Inizia
il 31° Salone del libro di Torino, una tappa importante per
l’editoria, per la cultura e per i lettori. Una kermesse che ha sempre
raccolto molta gente da tutto il Paese e anche dall’estero. Cinque giorni
dove tutti i nostri sensi vengono
sollecitati: l’olfatto per quel sapore di carta, il tatto per toccare e
sfogliare, la vista per leggere pagine e pagine e l’udito per sentire “storie”
dalla voce degli autori, i loro pensieri e la loro esperienza. Infine anche
il gusto dato per l’ampia scelta di libri sulla cucina, con annessi assaggi.
Un esperienza da fare. Specialmente negli ultimi anni in cui altre città
hanno cercato di prendere quel posto, collaudato e funzionante, che spetta a
chi ha avuto il coraggio di realizzarlo anni fa. Dico io ma perché indire una
manifestazione simile nell’arco di un mese? Mi riferisco alla mostra di
Milano che a testa bassa ha cercato di scalzare l’avversaria, come se forse
un incontro di calcio, un derby cittadino. Invece è stato un suicidio, le due
manifestazioni avvenute, in questi due anni, sono fallite miseramente. Perché
se erano così ansiosi non hanno fatto una kermesse, per esempio, a settembre
o ottobre? Secondo me il successo
sarebbe assicurato, recuperando quelle persone che a maggio erano al Salone
di Torino. Fate la prova e vedrete. Bisogna dare non togliere agli altri. Il
post non lo faccio per alzare polemiche ma per proporre alcuni libri, uno al giorno. Libri
che mi hanno colpito e interessato. Non pretendo che altri condividano queste
scelte e anzi vorrei che presentassero dei loro libri. Due elenchi uno di
ebook e uno di carta. Mi spiego, sul web ci sono molti siti che parlano di libri
ma solo esclusivamente di quelli in rete. Dimenticando che facendo così
favoriamo le case editrici che impongono le loro scelte e i loro, molti sono
discutibili, autori. Invece dobbiamo far capire che la fuori c’è gente che
merita e non i soliti “amici degli amici”. Meditate.
Il primo libro che
voglio consigliare è: “Il vicolo della Polvere Rossa” di Qiu Xiaolong.
Un libro che tra storie di vita vissuta e politiche di uno Stato “grande”
come la Cina ci porta a capire e comprendere la popolazione. Le storie,
raccontate alla sera in riunioni degli abitanti, che ricordano quelle nostre
dell’inizio del secolo scorso nella
stalla, la zona più calda, a raccontarsi la giornata e altro, vanno dal 1949
al 2005. Racconti o meglio storie di vita tra il privato e il sociale e storie
di un cambiamento antropologico quasi sconosciuto come lo è la loro
mentalità. Interessante e spero che come me poi abbiate la voglia di leggere
il seguito: “Nuove storie dal vicolo della Polvere rossa”. L’arco di tempo è
lo stesso ma con altre storie e altri punti di vista. Racconti senza prese di
posizione, data la politica che investe quotidianamente tutta la popolazione, e senza moralismi.
Dando dignità e spessore ai suoi “poveri” protagonisti. Un modo anche di
capire e comprendere la Cina. Dell’autore voglio ricordare anche i gialli con
protagonista l’ispettore Chen Cao. Gialli che ben completano e chiariscono le
storie del “Vicolo”. Un autore da seguire. Meditate. M. Nove
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