espiatorio perfetto, dare a pochi, scegliendo tra gli amici degli amici?, dare a nessuno, la loro idea fissa e sicura, così non scontentano nessuno, dare a rate, sa troppo di banca e nessuno le ama più le banche. Dare una tantum? Ecco la soluzione finale, dare poco e che non incide poi sulle prossime elargizioni come da legge. Naturalmente solo alle pensioni più basse. Con buona pace per chi ha scatenato, con la denuncia, il putiferio. Uno di quelli con la pensione più alta. "Cornuti e mazziati" come si dice da... ogni parte di questo strano e diviso Paese. Vedremo e prima o poi andremo ancora a votare e allora... Pensate se ogni cittadino applicasse la stessa irresponsabilità, elargita goffamente dal governo, nelle vicende di ogni giorno. Nelle rate dei mutui che non si possono più pagare, diamogli una tantum, in base al reddito, e ciao ciao ai suonatori. "Loro" stanno facendo così. Noi no, non lo permettono.
Passiamo ad altro argomento. Più leggero e frivolo. In una delle solite passeggiate giornaliere, diecimila passi all'aria, poco pulita, ma salutare, passando davanti a una scuola superiore ho visto nel parcheggio oltre alle auto, molte, bici, poche, moto, infinite, due "ape" Piaggio. Si proprio quelle che si vedono, raramente oggi, cariche della più svariata mercanzia e guidate specialmente da contadini di una certa età. La cosa ha colpito subito visto che i due mezzi sono di quanto più lontano dai giovani. Anche se a guardarli bene con quel tubo messo dietro come a sostenere altri passeggeri, posti nel cassone come antenne, potrebbe essere una nuova forma di rodeo urbano. Quando andavo a scuola c'erano molti motorini e poche auto e tutte da urlo. Per cuccare, per oltrepassare gli sfigati. Le "ape" Piaggio se ne vedevano molte ma al mercato, nelle strade sterrate e nelle campagne. Guidate da gente per lo più strana e simpatica. Come un vecchio zio dalla stazza enorme che ricordo sempre chiuso nella cabina. Lo vedevo anche fuori dall'ape ma mai lo visto salire o scendere e mi domando come faceva quell'omone a farlo. Che fossero due, uno nell'ape e uno fuori? Questi nuovi apisti me li immagino, belli come i giovani d'oggi, avete notato che non ci sono più i brutti tra i giovani?. Li avevamo tutti ai miei tempi. Oh, quanti. Oggi sono tutti alti e asciutti come sportivi. Sicuri e diciamolo, in tutta sincerità, devono essere delle specie di capobanda. Gli altri verrebbero presi in giro per tutto l'anno scolastico. Come gli sfigati di una volta. L'umiliazione fra i banchi è ancora rimasta. Stavo per fotografare i due mezzi quando mi fermo e non scatto più. Un pensiero selvaggio, libero. I nativi americani dopo che li hanno sterminati i bisonti affamandoli di fatto, dopo averli messi in riserve li volevano anche fotografare. Molti si rifiutarono dicendo che così li avrebbero anche rubato l'anima, che per loro sarebbe il ricordo di tutta la vita di gente libera. Ecco fotografarli avrebbe sminuito la visione onirica, innocua in se stessa, e avrebbe nascosto in un file digitale il mistero di quelle due "ape" Piaggio. Parcheggiate tra auto, moto e bici, vicine e tronfie.
Ultimo argomento un dubbio innocuo, inesistente e forse fasullo. Nel supermercato davanti al banco gastronomia una fila lunga impaziente. Il cliente, una donna, di turni chiede un pollo. La commessa chiede se vuole il normale a tot prezzo o quello ruspante ad altro costo. Più caro. L'attesa nella fila fa male perché ho incominciato a farmi venire dubbi atroci. Perché il pollo ruspante deve costare di più? Lo so è più sano, più libero, più selvaggio, più biologico. Ho capito. Ma ragioniamo. I polli nelle gabbie minuscole, sono stressati, non si possono muovere, mettono su grasso e mangiano mangimi che costa caro. Come caro è la corrente elettrica per illuminarli e il riscaldamento immagino. Il lavoratore che controlla. Hanno un costo. Le galline nostrane invece libere nelle aie, cortili di cascine, o nei pollai immensi. Nessuna spesa per luce e riscaldamento e poco mangime. Beccano per terra come dovrebbero fare. Senz'altro la gallina è più magra, robusta e poco stressata. Lo stress arriva quando devono prenderle e caricarle sui mezzi, nelle stie, le gabbie dei volatili secondo l'enigmistica e via. Come costo di materia prima si denota uno squilibrio evidente. Perciò si acuisce che la differenza di costo dipende dal fatto che è bio, che è di moda così. La vogliamo smettere di specularci sopra, noi consumatori vogliamo mangiare bene spendendo il giusto e non secondo il business del momento. Anche perché voglio vedere qualcuno trovare la differenza di gusto in un pollo arrostito come lo fanno nel grill del supermercato.
24/05/15

M. Nove
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Il “lupo” e i tre “argomenti”. 

La settimana trascorsa è stata all'insegna di tre avvenimenti politici. Il primo riguarda l'odissea dei rimborsi ai pensionati che la Consulta ha decretato e l'Europa ha sconsigliato. La seconda riguarda la riforma scolastica dal nome roboante "la bella scuola", Che di bella non dovrebbe avere niente visto che sembra che scontenti tutti, ma proprio tutti, Tranne l'ideatore. Terzo argomento i respingimenti dei profughi. Naturalmente ci sono anche altre notizie, il Mondo non ci risparmia niente, dai conflitti, alle catastrofi, ai drammi civili per finire alla cattiva vita di molta gente. Ritorniamo al primo punto: il rimborso degli arretrati ai poveri pensionati. Il punto cruciale, per la sottoscritta, è la mancanza di responsabilità della classe dirigente. Che casualmente è, tranne per il nome del leader in carica allora, la stessa di quell'arresto di erogamento, adeguamento al costo della vita, ai malcapitati. Qualcuno dirà visto che sono stati loro a togliere senz'altro sarà loro responsabilità far rimanere come era stato deciso. Allora i controllori dell'esatta applicazione delle leggi e la loro costituzionalità che ci stanno a fare? Il "palo" ai vari governi? No è loro responsabilità aver fatto una, noi diremo, grande cazzata ed è giusto che rimediano nell'unico modo consono. Dare gli arretrati e portare i valori allo standard della vita. A tutti, purtroppo anche alle pensioni d'oro. Fintanto che non si faccia una legge che dia un tetto a quelle basse e a quelle alte. Fino allora sono cittadini come gli altri. Dirlo costa un tremore alla mano che ho paura si blocchi. Proposta: dare come base 1500 € alle minime e 5000 € alle massime. Così le minime possono tirare avanti con dignità e quelle massime ne hanno anche da avanzo. Poi tutti quei soldi che hanno guadagnato prima che fine hanno fatto? Se li sono mangiati? Saranno cazzi loro. I poveri ci hanno vissuto, senza soldi, tutta una vita, che almeno in pensione. Qualcuno dirà ma loro hanno versato per avere le pensioni d'oro. Fate le proporzioni matematiche che volete e vedrete che per ricevere certe pensioni avrebbero dovuto versare per più di quaranta anni e forti somme. Ma certa gente prende grandi cifre solo dopo decenni e dico decenni per essere cauto nelle previsioni. Questa è polemica direte, senz'altro ma sappiate che pochi prendono molto di più dei tanti. Questa la chiamate democrazia? E lo Stato cosa fa? Invece di regolamentare le varie situazioni attende e lascia passare il tempo e intanto non decide. Per anni si è parlato di soluzioni più o meno drastiche che per il buon vivere non sono state mai applicate. Si sono fatti solo palliativi e si vede come siamo finiti. Hanno dato soldi a tutti dalle grandi opere ai magnifici expo, ai manager alle corporazioni, alle banche, a tutti quei enti che non si sa a cosa servono. Ai cinque per mille che solo una percentuale finisce dove deve finire. Ma allora vi volete decidere di fare qualcosa? La prima cosa la suggerisco io, date i soldi ai pensionati, a tutti per il momento e poi regolamentate il tutto, che visto l'età avanzata della popolazione forse con più soldi riescono a far avviare i consumi e perciò il resto. Pagate e smettetela di cercare alibi per non farlo. Tanto è inutile aspettare le prossime elezioni, primo perché sono parte minima della popolazione e perciò non ha gran che come valore. Secondo se perdete la fate pagare a noi cittadini dato che gli altri non ci penseranno a ridarci i soldi. E se invece vincete voi passerà quanto tempo per decidere, l'ovvio? E smettetela di incolpare l'Europa, loro hanno solo avvertito di stare attenti all'inflazione non di non pagare... anzi. Per ciò cosa è questo tiro alla fune, non volete pagare? Ditelo e prendete le vostre responsabilità. Certo non siete abituati a farlo noi invece povera gente quando "pecchiamo", specie con la pubblica amministrazione, dobbiamo pagare e pagare e subito. O sennò volano i pignoramenti. Ecco fate pignorare i vostri stipendi. Anzi mettendo che lo stipendio medio di un parlamentare è di 15.000 € mensili per circa 900 deputati in un mese di blocco si risparmia circa 13.500.000 che potrebbero mettere di tasca propria. Lo so che non basta però sarebbe un buon segnale e un mese cosa sarebbe per loro? Caro capo di governo quando dici che bisogna far ripartire il Paese dici una cosa giusta ma passando dalla parte sbagliata. Il Paese siete voi con leggi, norme, buon esempio e il bene comune che dovete iniziare a fare e Noi poi vi seguiremo con i nostri limiti. Non viceversa. E poi smettetela di fare campagna elettorale, siete al servizio di un Paese intero, dico intero, non di una sola fazione. Agite, fate e smettetela di tentennare e specialmente ascoltate il Paese non solo il riflesso del vostro specchio.
L'ascoltare mi riporta direttamente alla "buona scuola". Che già il nome è tutta una storia. Se è nata una buona scuola forse vuol dire che quella di prima era "cattiva"? Ma se veniamo dall'essere riconosciuti nel mondo, dico mondo, come una delle migliore scuole del pianeta Terra. Ed era "cattiva" quella scuola? I nostri laureati nel mondo, riconosciuti come tra i più capaci, ricordatevi che vengono dalla "cattiva" scuola. Perciò togliamo la parola buona e mettiamo scuola sostenibile, democratica, pubblica e laica, come quella di prima. Una scuola con la esse maiuscola... e basta. La Scuola. Una volta ci insegnavano che se una cosa funzionava non si cambiava. Sento gente che grida da dove incominciare. Da tutto quello mai fatto fino ad oggi. Ci si è riempiti di grandi lavori con colate di cemento a destra e a manca, spesso inutili. Possibile che non si sia arrivati a pensare alla ristrutturazione degli edifici scolastici? Anche lì ci vuole cemento, tanto e senza togliere nulla alla natura. Forse il trucco sta che le grandi opere poi rimangono alle imprese che le costruiscono con un doppio guadagno futuro. Loro si che ci pensano al futuro altro che... Invece le scuole rimarrebbero allo Stato. Ristrutturazione fisica degli immobili, al posto di grandi opere inutili, di pari passo adeguamento tecnologico del sapere con i nuovi sistemi ma con un occhio agli sprechi nei approvvigionamenti. Applicazione della meritocrazia come si usava una volta. Si entrava nel lavoro con una categoria inferiore, dopo un tot di anni si passava a quella superiore, automaticamente, e così di seguito per finire ai direttori, presidi o manager scolastici che passano solo con concorsi e solo negli ultimi cinque anni di lavoro, prima della pensione. Molti si chiederanno ma con tante idee perché non mi do alla politica? Per il semplice motivo che queste idee sono di quei cittadini che portano avanti la società e per questo la vorrebbero migliore. Anche sul punto della scuola quello che viene fuori con prepotenza è il mancato ascolto delle istituzione alle varie parti sociali, corpo insegnanti, sindacati e cittadini. Tutti a parlare di ascoltare ma anche quando lo si fa poi in definitiva non si ascolta. Non basta sedersi intorno a un tavolo, farli parlare e poi spegnere la "radio", timbrare e andare avanti per la propria strada. Questo, lo dico a tutti, non è ascoltare e neanche parlare. Questo è menefreghismo ammalato di despotismo. Fin da piccolo sono stato educato che quando si discute alla fine sorgono compromessi e avvicinamenti fra le parti in maniere da accontentare, quasi, tutti o anche di non accontentare, quasi, nessuno. La discussione serviva per variare, insinuare, avvicinare i vari partecipanti per un unico scopo: il bene della comunità intera. Sapendo che non si riesce mai ad accontentare tutti. Ma forse per questo, penso, che sia più facile fare le cose giuste. Anche se impopolari. Dimentico che siamo sempre in perenne campagna elettorale. E cerchiamo di evitare le sceneggiate di lavagne chiarificatrici che dimostrano solo che siete "studenti" che non avete studiato. Tutti noi ci siamo trovati in quelle situazioni e le sappiamo riconoscere.
Il terzo punto è il più tosto e complicato e qui bisogna gridarlo che l'Europa non vuole, forse non può o non è in grado, di aiutare più del solito. I respingimenti, che già la parola respingere è un brutto sintomo della situazione, sono di difficile attuazione. La situazione è delicata e complessa. La parola che forse bisognerebbe usare è: esodo. Sarà colpa dei scafisti, della guerra, dell'Issi o di quello che volete ma molte persone scappano di “loro” iniziativa verso un mondo diverso, lontano da un futuro troppo certo nell'unica fine possibile, l'oblio. Scappano dalla povertà voluta dalle grandi imprese commerciali mondiali, dalla carestia dovuta allo sfruttamento di miniere e sottosuolo da parte del mondo civilizzato, dalla morte per mano armate da armi occidentali, dalle persecuzioni etniche e religiose, dalle barbarie dell'uomo, dall'indifferenza globale. Unica via di sopravvivenza quel mare che ha dato la civiltà a molti paesi. Un mare che chiamano "nostrum", talmente nostro che lasciamo che la povera gente ci vada a morire. E quando si salvano la situazione non migliora, nessuno li vuole, ogni Paese ha purtroppo i loro guai sociali. Poi logisticamente è impensabile solo a pensarci di ospitarli tutti. Basta prendere un mappamondo per capirlo. Anche le risoluzione populiste sono irrealizzabili. Andate voi a sparare ai barconi e per ogni centro una medaglia di... merda da applicare sul petto, così alla fine sarete ricoperti di... Poi ci si mette anche l'Europa a tentennare, a non prendere decisioni o votare contro. Contro cosa? Anche loro a sparare agli scafi? Forse sarebbe ora di pensare alle politiche in quei Paesi africani da parte dell'occidente e di smettere di sfruttarli e di vendergli le armi. Ecco mandiamoli nelle ville dei venditori di armi, che se li tengano un po lì. Neanche questa è una soluzione. Come neanche scrivere queste riflessioni buttate li su un foglio. La realtà travalica le più buone intenzioni e se la natura è terribile nel suo proseguimento fedele a se stessa come possiamo essere diversi noi umani. Talmente intelligenti da distruggere tutto e tutti per avere un solo posto nel mondo. Nel potere dell'oblio.

16/05/15
M. Nove
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Nuova legge elettorale

Finalmente sono riusciti a fare una "nuova" legge elettorale. Un parto lungo e travagliato e come insegna la storia quando un parto è lungo e travagliato qualcosa di non chiaro esce fuori, con le dovute conseguenze purulente. Con tanti problemi che ci sono, ancora da risolvere. Va da sé che qualcosa dovevano pur fare? Come fanno sennò a giustificare quel po' di denaro pubblico che prendono? Certe se, certe volte, non facessero niente forse... Saputa la notizia la maggioranza ha esultato. Prevedibile. Però, basta uscire di casa e guardarsi intorno. Il cielo è nuvoloso, non doveva sorgere il sole sull'avvenimento tanto atteso?, i negozi sono mezzi vuoti come al solito, un costante ripetersi ogni giorno, i lavoratori sono ancora lì dai Sindacati per ragguagli sul loro futuro. I giovani manco l'ombra. Chi dorme, chi a scuola, chi ancora di ritorno da chissà dove. Nessuno al lavoro. Mi correggo neanche a scuola, sciopero del settore scolastico contro la buona scuola. Buona ad andare in pezzi, fisicamente e moralmente. Buona scuola, buona legge elettorale, buona giornata, mai buon lavoro, mai buona società, mai buona salute. Se c'è una cosa buona e sottinteso che ci deve essere una cos(in)a cattiva da qualche parte. Ho capito, siamo noi. Che non accettiamo le briciole, fisiche, morali e culturali, che ci elargiscono giornalmente. E in più abbiamo quel desiderio morboso di andare a votare e per cui loro si devono impegnare a inventare nuovi leggi e disposizioni. Bando alle polemiche, ben venga la nuova legge elettorale e speriamo che qualcuno la spieghi a noi elettori, quelli rimasti, cosa cambia, cosa c'è di diverso, cosa e come può servire e chiediamoci a chi giova? Forse a noi? Noi, elettori in via di estinzione, da che mondo è mondo si andava a votare con la nostra carta d'identità, la scheda elettorale e la consapevolezza di cambiare il mondo. Ci si divertiva a leggere il grande murales di carta dove campeggiavano i vari partiti, tanti e sempre in aumento, i vari simboli, quasi tutti uguali, a giocare a trovar la differenza se sei capace, gli elenchi, poco visibili per mancanza di spazio, dei canditati. La maggior parte per sbrigarsi, visto che nella cabina non si può portare il murales di carta o altro, segnava solo il simbolo del partito e se non aveva gli occhiali sbagliava pure. E i candidati? Li sceglievano i leader di partito o forse noi tramite loro. Poi vennero le liste già preconfezionate con nomi mai sentiti o troppo noti al di fuori della politica. Noi intanto continuavamo a segnare il simbolo del partito e con gli occhiali questa volta. Gli occhiali hanno svegliato la coscienza di molti sul trucco delle eguaglianze e perciò si sono astenuti sempre di più. Fregati una volta va bé, due è concesso ma il terzo sarebbe solo presa per il culo. E i tanti partiti? Come mai non hanno pensato anche lì a delle liste preconfezionate? Cosi basta scegliere tra pari e dispari, chiedendo scusa a pari e dispari, inteso come gioco. La nuova legge elettorale da cosa si differenzia dalle altre, chi lo sa? I canditati li scegliamo noi cittadini dicono. Ma quando mai? Quelli che conosco sono delle mie parti e visto che non siamo tantissimi questi non verranno mai scelti e allora? Li scegliamo noi? Ma andate a... Chi vince oltre una certa percentuale governa da solo. Primo , la percentuale è talmente alta che a parte le ultime Europee non si è mai raggiunta. E non credo che verrà mai più raggiunta. Secondo cosa serve ad andare a votare se chi vince non può governare? Anche con il minimo scarto? Terzo le coalizioni servono solo ai giornalisti per i loro servizi e i loro giornali e a far incazzare i cittadini per il loro sporco gioco del cambio di casacca. Coalizioni amiche che partono da una parte per arrivare dalla parte opposta nemiche e ribaltare l'ovvio, per la loro logica clientelare. Qui avrei un idea: se un gruppo cambia schieramento tutti a casa e ridare indietro i soldi e senza venire rimpiazzati. Se rimangono e fanno ostruzionismo allora spetta ai partiti mandarli a casa e sostituirli con gente un po più seria. Anzi visto che a tutti piacciono i capi gruppi perché non teniamo solo quelli e risparmiamo sugli altri? Qualcuno l'aveva già detto? Lo so ma anche certa gente ogni tanto dice cose serie. Magari per sbaglio. Quante cose si possono fare con i soldi pubblici specialmente per rispalmarli. Poi tutti ma proprio tutti sempre a dire che una legge elettorale ci voleva e adesso tutti a dire che fa schifo. A parte che chi governa dovrebbe avere la responsabilità di fare le leggi e gli altri se non riescono a bloccare, incanalare e stravolgere l'altrui potere dovrebbero avere il buon senso di tacere e dare speranza in un prossimo futuro. Quando saranno loro al governo si faranno anche loro una nuova legge elettorale, tanto ci siamo abituati, e avanti di questo passo. Sembra un circolo vizioso? Lo è. Primo perché ci sono le stesse facce per da decenni, secondo ci sono sempre gli stessi amici degli amici, terzo l'unica cosa che cambia è la casacca di appartenenza. Un idea: se un politico dice che sparerebbe sui barconi, per esempio, lo si manda a farlo sul serio. E guardiamo cosa succede. Un altro dice che l'acqua è potabile una tanica per dimostrarlo potrebbe bersela. Un altro dice di dare lavoro a un milione di giovani ebbene se non riesce li paga lui per i quaranta anni lavorativi. Non si risolverebbe niente lo stesso ma per lo meno, forse, non direbbero più cazzate. Magari. Habemus legge elettorale e allora? A noi cittadini e specialmente ai pensionati intesserebbe di più sapere come e quando ricevere gli arretrati sacrosanti che spettano. Anche lì finirà tutto a catafascio e con un: chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto. E gli altri? Farsi un partito e comprare diversi stock di casacche. Oppure… Oppure!
M. Nove

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1° Maggio 





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I tre momenti topici dell'Anti...

   In questo fine aprile ci sono state due ricorrenze molto importanti, specie la seconda se si vuol dare un peso o una misura nella scelta, dal punto di vista culturale, sociale, storico e intellettuale del nostro Paese. La giornata mondiale del libro, il 23, e il 25 aprile festa della Liberazione. Ci sarà fra poco anche il 1° maggio, altro evento che purtroppo coinciderà con un altro, di cui parleremo dopo. La giornata mondiale del libro è passata un po' in sordina, immaginavo manifestazioni, eventi, servizi o meglio un assalto alle librerie e invece... poche parole, poca pubblicità, una sola trasmissione su rai3, rete troppo intellettuale per la massa e prima o poi la faranno sparire sotto altre forme. Neanche Google ha dedicato uno dei suoi doodle a questo evento. L'unica cosa degna di ricordare è la stampa, da parte di alcune case editrici, di titoli che poi sono stati messi a disposizione della gente nelle metropolitane, stazioni, aeroporti e non so dove altro. Buona l'iniziativa con buoni titoli anche recenti. Peccato che sia titoli e autori di solito comprati, letti e regalati. Qualche titolo particolare, qualche autore premio Nobel, se ne trovano pochi, o anche qualche esordiente. Uno sforzo case editrici e visto che ci avviciniamo al salone del libro di Torino fate in maniera che non si debba pagare un biglietto per comprare i vostri libri. Promozioni, marketing, investimenti, coraggio dove sono andate a finire queste leggi che una volta regolavano i prodotti? O forse pensate che chi compra libri continuerà a comprarli? Su questo avete ragione, continueremo a farlo. Non tanto per il vostro guadagno, che ce ne può fregare de meno come a Voi ve ne frega de noialtri lettori, ma per l'insita importanza che la cultura sia importante e che ci segue come un'amica fedele fin dai tempi più remoti. Fin da quando i primi uomini disegnarono scene di caccia sui muri, per continuare con gli alfabeti sorti per la comprensione fra gli uomini e arrivare alla tecnologia che dovrebbe ricordare e tramandare noi esseri nel futuro. Però se un giorno mancasse la corrente dove attaccheremo le prese del nostro sapere? Senz'altro nella rabbia impotente di chi vuole mettere in guardia. Ma? Fatto sta che la giornata mondiale del libro è passata e di quei libri donati non se ne sa niente. Come non si sa niente di tutte quelle librerie che sono scomparse nei meandri di una crisi che oltre più poveri ci ha resi più ignoranti, e non per scelta nostra. Meditate gente e leggete fin quando ce lo fanno fare. Canzoncini sui libri

   Il secondo evento il 25 aprile, giorno della liberazione, anche in questa data niente doodle. La foto fasulle del mostro di Loch Ness è più importante della liberazione di uno Stato dalla guerra. In quel giorno manifestazioni, ricorrenze e ricordi si sono sprecati in un guazzabuglio babelico di informazioni, aneddoti e feste. Da una parte all'altra, qui nel Nostro Paese è consuetudine che se qualcuno dice bianco altri si sentono in dovere, dovere?, di dire nero e chi ci governa per tenere i piedi nelle due staffe, di solito le staffe sono due purtroppo, ci convincono, loro non lo sono ma questo non importa, che è grigio. I politici in tutto questo sono gli unici fermi nel loro propositi tutti gli altri passano da una parte all'altra come api impazzite sui fiori che sanno di chimica. Le rievocazioni si perdono allora in un groviglio di fatti, date, situazioni e informazioni, il tutto mescolato e amalgamato che alla fine si ha la sensazione che se il fatto non è detto non è accaduto, storicamente purtroppo lo è, e se è detto sembra la ripetizione di un unico gesto, annoiante. Cara RAI perché fare una trasmissione di diverse ore e raccontare solo una piccola parte quando con logica programmazione potevi diluirla in una settimana o un mese e raccontare quasi se non tutto? Paura, pressione politica o calo degli sponsor? Cosa? Il tempo passa e la memoria, dei vecchi, viene meno e quella dei giovani non si è ancora formata. Fra anni il 25 aprile, se lo lasciano i cari revisionisti, sarà solo una data amorfa in un amorfo libro di storia, se esisteranno ancora i libri e la storia, da ricordare, non più a memoria si sono abolite le poesie e lasciamo le date?, e dire bovinamente nelle interrogazioni. E per la privacy un domani neanche le interrogazioni, i temi e quant'altro si potranno fare. Metti che una parola detta venga poi usata contro di te? E non fate come la maestra che portando gli alunni sul treno invitandoli a intonare una canzone non gli ha fatto cantare Bella Ciao. Sono bambini non sovversivi e poi quella canzone deve rimanere nella memoria anche di quella maestra stupida che pensa che negando le cose spariscono. Invece no e in questo link la potete sentire Bella Ciao .

La terza ricorrenza è il 1° maggio, festa dei lavoratori, in arrivo fra pochi giorni. Qui da buon Anti dirò solo che purtroppo troppa gente quel giorno lavorerà e anche più degli altri giorni. Sono quelli della ristorazione, dei bar, dei supermercati, ormai aperti anche di notte, degli allestitori di palchi per i concerti, consuetudine ricorrente, degli stessi artisti, dei giornalisti al seguito dei soliti politici, loro i politici, non dico altro, dei cinema, dei teatri, dei musei, delle polizie al seguito dei cortei, di quelli dei trasporti, treni, aerei e navi, dei gestori di bancarelle, che vista la gente che si muove almeno si fanno due soldi vendendo il fumo negli occhi con i souvenir, i call center e molti altri. Che sia giusto festeggiare i lavoratori facendoli lavorare? Può darsi se si festeggia un cantante senz'altro lo si farà cantare. Consiglierei a tutti di stare nel proprio ambito cittadino, trovarsi nel parco o nelle piazze così a passeggiare, parlare o anche solo a vedersi. Far vedere che siamo tutti qua amici e conoscenti e sconosciuti, fino ad adesso. Giocare con i bambini, fare i genitori è l'unico lavoro che si può fare, sia in quel giorno che in tutti gli altri. Leggere un libro, anzi leggerlo ad alta voce per quelli vicini. Portare il cane a spasso e pulire, mi raccomando. Giocare al pallone, andare in bici, a piedi. Fotografare fiori e piante e la tua città. Tante cose senza far lavorare nessuno, così dovrebbe essere un 1° maggio. Invece che succede? Concerti, manifestazioni, discorsi e tante dirette televisive. In poche parole lavoro e ancora lavoro. In concomitanza di data un altro evento di portata mondiale come l'Expo viene inaugurata. Santa pazienza, già siete in ritardo, alcuni stand, non lo ammetteranno mai, non saranno mai finiti, già vi siete fatti scoprire a usare giovani volontari senza pagarli, invece di un occasione di portare lavoro, già sono scoppiati scandali. Dico io ma invece di venerdì 1° maggio perché non far l'inaugurazione alla domenica? Giorni in più per le rifiniture, diciamo così. Ho capito essendo quelli dell'Expo volontari, spontanei, non sono lavoratori e non ci azzeccano con la festa. Buona risposta e buon svelamento del mistero. Buona fortuna con tutto il cuore. Che non si dica che oltre che poeti, navigatori e santi, oltre che spaghetti e mandolino, non si dica che siamo dei buoni a nulla. Perché non è vero, noi siamo capaci e bravi. Solo che non sappiamo votare e non a causa di tutte quelle leggi elettorali che si sono susseguite e della smemoratezza cronica della Storia.
M. Nove

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Per ricordare il vero 25 aprile, giorno della Liberazione.


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Una risata salverà il mondo

Dopo trentacinque anni, il libro “Il nome della rosa” di Umberto Eco è del 1980, la struttura narrativa, a base del libro, che il sorriso sia un opera del maligno e perciò combattuta viene impetuosamente e allegramente, si può dire, emendata, ribaltata e schiacciata nell'oblio. Oggi la risata fa parte della benevolenza e dell'avvicinarsi della religione, per lo meno quella cristiana, alla gente comune. La prova provata è la vicenda successa giorni fa nella cattedrale di Napoli alla presenza del Santo Padre. Il cardinale di Napoli ha fatto entrare delle suore di clausura e… ha commentato in diretta il fatto. Le suore nella loro esuberanza religiosa hanno quasi assaltato sua Santità. Il commento del cardinale bonario e naturale è stato fatto in dialetto e forse questo ha creato un aurea surreale e astratta. Forse nel medio evo sarebbe stato tacciato di eresia. Questo è il link per vedere e rivedere e sorridere del fatto:suore di clausura. Un momento esilarante e di una genuinità spontanea da riaccendere i cuori di molti fedeli, forse di più delle riforme e degli atteggiamenti “moderni” del Papa. La cosa migliore erano i partecipanti che, molti, in piedi, ridevano e si davano le spinte amichevoli come negli stadi e nei teatri. Alcuni erano anche preti. Una vittoria clericale sugli scandali, sulle scelte passate, su una sudditanza religiosa, certe volte sospetta, di persone che non centrano niente con la fede. Il merito va senz'altro a Papa Francesco che sta ribaltando, da buon Gesuita, i canoni ferrei e autodistruttivi di una religione che stava immobile da duemila anni. Specie nelle alte sfere. Dato che in basso gli uomini di Dio già sorridevano, già comprendevano, già si responsabilizzavano e si confrontavano con la società, da tempo. Chi, tra i cinquantenne, non possa dire di avere conosciuto da giovane un prete con cui si poteva parlare anche di cose impensabili, allora e non solo, senza avere una coscienza religiosa. Nel video non so cosa sia successo in seguito ma credo e auspico che il Papa abbia apprezzato e detto qualcosa di altrettanto spiritoso a sancire una nuova Chiesa. Dove il riso si accompagni ai dogmi severi e rigidi di sofferenza e penitenza. Penso che se qualcuno, chiamatalo come volete, ci abbia creato voleva senz'altro, o non avrebbe senso, che fossimo felici e lieti. Un modo di vivere che ricerchiamo in continuazione in noi e negli altri. Infatti in questo momento di crisi in cui per causa maggiore si taglia su molte cose superflue e non, la gente va nei teatri e nei cinema a vedere specialmente commedie, pièce e film che facciano ridere. Ben venga quel cardinale e questo Papa e che ci portino altri doni sorridenti e non solo sacrifici, sofferenze e pietà. D queste cose il nostro libero arbitrio ci ha riempito ogni spazio di umanità. In alcune TV sono stati messi i sottotitoli… dico io ma possibile che, a noi telespettatori, ci devono prendere per ignoranti? Si capisce benissimo, nonostante l'accento partenopeo. Anzi proprio quello è stato il salto di qualità e vorrei sapere, da quelli che vogliono l'Italia divisa in due o più parti, se nel loro dialetto ci sia una cadenza melodiosa e fantastica come quella partenopea. Non credo. Non perché il loro dialetto sia cattivo o a altro ma per il fatto che non c'è amore, non c'è sole e neanche lacrime nel loro parlare. Solo incazzatura. Per che cosa lo sanno solo loro e forse neanche. Penso che se tutti ridessimo di più la vita sorriderebbe a noi, come conseguenza causa ed effetto. E forse la vita seguirebbe un altro sentiero, non so se bello o no ma senz'altro diverso da questo attuale. Scusate se è poco.
M. Nove
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L'incertezza al tempo della certezza giuridica


Ultime notizie sul fronte processuale, dopo un primo grado e un appello, con condanne importanti, un'altra, altri casi nell'ultimo periodo, assoluzione, importante anch'essa, piena in cassazione. Non voglio dire di che processo si tratta dato che quello che voglio dire non riguarda il singolo episodio. Ma la constatazione che nell'ultimo anno ci sono stati processi illustri che con le stesse caratteristiche, primo grado e appello concluse con condanne, in cassazione sono stati conclusi con un verdetto favorevole agli imputati. E tutti a casa innocenti e… beati e urlanti allo scampato complotto. Beati loro, gli imputati di quelle udienze plenarie, ma pensate a tutti quelli che non hanno avuto la stessa sorte o devo dire fortuna? Ecco spiegato il sovraffollamento delle carceri. Poi cosa vuol dire che se ti assolvono la giustizia è amica mentre se c'è condanna subito è complotto. Sono concorde che le sentenze vanno rispettate e accettate, ci mancherebbe altro. Però un dubbio sorge sempre spontaneo dopo che due gradi dicono una cosa e l'ultimo ribalta tutto l'impianto. Viene da chiedersi ma gli altri processi li fanno tanto per farli o forse pensando che intanto la cassazione risolve tutto? Che i tre gradi siano troppi e nessuno lo vuole dire? Certo che no, siamo garantisti, intesi come Paese. L'assurdo rimane nella consapevolezza che da una condanna ventennale, per esempio, si passa alla soluzione, piena, almeno fosse prescritta, con buona pace di tutti. Chi dei tre gradi ha sbagliato? O meglio ha esagerato? O forse ci ha azzeccato? Non c'è una logica che possa far capire il divario se non che qualcosa non funziona. Lo Stato dovrebbe intervenire per chiarire e forse correggere queste cose. So che se uno è innocente e meglio che venga riconosciuto, meglio prima che dopo. Però così non si capisce chi o cosa sia colpevole e forse a un certo punto spunta una bella ragazza che grida che siamo su candid camera. Almeno così saremmo sicuri che nessun fatto nefasto sia successo. Invece… Un errore c'è da qualche parte o gli indiziati sono dei perseguitati o la legge permette in ultimo grado di farla franca in barba alla giustizia. Si dice che la condanna definitiva diventa una verità storica per il futuro e allora non è forse meglio pensarci su, studiare cosa non funziona. Con questo non alludo o dico che tutti devono essere condannati, visto i primi due gradi, e sono per la corrente che è meglio un colpevole a piede libero che un innocente in galera. Però la logica di ribaltare il lavoro di altri, lo studio delle stesse carte in mano a tutti e l'interpretazione ragionate su gli stessi episodi, questa mancata logica che mi ossessiona, mi tormenta, mi annichilisce nel dubbio. Cosa succede? Come capita? Troppi anni di processo? I testimoni scordano? Le perizie vengono tradotte in lingua comune? Cosa succede in questa linearità processuale che fa ribaltare tutto? Se si è sbagliato prima, correggiamolo per favore, così come se per caso lo sbaglio sia alla fine. Possibile che chi legifera non si accorga di quello che sta capitando o forse come dico i populisti fanno le leggi per poter usufruirne loro. Se si guarda ai processi finiti come descritto sopra questo dubbio viene. Visto l'andazzo togliamo un grado processuale, non l'ultimo ma il primo. Passiamo subito all'appello e poi in cassazione, che non si dica che non sono garantista. Oppure facciamo come nei tornei di coppa di calcio un'andata e un ritorno e se le sentenze sono alla pari facciamo tirare i rigori, cioè chiamiamo una ventina di persone, una per Regione, e loro stabiliranno... Scusate leggo troppa fantascienza. A parte gli scherzi, secondo me, il problema sussiste e se si dovesse applicare la legge appena sfornata a chi bisogna far causa? Ai primi che hanno condannato o l'ultimo che ha assolto? Oppure lo Stato, per spreco di denaro e tempo, con i familiari degli imputati contro i primi due giudici oppure lo Stato, come pubblico ministero, e i familiari della vittima contro la cassazione. Lo Stato contro lo Stato. E la gente comune. La gente comune è sempre colpevole, intesa come fautrice di una giustizia ad orologeria e l'orologiaio è nascosto alla vista. La gente comune rimane nella paura quotidiana di infrangere le leggi, di prendere una multa, di pagare le bollette con un giorno di ritardo, di perdere il lavoro, qui ha il coraggio di prendersi malattie e infortuni, di dire la propria su cose serie, meglio su sondaggi tipo tra slip e boxer, paura di un futuro incerto, paura di non riempire, non il carrello, la busta di roba. Loro si guardano intorno e non capiscono… quelli che dentro due Palazzi non fanno nulla, per loro. L'incertezza, ecco la malattia del presente, che di per se stessa non uccide ma complica, amplifica e amplia tutte le altre malattie sociali.   
M.Nove 
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Nel tempo di quando i "lupi e non solo i lupi" perdono il pelo ma non il vizio!

Un proverbio dice che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Fermo restando che amo i lupi, intesi come animali a quattro zampe, e allontanando da me le facili allusioni all'omonimia nel nome di un politico, il discorso deve essere più generico, resta il fatto che anche questi rappresentanti del popolo sovrano perdono il pelo ma non il vizio. Siamo un Paese dove quando scoppia qualche scandalo su affari ed economia all'improvviso, con sorpresa di tutti, esce fuori il nome di un noto politico e dei suoi, casuali, familiari. Che a sua volta si appella alla innocenza e all'estraneità. Servo restando che i favori, le agevolazioni e altre minuterie restano nei fatti e nella logica di questo strano Paese dove se sei al potere ricevi automaticamente favori, agevolazioni e regali. Se uno diventa ministro, segretario, sottosegretario e/o leader di un Partito ecco il dovere di tutti di agevolargli in tutte le maniere, sia lui stesso che tutto il parentado. Come una tassa, un merito, un inchino a questi potenti, solo per il fatto che li hanno eletti e perciò rappresentano Loro & Noi. Allora se il menage tra elettori ed eletti è cosi forte come mai i primi non ricevono niente? Anzi li subiscono? Dilemma Freudiano di antica data. A parte le regalie, ammettendo per assurdo che si accetti questa forma di sudditanza, quello che non si capisce e perché si appellano alla innocenza e al complotto e se si dovesse provare la loro colpevolezza, in un lontano futuro, ne prenderanno atto?Colpevolezza futura? Ma che cazzo dicono questi qui? Noi da piccoli quando facevamo una marachella, quella si innocente, venivamo puniti vietando le cose che ci piacevano di più, tipo uscire o andare a giocare. Invece loro, a parte la noia, si vedono sbruffare per queste quisquilie, restano lì anzi proseguono nel loro lavoro, di politici, quando mai, e fautori di regali, lì molto attivi. Resto dell'idea, personale da buon elettore, che non solo chi sbaglia ma anche chi solo è implicato, innocente o no e questo spetta solo alla giustizia stabilirlo, deve allontanarsi dalla vita politica. Primo per potersi difendere senza che una certa sudditanza lo favorisca, in quanto legislatore, secondo per meritarsi quel titolo che vale di più di quello politico di uomo retto e terzo perché di un uomo che risponde delle proprie azioni si ha rispetto e in futuro, finito il calvario in maniera favorevole, colpevole o non, potrà riprendere la vita politica con questo stemma, decoroso, sul petto. Invece come tutte le altre volte, e anche in futuro purtroppo, si va avanti con le polemiche, i dibattiti in TV, i titoloni sui giornali e la noia nella gente, stufa. Invece di pensare a come salvare il Nostro Paese si perde tempo a salvare e giustificare e accusare tutti e tutto. E per finire finiamola anche con il detto che se tutti rubano nessuno è colpevole. Guardate cari ministri, segretari, sottosegretari, politici, leader di Partito e altre cazzate simili che la maggior parte della gente che vi vota non ruba e nemmeno se lo sogna di farlo. Perciò andate in culo alla balena ma nel vero senso della parola. Questo sfogo è fatto per il semplice assurdo accadimento che non si riesce a mandarVi Voi a casa, cari politici. Non perché non sappiamo votare ma per le strane leggi che fate e disfate... a vostro piacimento. Forse un po' di Storia la dovreste studiare specie quella moderna e forse capirete che l'elastico si sta tendendo un po' troppo. Naturalmente in merito alla vicenda di cui sopra, un ministro delle infrastrutture ha ricevuto regali per se e la famiglia, il copione ha subito un ulteriore quanto imprevisto esito. Il ministro si è dimesso. Una parte lo acclama e un altra lo ringrazia. Ma di che? Solita cosa fatta a metà, dico io. Non è più ministro, quelli del suo partito stanno già per inserirne un'altro dei loro, ma ancora onorevole. Un rigore o lo tiri, sbagliando o non, o non lo tiri. La palla non può rimanere sospesa nel nulla. Perciò spiegatemi che vuol dire dimettersi per rimanere, anche se su un altra poltrona? Beneficiando, il dubbio rimane concreto, delle regalie. Quelle si sarebbe un atto di coraggio rinunciandone. E non ci si riferisce al rolex, a Napoli lo hanno anche i bambini in fasce, sai che status symbol. E il lavoro del figlio... Ma se devi trovare un lavoro al figlio, lo fanno proprio tutti i padri, anche quelli disgraziati se possono, perché non un lavoro meglio retribuito? Tutta sta cagnara per solo 1300 euro al mese? Uno uscito con il pieno dei voti? Cos'è un istigazione allo sfruttamento dei giovani laureati? Molti farebbero carte false per un posto simile ma fanno parte di quella parte della società che deve inchinare la testa oltre alla schiena per procedere. Voi politici dovete fare altrettanto? Solo per questo le dimissione devono essere, come si dice dalle mie parti “spintanee”, nel senso che le devono chiedere i suoi colleghi. Così gli rovina il mercato. Una parentesi: di tutti i figli dei politicanti non ho sentito di nessuno che sia uscito dalla università con il minimo sindacale. Tutti a pieni voti. E nessuno al seguito dei cervelli fuggiaschi. Penso male? Negli anni settanta i più bravi venivano dal ceto medio e non da quello alto e potente. Loro non studiavano perché avevano già la strada spianata davanti a loro. Chiudo la parentesi esaltando il minimo sindacali nei voti visto che quelli a pieni, con lode, non riescono a farci uscire da questa merdata di crisi. Nella vicenda oltre alle dimissioni, già strane nel contesto, si è inserito anche la dichiarazione del capo del governo. Dell'uomo che vuole salvare il Paese, lanciarlo, e il caso di dirlo, verso il futuro, ma quale?, del riformista a ogni costo. Cosa ha detto? Che è un garantista, che nessuno si deve dimettere per un avviso di garanzia o solo indagato come informato sui fatti. Con la giustizia che abbiamo se aspettiamo i suoi tempi ma quante legislature si può fare, con tutte le conseguenze, uno indagato? Minimo due. E quante leggi ad personam? Tutte quelle che si vogliono. Se un capo di governo non capisce che chi comanda deve essere al di fuori di ogni dubbio morale forse e dico forse le dimissioni deve darle lui. Anche solo per il fatto che non deve passare il principio che la disonestà paghi, i privilegi siano di pochi e il Paese di ancora meno. E per finire, tutto questo ha un costo sociale altissimo e indovinate chi l'ha, lo deve e lo pagherà? Noi cittadini onesti e non. Tutti noi dato che quando si è nella merda non conta grado o casta. Poi ci si lamenta che ci si butta verso la destra populista e guerrafondaia. Almeno loro sappiamo come la pensano e come agiscono e sappiamo dalla nostra e altrui storia, però, come andrà a finire con quei figuri. Anche con questi purtroppo. Che fare? Questi prima che ci facciano ancora votare si papperanno tutto il territorio e se anche la magistratura li mettesse dentro, a parte il sovvraffolamento delle carceri, quante cause contro i giudici, questo è il regalo della legge sulla giustizia, da intasare tutto. Il mare di merda è diventato un oceano mentre sulle scialuppe di salvataggio i “lupi” perdono il pelo ma anche l'odorato, a quanto pare.
M. Nove

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